FINITA LA RIUNIONE DEL PATTO RCS: I MEMBRI FUGGONO IN SILENZIO - SOTTO IL “CORRIERE” LA MINA DELLA DENUNCIA (PENALE) DI DELLA VALLE

1 - RCS: PATTO RIUNITO, ASSENTI PESENTI E LUCCHINI
(ANSA) -
E' iniziato attorno alle 15.30 il patto di sindacato di Rcs. L'appuntamento precede di pochi giorni l'assemblea che il 30 maggio dovrà approvare l'aumento di capitale per almeno 400 milioni e segue le dimissioni del presidente dei soci sindacati Giampiero Pesenti. Sono stati visti arrivare nella sede del gruppo in via San Marco Francesco Merloni, che presiede la riunione in quanto pattista più anziano.

E sono presenti poi Roberto Bertazzoni, Marco Tronchetti Provera, Renato Pagliaro, Raffaele Agrusti, Giovanni Bazoli, Enrico Cucchiani. Da quanto si apprende John Elkann e Pierluigi Stefanini sono collegati telefonicamente. Risultano assenti Giampiero Pesenti, Giuseppe Lucchini e Bruno Lescoeur.

2 - RCS: RIUNIONE PATTO FINITA DOPO 2 ORE, NESSUNA DICHIARAZIONE
(AGI) -
E' durata poco piu' di due ore la riunione del patto di sindacato di Rcs mediagroup, chiamato a indicare un nuovo presidente dopo le dimissioni di Giampiero Pesenti e a fare il punto della situazione in vista dell'assemblea chiave di giovedi'. Nessuna dichiarazione dai partecipanti all'incontro, che si sono allontanati in auto a breve distanza l'uno dall'altro. Subito dopo la fine del patto, e' cominciata una riunione del collegio sindacale del gruppo editoriale, appuntamento "convocato da tempo" secondo quanto riferito da Giuseppe Lombardi, presidente dello stesso collegio sindacale di Rcs.

Alla riunione del patto non ha partecipato Giampiero Pesenti, numero uno di Italmobiliare, che ha lasciato nei giorni scorsi dopo nove anni la presidenza dell'accordo di blocco pur restando a far parte del direttivo e che non ha ancora sciolto le riserve sull'eventuale sottoscrizione pro quota della ricapitalizzazione che sara' messa giovedi' al voto in assemblea. Assente anche Giuseppe Lucchini, mentre John Elkann (Fiat) e Pierluigi Stefanini (Unipol-Fonsai) erano collegati in conference call. La riunione e' stata presieduta da Francesco Merloni, il piu' anziano tra i soci presenti nel patto.

3 - RCS: MERCOLEDI' CDA, PROBABILE PUNTO SU DEBITO
(ANSA) -
Si riunirà mercoledì pomeriggio il Cda di Rcs, alla vigilia dell'assemblea dei soci chiamata ad approvare un aumento di capitale per almeno 400 milioni. E' quanto si apprende da fonti finanziarie.

L'appuntamento dovrebbe servire a fare il punto sul debito del gruppo editoriale dopo che la società ha avviato contatti con le banche per un aggiustamento dei termini del rifinanziamento per 575 milioni di euro deciso a metà aprile. L'attesa è che da qui a mercoledì l'azienda riesca ad ottenere una limatura agli interessi sul debito, alla luce delle migliori condizioni di mercato, e una ridefinizione dei termini per il rimborso del debito bancario per quella parte legata ai proventi della ricapitalizzazione.


4 - DELLA VALLE PRONTO A SFERRARE L'ATTACCO SU RCS
Da "Il Foglio"

Se ne parlava da tempo, ma ora ci siamo. Diego Della Valle ha deciso di passare all'attacco e di depositare in procura a Milano le carte contro la società editrice del Corriere della Sera. Della Valle, azionista di Rcs MediaGroup, contesta sia l'aumento di capitale sia il piano di ristrutturazione voluto dal nuovo management.

I tempi dell'azione legale, già minacciata in aprile, sarebbero molto stretti. Della Valle ritiene che l'aumento di capitale comporti un'eccessiva diluizione delle quote per i soci che hanno deciso, come lui, di non aderirvi. L'aumento andrebbe, secondo il patron di Tod's, a tutto vantaggio della banche creditrici (la più esposta è Intesa Sanpaolo), che sono anche azioniste di Rcs.

