francesca chaouqui emiliano fittipaldi

CORVI CONTRO SCIACALLI - FITTIPALDI: ''INVECE DI COLPIRE I MERCANTI NEL TEMPIO, COLPISCONO CHI RIVELA LE LORO MALEFATTE'' - CHAOUQUI: ''MI BATTERÒ COME UN LEONE PER DIMOSTRARE DI NON AVER DATO NEANCHE UN DOCUMENTO AI GIORNALISTI''

1. A PROCESSO INSIEME A ME ANCHE LA LIBERTÀ DI STAMPA

Emiliano Fittipaldi per “la Repubblica

 

EMILIANO FITTIPALDI AVARIZIAEMILIANO FITTIPALDI AVARIZIA

Caro direttore, mentre scrivevo Avarizia, il libro-inchiesta in cui racconto gli scandali economici e i segreti finanziari del Vaticano, mai avrei immaginato che dopo la sua pubblicazione sarei finito sotto inchiesta, mandato alla sbarra e processato davanti ai giudici pontifici.

 

Processato perché accusato di un reato che prevede una pena che va dai 4 agli 8 anni di carcere. Secondo la dottrina cattolica l’avarizia è uno dei sette vizi capitali che allontanano l’uomo da Dio. Ero certo che aver intitolato così il volume non avrebbe fatto saltar dalla gioia le gerarchie della curia romana, le cui malefatte e il cui ambiguo rapporto con il denaro sono al centro della mia inchiesta giornalistica.

 

Sapevo perfettamente che svelare che l’appartamento del cardinal Bertone è stato ristrutturato con i soldi della Fondazione del Bambin Gesù — ente destinato alla cura dei bambini malati — avrebbe innervosito coloro che conoscevano da anni la vicenda, e la tenevano nascosta. E prevedevo che descrivere i fondi milionari riempiti con beneficenza dei fedeli e usati per le necessità dei cardinali avrebbe messo in grave imbarazzo chi, tra prelati e monsignori, preferisce alla trasparenza invocata da Bergoglio l’antica consuetudine di lavare i panni sporchi al riparo delle mura leonine.

emiliano FITTIPALDI emiliano FITTIPALDI

 

Però speravo che il libro, invece di essere messo all’indice come ai tempi del Sant’Uffizio, provocasse anche una reazione costruttiva da parte del mondo ecclesiastico, un dibattito sulle difficoltà che papa Francesco sta incontrando nel cammino da lui intrapreso per «una Chiesa povera e per i poveri». È invece accaduto il contrario: a parte eccezioni di rilievo come quella di Nunzio Galantino («esiste una necessità di purificazione della Chiesa anche attraverso scandali di questo tipo» ha ragionato il segretario generale della Cei) gran parte delle porpore si sono chiuse a riccio, e alla fine s’è addirittura preferito incriminare non i mercanti del tempio, ma chi li ha smascherati.

 

Un paradosso necessario anche a distogliere l’attenzione della collettività dallo scalpore (e la vergogna) dei fatti narrati.

NUZZI FITTIPALDINUZZI FITTIPALDI

 

«La verità vi renderà liberi», dice Gesù nel Vangelo secondo Giovanni. Nel mio caso condurre il lavoro d’inchiesta, verificare con pazienza notizie da decine di fonti diverse e incrociare dati per mesi in modo da pubblicare storie vere mi ha portato a dovermi difendere da accuse gravi, e — secondo le norme della giurisprudenza italiana — illiberali.

 

Perché io non sono incolpato per aver diffamato qualcuno, né per aver scritto falsità: finora nemmeno un rigo di Avarizia è stato smentito. Sono stato rinviato a giudizio perché un nuovo articolo del codice penale vaticano, approvato da papa Francesco nel luglio del 2013, prevede pene severe per chiunque «riveli notizie o documenti riservati».

 

BERTONE E BERGOGLIO c a ac d e a a c BERTONE E BERGOGLIO c a ac d e a a c

La giurisprudenza vaticana considera un delitto l’essenza stessa del nostro mestiere, ossia il dovere di pubblicare i fatti che il potere, qualunque forma esso prenda, vuole tenere occultati alla pubblica opinione. Non solo. Mi si accusa di aver messo a rischio «interessi vitali della Santa Sede »: ma davvero le notizie sul patrimonio immobiliare vaticano (pari a 4 miliardi di euro in palazzi e appartamenti a Roma, Parigi, Londra e la Svizzera) o sui costi necessari a parenti e ordini religiosi per canonizzare un loro beniamino (fare un santo può costare anche 3-400 mila euro) mettono a repentaglio la sicurezza nazionale della Santa Sede? Ho i miei dubbi.

