FORNERO ADDIO - ESODATI: FORSE SI POTRÀ ANDARE IN PENSIONE A 62 ANNI CON UN ASSEGNO RIDOTTO - TORNERANNO I CONTRATTI A TERMINE

Roberto Giovannini per "La Stampa"

Con qualche gradualità, prendono corpo le idee con cui il neoministro del Lavoro Enrico Giovannini intende mettere mano (con l'intento di risolvere delle «emergenze») al sistema pensionistico, a quello degli ammortizzatori sociali e al mercato del lavoro. Le emergenze sono la Cig in deroga; dopo il decreto arriverà una riforma della cassa integrazione e una diversa armonizzazione con l'Aspi.

La seconda è il calo delle assunzioni; in arrivo c'è una riforma della legge Fornero. La terza sono gli esodati; qui arriverà una consistente flessibilizzazione delle regole per il pensionamento. Consentendo di anticipare l'età di uscita, ma pagando una «penale» sull'importo dell'assegno. E incidentalmente - togliendo dal tavolo la mina vagante degli esodati generati dalla riforma Fornero.

Ieri, intervenendo in Parlamento, Giovannini ha sviluppato proprio quest'ultima idea, accennata da Letta nel suo primo intervento alle Camere. In altre parole, c'è l'intenzione di introdurre meccanismi di flessibilità nell'uscita dal lavoro con penalizzazioni, ma «restando attenti alle implicazioni sulle persone» e su quelle della «sostenibilità finanziaria del sistema».

A quanto si sa, la fascia di flessibilità per il pensionamento anticipato rispetto all'età di vecchiaia dovrebbe essere di tre-quattro anni. Quindi per gli uomini potrebbe essere fissata intorno ai 62-63 anni (dal 2013 l'età di vecchiaia è a 66 anni e tre mesi) con una penalizzazione «proporzionale». Oggi le donne possono anticipare il pensionamento a 58 anni e 35 di contributi, dovendo però calcolare l'assegno con il meno vantaggioso metodo contributivo.

Un'altra strettissima scappatoia è prevista pure dalla legge Fornero, ma bisogna avere 42 anni e cinque mesi di contributi (caso rarissimo) o 41 e 5 per le donne. Come ha detto il presidente dell'Inps Antonio Mastrapasqua, questa flessibilizzazione sarebbe «assolutamente sostenibile».

Sembra contraria la Cgil, che tuona contro «la penalizzazione delle persone»; forse è un tentativo di rendere il taglio dell'assegno meno consistente, sulla base della proposta dell'ex-ministro Cesare Damiano, che prevedeva una penalizzazione di solo l'8% per chi andrebbe via a 62 anni, del 6% a 63, e così via fino a 66 anni, per poi passare a un «premio». Va da sé che anticipando il pensionamento si «svuoterebbe» il bacino degli esodati rimasti.

Per il rifinanziamento della Cig in deroga si è deciso di limitare l'esborso a 800 milioni, che dovrebbero arrivare dal fondo per il salario di produttività e dal fondo per la formazione finanziato dalle imprese.

Un'altra idea che non piace al leader Cgil Susanna Camusso. Resta il fatto che il ministro sostiene che a questo punto poi bisogna «rivisitare» lo strumento della Cig in deroga. Come? Secondo il sottosegretario al Lavoro Carlo Dell'Aringa di qui al 2017, anno in cui questo strumento non esisterà più e sarà sostituito dall'universale Aspi, finanziata da lavoratori e imprese, bisognerà introdurre «meccanismi per corresponsabilizzare tutti».

In pratica, per tagliare la spesa, saranno intensificati i controlli quando si concede la Cig in deroga e quando il lavoratore la percepisce. Ci penseranno le Regioni, che dovranno cofinanziarla. Il rischio è che tanti lavoratori vengano tagliati fuori.

Infine, sempre Dell'Aringa ha indicato in che modo cambierà la riforma del mercato del lavoro. «Il contratto di lavoro a termine e quello di apprendistato non vanno penalizzati, soprattutto in un congiuntura come questa in cui le imprese raramente assumono a tempo indeterminato».

Quindi, «mettere troppi paletti nel tempo determinato o nell'apprendistato non va bene e quindi da quel punto di vista le norme vanno allentate». Insomma, salteranno le causali e le imprese potranno assumere a termine o apprendisti più facilmente.

 

ELSA FORNERO IN LACRIME Esodati Giovannini Enrico Istat in collegamento video SUSANNA CAMUSSO

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…