Secondo Della Valle, quindi, in conflitto di interesse. Tutto questo accade in un momento decisivo per le sorti del gruppo Rizzoli Corriere della Sera. I soci del patto di sindacato, che controlla la maggioranza delle quote azionarie (60 per cento), si riuniranno per capire chi e in che misura aderirà alla necessaria, ma tuttora incerta, ricapitalizzazione. Il quotidiano online Linkiesta. it riportava la decisione di Giuseppe Rotelli di aderire all'aumento tramite un finanziamento di Intesa.

L'aumento comunque dovrà essere approvato dall'assemblea straordinaria degli azionisti che si riunirà, invece, giovedì prossimo. Quello del 30 maggio è un appuntamento importante perché l'aumento di capitale è obbligatorio (la conseguenza di un "flop" sarebbe la consegna dei libri contabili in tribunale). Inoltre, dall'iniezione di almeno 380 milioni (cifra rivista al ribasso di 20 milioni per provare a convincere più soci possibile) dipenderà sia il funzionamento della "macchina" dell'indebitata Rcs, sia l'attuazione del piano di ristrutturazione studiato dall'ad Pietro Scott Jovane.

Un piano assai criticato (come pure il suo ideatore Jovane) anche dai soci, dalle banche creditrici e dai giornalisti perché prevede tagli al personale e una contestuale "rivoluzione digitale" dei contenuti editoriali, che resta però eccessivamente nel vago. I sommovimenti sono parecchi. La consistenza stessa del patto di sindacato scricchiola. Si profila uno scioglimento anticipato della compagine di controllo, previsto nel 2014.

L'ipotesi è nell'aria, ma sono significative le ultime dichiarazioni dei vertici di Intesa Sanpaolo, banca azionista e creditrice di Rcs: "Credo che la nostra sia una funzione momentaneamente di grande rilevanza per aiutare la società. Dopo di che dovrà trovare la strada più opportuna per crescere e svilupparsi", ha detto l'ad di Intesa Enrico Cucchiani. Cucchiani, che in Intesa gestisce le partecipazioni, non è il solo azionista a prospettare un'uscita. L'hanno fatto anche Andrea Greco, capo delle assicurazioni Generali, e Mediobanca, primo azionista del patto.

Vendere è una tentazione comune: il Corriere non rende, è meno influente politicamente. L'uscita di Intesa, se mai ci sarà, non sarà indolore. Infatti, l'ipotesi non è gradita a Giovanni Bazoli, il dominus di Intesa.

Dice il biografo di Bazoli, Giancarlo Galli, al Foglio: "Vuole mantenere il potere che il Corriere garantisce per conservare quell'influenza di cui ha sempre goduto. Oggi, inoltre, Bazoli ha perso delle battaglie politiche, ad esempio quella per Romano Prodi alla presidenza della Repubblica".

Secondo rumors, inoltre, l'asse milanese di Rcs, sebbene solido grazie a Intesa, rischia di perdere influenza rispetto a quello torinese. Nell'ottica della fusione tra Corriere e Stampa, di cui si vocifera, Fiat, azionista del primo e padrone del secondo giornale, vorrebbe completare l'opera e mettere a fattore comune i pregi industriali dei quotidiani in crisi.

Sullo sfondo, se n'è parlato al forum dell'editoria tenutosi ieri a Bagnaia, c'è il depresso mercato editoriale. Il Corriere, cioè il quotidiano cartaceo, per la prima volta ha riportato perdite dovute al calo della pubblicità. La strategia per recuperare inserzioni, però, non è chiara. In un incontro riservato, il marketing di Rcs ha proposto uno spot in cui l'attore dovrebbe invogliare a leggere il Corriere, ma sbadiglia quando guarda le pagine scritte e si illumina quando vede quelle pubblicitarie. Il direttore, Ferruccio de Bortoli, non ha gradito affatto.

 

ANDREA DELLA VALLESCOTT JOVANE A BAGNAIA bazoli alfredo ENRICO CUCCHIANI A BAGNAIA GIAMPIERO PESENTI FERRUCCIO DE BORTOLI PROTESTA DEI LAVORATORI PERIODICI RCS A MILANO

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