UNA FISSAZIONE PER LA POLITICA CHE NON PASSERA – VISTO QUELLO CHE HA COMBINATO COME MINISTRO (NIENTE) E COME BANCHIERE (CORDATA ALITALIA), CORRADINO SI DICE "ANCORA PIU' CONVINTO" DI DARE VITA A UN NUOVO PARTITO - "RENZI? BRAVO MA HA FATTO GOL A PORTA VUOTA"

Ugo Magri per ‘La Stampa'

Visto il trionfo di Renzi, dottor Passera, è ancora dell'idea di dar vita a un nuovo cantiere politico?
«Certamente sì. Anzi, ne sono ancora più convinto».
Però il premier spopola tra i moderati, proprio tra i suoi potenziali elettori...
«Spopola perché al momento la sua è l'unica offerta politica E comunque, molti moderati hanno preferito l'astensionismo. Se posso usare una metafora calcistica, Renzi in queste elezioni ha segnato a porta vuota».

Ma come! Nel centrodestra c'è Berlusconi, che ha fatto una campagna indiavolata, e lei denuncia un vuoto di rappresentanza?
«Un conto è il fragore mediatico, altra cosa le proposte. Sul piano progettuale e programmatico il centrodestra è senza voce. Da quella parte Renzi non ha veri antagonisti perché manca una visione realmente alternativa».
Berlusconi risponderebbe: io mi batto per la rivoluzione liberale incompiuta...
«Ecco, appunto: missione incompiuta. Dopo vent'anni, tale è rimasta. Non a caso Forza Italia è sostanzialmente ai margini, vittima di un disfacimento destinato ad aggravarsi. Di questo passo, Renzi li travolge. Dovrebbero prenderne atto».

Difatti qualcuno se n'è pure andato. Dimentica Alfano?
«Non dimentico e non sottovaluto. Ma queste elezioni ci hanno detto che gli elettori non considerano le piccole formazioni di centro un'alternativa a Renzi. Ncd, come pure Scelta civica, sta nel governo in posizione sussidiaria. Per questo dico: voltiamo pagina e pensiamo a una nuova grande formazione. Senza paura, dobbiamo ricominciare».

Da zero?
«Non da zero perché il mondo dei moderati è pieno di persone che ci credono e che vorrebbero impegnarsi per voltare pagina. Sono in tanti. E neppure così moderati: credo si riconoscerebbero in un programma radicale e incisivo come il nostro».

La somma dei partiti di centrodestra supera ancora il 30 per cento...
«Includendo la Lega che ha scelto di fare da spalla a Le Pen. In ogni caso, tutti insieme queste formazioni fanno poco più di Grillo. E io non credo alle federazioni dei partiti che, l'esperienza insegna, passano il loro tempo a discutere in che modo spartirsi il potere».
Lei non si propone come federatore del centrodestra diviso, abbiamo capito bene?
«Esatto. Io non credo alla federazione, credo si debba avere il coraggio di una grande proposta innovativa. Il vecchio ha esaurito le sue potenzialità».

Alcuni diranno: ecco il partitino di Passera...
«Le rispondo con un numero: 22 milioni. Sono la somma di astensionisti, schede bianche e nulle. Senza dimenticare i molti che hanno votato turandosi il naso. La maggioranza degli italiani non ha trovato un'offerta politica convincente».
Renzi è al 40 per cento...
«Sì, al 40 per cento dei 27 milioni che hanno votato, in pratica un italiano su cinque».
Che fa, sminuisce?
«No, anzi, complimenti al premier, chiaro vincitore di queste Europee, grazie pure alla sindrome da "ultima spiaggia" che Grillo ha innescato».

Torniamo al punto di partenza: se Renzi fa breccia tra i moderati, che senso ha tentare di aggregarli su basi nuove?
«Renzi è il segretario Pd e come prima mossa politica ha chiarito che in Europa va con i socialisti. Finora ha spacciato per grandi rivoluzioni dei cambiamenti di poco rilievo».
Qualche esempio?
«L'Italicum è il bis del Porcellum. Le Province vengono in parte sostituite ma i costi restano a carico di Comuni e Regioni. Sul Senato si cambia tutto ma per tenere in piedi l'apparato. Non è con i maquillage che si rimette in moto l'Italia».

E come, scusi?
«Destinando 400 miliardi alla crescita, tagliando 50 miliardi di tasse alle famiglie e alle imprese, semplificando drasticamente la macchina dello Stato, una sola Camera, massimo 12 ministeri, via i partiti dall'economia, fuori anche dalla Rai e dalla Sanità: sono alcune delle nostre proposte».

Cose che dice anche Renzi...
«Non mi risulta. Il Pd prospera, come tutti i grandi partiti, sulla burocrazia. Non avranno mai il coraggio di smantellarla, così come non premieranno mai fino in fondo il merito. Proposta concreta: vogliamo introdurre la regola che negli ospedali tutte le posizioni di primario che si liberano vengono messe a concorso nazionale?».

Con i ritardi del sindacato il premier non è certo tenero.
«Tutti i leader della sinistra si sono scontrati con Cgil, perfino D'Alema. E comunque Renzi, in questo simile a Berlusconi, non sopporta tutto ciò che si intromette nel suo rapporto diretto, populistico, con la gente. L'opposto di una visione moderna e matura della democrazia».

Renzi è appena arrivato. Perché non lasciarlo fare?
«Per il bene dell'Italia, speriamo che faccia e meglio di quanto fatto finora. Ma se andiamo avanti come negli ultimi tre mesi, non si creerà lavoro e l'Italia si va a schiantare. Noi lo incalzeremo a fare ciò che serve veramente».

 

 

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