 

NUNZIO GALANTINO NUNZIO GALANTINO

I giornalisti lavorano per il primario interesse dei lettori, e non è un caso che la libertà di stampa e il diritto di essere informati sia tutelato in ogni paese che si vuole democratico. In Vaticano ad oggi non esiste alcuna legge che possa essere paragonata all’articolo 21 della nostra Costituzione, né commi a difesa del diritto di cronaca, o codici deontologici che permettano al giornalista di opporre il segreto professionale a tutela delle proprie fonti. Domani inizia il dibattimento e sarò in aula. Ma questo che inizia non è un processo contro di me. È un processo alla libera stampa.

 

 

2. FRANCESCA CHAOUQUI: ''QUANDO HO VISTO IL RINVIO A GIUDIZIO PENSAVO DI LASCIAR PERDERE. INVECE MARTEDÌ SARÒ IN VATICANO A BATTERMI COME UN LEONE''

Post di Francesca Chaouqui su Facebook

 

Sono andata in Calabria a riaccompagnare a casa mia madre e mia nonna.

1000 km in un giorno, domani ho appuntamento con l'avvocato.

FRANCESCA CHAOUQUI INTERVISTATA DALLE IENEFRANCESCA CHAOUQUI INTERVISTATA DALLE IENE

Appena siamo arrivati sono saliti tutti i miei parenti, mia zia mi ha portato il pane fresco fatto in casa, la pizza.

L'altra zia mi ha abbracciato a lungo, i miei cugini, erano tutti lì.

E poi c'ero mio zio che di Papa Francesco è devoto, ha tutte le mie foto con Lui appese nel soggiorno insieme alle mie quelle dei miei cugini quando l'hanno incontrato tempo fa.

Era così fiero di me in questi anni. Gli avevo promesso che lo avrei portato ad una messa per il Giubileo, e avevo già fatto richiesta per i pass.

 

Stasera Piangeva. Mi ha visto, mi abbracciato e piangeva. Una roccia, uno che ha vissuto gli anni della seconda guerra mondiale e che ha visto di tutto. Eppure Piangeva.

FRANCESCA CHAOUQUIFRANCESCA CHAOUQUI

Io invece Ieri quando ho visto il dispositivo del rinvio a giudizio del processo in Vaticano ho pensato che era meglio lasciar perdere, rinunciare a qualsiasi difesa, tanto partendo da quei presupposti tutto sarebbe stato inutile. Ho pensato che potevano fare quello che volevano.

Che la giustizia non è mai di questo mondo.

Ero rimasta così male che neanche volevo più andarci al processo, tanto più che il Vaticano non ha ammesso l'avvocato Bongiorno come mio difensore, nonostante precedentemente Lei avesse sempre ottenuto il permesso di patrocinare altre cause davanti allo stesso tribunale.

 

Tutto questo prima di stasera.

Poi stasera ho visto lì la mia famiglia, loro che mi hanno cresciuto, che mi hanno insegnato che lealtà, onesta e dignità sono i valori più importanti nella vita di un essere umano. Ho pensato a tutti gli amici, tantissimi, che mi sono stati vicini e ci sono per me ogni secondo, in ogni modo.

francesca chaouqui prende la comunione da monsignor vallejofrancesca chaouqui prende la comunione da monsignor vallejo

È per loro che stasera ho deciso che martedì vado a difendermi al processo, a dimostrare che mai un solo foglio è passato dalle mie mani a quelle di un giornalista, uno qualsiasi, non solo Emiliano o Gianluigi.

 

Forse non servirà a niente, ma mi batterò come un leone affinché la verità emerga.

I PAPI SANTI TERRAZZA PREFETTURA FRANCESCA CHAOUQUI I PAPI SANTI TERRAZZA PREFETTURA FRANCESCA CHAOUQUI

Possono condannarmi ma se lo faranno sappiate che mai potranno produrre una sola prova che un solo foglio sia stato portato o consegnato da me a chiunque non fosse un mio referente nella commissione, il Santo Padre stesso o il suo Staff.

Chi mi segue su questo social Sa che ogni volta che raccontavo qualcosa della mia esperienza presso la Santa Sede usavo il tag ?#‎piùdituttoalmondo perché niente, nessuna cosa, lavoro, relazione, situazione era più importante dell'aiutare il Pontefice. È ancora così.

 

FRANCESCA CHAOUQUIFRANCESCA CHAOUQUI

O non mi sottometterei ad processo basato su regole del 1923, in fondo sono una cittadina italiana a cui niente può essere imposto da OltreTevere finché resto sul suolo italiano.

Perció stasera vi chiedo di pregare per me, per la verità. Ci vediamo in aula, martedì.

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