FROCI D’ARANCIO PER NICHI - ALLA FESTA PD VENDOLA ANNUNCIA DI VOLERSI SPOSARE E ROSPY BINDI SI BAGNA DI LIVORE - IL DUELLO TRA IL GAIO CATTOLICO E LA CATTOLICA GAIA MA NON TROPPO RISPECCHIA LA DIFFICOLTÀ DI PD E SEL DI TROVARE UN ACCORDO VERO SUI TEMI ETICI E ANEST-ETICI COME LE NOZZE GAY - UNICA CONVERGENZA TRA I DUE: SPEDIRE QUEL ROMPICOJONI DI PRODI AL QUIRINALE…

Andrea Indini per "Il Giornale"

Diritti sì, ma non matrimonio. Restano distanti Rosy Bindi e Nichi Vendola sull'ipotesi di regolamentare le unioni omosessuali. È sempre il solito chiodo fisso della sinistra italiana a infuocare l'incontro di ieri sera tra la presidente dell'assemblea nazionale del Pd e il leader di Sel alla Festa democratica di Reggio Emilia, davanti a un pubblico folto e molto partecipativo.

Lo scontro si fa sempre più duro. In vista della futura alleanza Pd e Sel si confrontano su quei temi (etici e non) che porteranno avanti qualora dovessero vincere le elezioni. Il governatore della Puglia ha conquistato la platea di Reggio Emilia attaccando il sindaco "rottamatore" Matteo Renzi e rispolverando il vecchio "compagni e compagne". "È un juke box ambulante", ha attaccato il leader del Sel. "Se uno sta dalla parte di Marchionne, io starò sempre dall'altra parte...", ha aggiunto tra gli applausi. Ma non appena il confronto è entrato nel vivo, il livello dello scontro si è subito alzato.

"Noi regoleremo le unioni civili, anche quelle omosessuali. Credo che dobbiamo fare insieme su questa scia un grande sforzo italiano per dare finalmente non mezzi diritti, ma diritti. E ritengo debba essere un impegno. Il Pd lo ha già assunto e lo porterà avanti nella prossima legislatura", ha assicurato Bindi. Una promessa che, però, non basta a Vendola."L'agenda dei diritti civili e sociali va scritta insieme", ha sottolineato il governatore pugliese ricordando i "dico" su cui la Bindi aveva lavorato nel secondo governo Prodi.

"Io non voglio stare in un acronimo", ha insistito Vendola svelando che, arrivato a 54 anni, vuole sposarsi con il suo partner: "Rivendico questo". E ancora: "Come cittadino, come persona e come cristiano voglio poter vivere una discussione vera e chiedere al mio Stato e alla mia Chiesa per quale motivo progetti d'amore non possono essere liberati da un tappo di Medioevo che tante volte ha ferito la nostra vita". Vendola ha attacco duramente l'Italia accusandola di avere "uno standard di diritti civili da repubblica islamica" e ha attaccatto pure la politica rinfacciandole di aver rinunciato a "una battaglia di principio".

Con Vendola è d'accordo, almeno in linea di principio, Rosy Bindi che, però, lo ha invitato a rimanere sul campo del possibile anche sulla base della Costituzione. "Ci ho già provato una volta e mi è andata male, la prossima volta ci vorrei riuscire e dare finalmente un riconoscimento alle unioni omosessuali - ha assicurato la presidente democratica - vorrei che il Pd si prendesse questo impegno e fosse in grado di portarlo avanti. Se parliamo di unioni civili siamo in grado di portarlo avanti". E lo stesso non si può dire delle nozze.

"Non è perché sono credente, ma l'obbiettivo che ci possiamo porre è del riconoscimento delle unioni civili e non del matrimonio. Ed è perchè sono fedele alla carta costituzionale", ha chiarito la Bindi ricordando che la Costituzione italiana dice con chiarezza che "mentre è possibile riconoscere i diritti delle coppie omosessuali non è pensabile l'istituto del matrimonio, come stabilito anche da una recente sentenza della Corte costituzionale".

Sui diritti civili, insomma, rimangono forti distanze tra l'ala democratica della sinistra e quella radicale. Ieri sera Vendola e Bindi non sono riusciti a trovare una sintesi sulle coppie di fatto. Su un punto, però, sono riusciti a dirsi d'accordo. Entrambi hanno, infatti, rilanciato dal palco della Festa nazionale del Pd la candidatura di Romano Prodi al Quirinale.

 

 

rosy bindi x NICHI VENDOLAmatteo renzi ROMANO PRODI

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA…