FINI S’E’ GIOCATO MEZZO PARTITO ALLE SLOT MACHINE – CORALLO HA FINANZIATO AMICI, SODALI E VECCHI CAMERATI – E MARCO MILANESE CHIAMA IN CAUSA PURE L’EX SOTTOSEGRETARIO GIORGETTI – LE MINACCE DI CHECCHINO PROIETTI

 

Giacomo Amadori per La Verità

 

LA PRIMA PAGINA DI LIBERO SU GIANFRANCO FINILA PRIMA PAGINA DI LIBERO SU GIANFRANCO FINI

L' inchiesta di Roma sull' imprenditore Francesco Corallo e sulle sue società (i reati vanno dall' associazione a delinquere al peculato all' evasione fiscale) sta facendo emergere una verità che sino a oggi era rimasta sullo sfondo. Il re delle slot machine non aveva bisogno di arricchire i Tulliani (indagati per riciclaggio) in quanto tali, ma per il loro collegamento con il potente di turno, in questo caso Gianfranco Fini, sotto inchiesta a sua volta. Per il giudice Simonetta D' Alessandro la prova è nel fatto che i rapporti con gli uomini di An e i flussi di denaro cominciano ben prima del 2008-2009, quando entrano in gioco i Tulliani.

 

Il 2004 è un anno cruciale per la Atlantis world di Corallo, per l' accusa «un' impresa eminentemente criminale». Infatti il governo Berlusconi decide di regolamentare il mercato degli apparecchi da divertimento e indice una gara. A inizio estate si spartiscono la concessione dieci concorrenti e Atlantis world diventa leader del settore. Dopo poche settimane Fini, l' ex moglie Daniela Di Sotto, l' allora segretario particolare del leader di An, Francesco Proietti Cosimi (con signora) e altri 10 amici sono ospiti di Corallo per due settimane da sogno ai Caraibi. Tutto a spese del re delle slot.

gianfranco fini gianfranco fini

 

Qui, secondo il rappresentate legale della Atlantis Amedeo Laboccetta (indagato nell' inchiesta romana) Fini e Corallo suggellano un' intesa «che è stata utile ad Atlantis/B plus nello svolgimento dei rapporti con l' amministrazione dei Monopoli». Infatti Atlantis inizialmente non riesce a collegare in rete le macchinette per consentire ai Monopoli di controllare gli introiti e i conseguenti versamenti spettanti allo Stato. Il 21 aprile del 2005 da Roma parte un ultimatum: o Atlantis risolve i problemi o le verrà notificato l' avvio del procedimento di revoca della concessione.

 

FRANCESCO PROIETTI COSIMIFRANCESCO PROIETTI COSIMI

Dopo pochi giorni la società avverte i Monopoli che ha deciso di ritirarsi. Proprio in quel periodo la procura di Potenza sta indagando sul gioco d' azzardo e sotto intercettazione c' è anche Proietti Cosimi, il segretario di Fini. Il giorno della notifica dei Monopoli ad Atlantis sul suo telefonino giunge la chiamata di Laboccetta, il quale lo aggiorna sui problemi di Atlantis e gli legge la lettera dei Monopoli.

 

Proietti Cosimi, dopo aver dato alcuni consigli a Laboccetta, conclude così: «Io domani parlo con Giorgio (Tino, presidente dei Monopoli, ndr) e me la vedo. Dai!». Anche grazie all' intervento dell' ex segretario di Fini le parti si incontrano e trovano una soluzione. In questo modo la società italocaraibica non lascia il mercato italiano e anzi accresce la sua quota di mercato.

 

LABOCCETTA jpegLABOCCETTA jpeg

Dalle Antille olandesi, quartier generale della Atlantis, iniziano ad arrivare bonifici in Italia. Nel marzo del 2006 l' azienda di Corallo invia 120.000 euro a una minuscola associazione culturale di Subiaco, il paese di Proietti Cosimi. Il presidente è Pierluigi Angelucci, un collaboratore dello stesso Proietti. In un mese e mezzo ritira circa 119.000 euro in contanti. Al cronista ha dichiarato: «Quell' operazione mi è stata chiesta direttamente da Checchino (Proietti Cosimi, ndr). I soldi li ho ritirati per lui. Mi sembra di averglieli portati a casa e in via della Scrofa». Successivamente la società di Corallo ha finanziato anche la Ke.is una azienda della famiglia di Proietti Cosimi sul cui fallimento è in corso un processo per bancarotta.

FRANCESCO CORALLOFRANCESCO CORALLO

 

Per esempio tra il 2008 e il 2010 Atlantis invia 440.000 euro per la sponsorizzazione di alcuni musical allestiti dalla Ke.is. Oggi l' ex segretario particolare di Fini è imputato per finanziamento illecito proprio a causa di quei bonifici dai Caraibi. Contattato dalla Verità, Proietti Cosimi inizialmente è cordiale, quindi informato del fatto che intendiamo scrivere sul giornale dei finanziamenti di Atlantis perde la calma e si fa minaccioso: «Non scriva nulla. Le conviene».

 

elisabetta tulliani gianfranco finielisabetta tulliani gianfranco fini

Nel 2008 Proietti Cosimi e Laboccetta entrarono insieme in Parlamento con il Pdl in quota An. Ma entrambi giurano di non essersi interessati ai due fantomatici decreti favorevoli a Corallo di cui parla il giudice D' Alessandro. Grazie al cosiddetto decreto Abruzzo, il 39/2009, Corallo può installare ben 12.000 videolottery di nuovissima generazione a condizioni agevolate. Con il successivo provvedimento, il 78/2009, può impegnare i diritti sulle vtl e ottenere così un finanziamento per Atlantis/Bplus da 150 milioni di euro dalla Banca popolare di Milano, da investire nell' acquisto e nella diffusione delle stesse vtl.

 

FINI TULLIANIFINI TULLIANI

A novembre Sergio Tulliani, il suocero di Fini, considerato dai magistrati un lobbista non molto credibile incassa 2,4 milioni con la causale «liquidazione attività estere decreto 78/2009». Non è finita. Nel biennio 2008-2009 secondo il calcolo degli inquirenti arrivano sui conti dei figli Giancarlo ed Elisabetta Tulliani altri 5 milioni di euro provenienti da Corallo. Ma non sono certo loro ad aver perorato la causa in Parlamento.

 

MARCO MILANESEMARCO MILANESE

In parte quel ruolo viene svolto dallo stesso Corallo che venne ingaggiato da Laboccetta come assistente parlamentare e in parte da altri politici. Gli inquirenti citano lo stesso Laboccetta (all' epoca in commissione Finanze) e il sottosegretario all' Economia Marco Milanese che avrebbero mediato per far inserire in uno dei provvedimenti legislativi le istanze di un consulente di Atlantis. Milanese, però, indagato a Milano per la stessa vicenda, è stato archiviato. Gli chiediamo chi sia allora il responsabile delle leggi favorevoli a Corallo e la sua risposta è lapidaria: «Le norme arrivavano praticamente già pronte dai Monopoli e io non avevo nessuna delega ai rapporti con loro». E chi la aveva? «Alberto Giorgetti». Di che partito era? «Anche lui proveniva da An».

ALBERTO GIORGETTI SOTTOSEGRETARIO ECONOMIA ALBERTO GIORGETTI SOTTOSEGRETARIO ECONOMIA

 

Ci sono altri ex fedelissimi di Fini che sostennero l' affermazione dell' Atlantis in Italia. «Mettemmo a punto l' associazione temporanea d' imprese con Atlantis e Bit media nello studio romano dell' avvocato Giancarlo Lanna» ha ricordato a Panorama Remo Molinari, ex socio di Corallo con la sua Plp. Lanna nel 2007 fu tra i promotori della fondazione Farefuturo, il centro studi finiano che con gli attacchi al premier Silvio Berlusconi sarà tra le cause della spaccatura del Pdl. In ogni caso nel 2004, Corallo poteva contare sull' appoggio di altri esponenti di spicco dell' ex An. «Anche perché con alcuni di loro aveva militato nel Fronte della gioventù» ha dichiarato Molinari.

 

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)