maria gabriella vittorio emanuele savoia

ROTTURA DI BLASONE  - VITTORIO EMANUELE S'INCAZZA CON LA SORELLA MARIA GABRIELLA PER IL RIENTRO DEI NONNI IN PIEMONTE: “NON MI HA DETTO NULLA. E L’AVEVO PURE INVITATA A PRANZO…” – IN BARBA AL FRATELLO, “ELLA” E’ PAPPA E CICCIA CON AMEDEO D’AOSTA 

 

1. LA PRINCIPESSA ARTISTA CHE NEGOZIA CON LA POLITICA

F.I. per il Messaggero

 

maria gabriella di savoia

L'artefice dell'Operazione Rientro (s'intende, delle salme dei nonni paterni), Ella di Savoia, si chiama, in realtà, Maria Gabriella Giuseppe Aldegonda Adelaide Margherita Ludovica Felicita Gennara, ed è nata a Napoli 77 anni fa, terza figlia di Umberto II e Maria José del Belgio. Nelle decisioni di seppellire i due avi a Vicoforte, e nelle trattative con lo Stato italiano (in particolare, con la Presidenza della Repubblica), si ignora se, come appare probabile, sia stata fiancheggiata dall'altra sorella Maria Pia, la primogenita, che vive a Parigi, ed ha sposato in seconde nozze Michele, principe di Borbone-Parma. 

 

GABRIELLA DI SAVOIA ROBERT DE BALKANY

Ella è tre volte nonna: i nipotini sono i figli di Elisabeth, nata da Robert de Balkany, il re dei centri commerciali che è morto due anni fa e che, nell'ultimo periodo della vita, aveva acquistato il piano nobile di Palazzo Sacchetti, in via Giulia, edificato da Giuliano da Sangallo come propria abitazione, ed affrescato da Francesco Salviati, Jacopino del Conte e Pietro da Cortona. La vendita mise a soqquadro la nobiltà romana: il marchese Giulio Sacchetti, per oltre 30 anni, è stato al vertice dell'Amministrazione del Vaticano, di cui, unico laico, era il foriere maggiore.

 

L'INIZIATIVA

Maria Gabriella è stata per anni la più vicina a sua madre: Maria José viveva nei confini della sua villa a Ginevra; e ne ha sicuramente ereditato l'estro artistico. Se l'ultima regina suonava il pianoforte (suoi docenti, il violinista Eugène Ysaye e Bronislav Huberman), Ella ha appreso da Oskar Kokoschka, che chiamava Oka, l'arte di dipingere ad acquerello, e si è concessa anche alcune esposizioni. Ma, soprattutto, ha creato una Fondazione, intitolata ai suoi genitori, e centro di ricerche storiche sui Savoia. 

Elena di Savoia

 

Tra le ultime iniziative, nel 2015, per l'ostensione della Sindone a Torino, la mostra di parte delle 11 mila stampe antiche riguardanti la reliquia, raccolte dal padre, la cui porzione maggiore è andata però distrutta nel bombardamento di Montecassino, dove era stata ricoverata dal castello di Racconigi. 

 

maria gabriella di savoia1

Ella ha ricercato in ogni dove dei reperti di famiglia, e custodisce con cura quelli ricevuti in eredità; ha riacquistato all'asta anche quanto alcuni tra i fratelli avevano venduto. «Altri, spontaneamente, mi hanno perfino inviato dei cimeli, e io sono loro assai grata». Per accrescere la Fondazione, ha ceduto anche parte del suo patrimonio; oggi possiede libri rari, quadri, oltre 12mila stampe, e tantissime fotografie. Ha esposto a Torino, alla Venaria Reale, abiti e manti di corte; altrove, i gioielli della mamma e degli avi, da cui ha tratto anche un libro. 

 

IL RUOLO

Insomma, è l'intellettuale di famiglia. Ma anche la più politica tra i suoi rappresentanti: da qui l'iniziativa del ritorno degli avi, non condivisa dal fratello Vittorio Emanuele, che ancora sperava in una sepoltura al Pantheon. Ma quando l'idea è stata soltanto ventilata, aveva creato tali ostacoli, da sembrare davvero insormontabile: lo Stato italiano rifiuta quella tomba, di un re con molte e gravi responsabilità storiche, in un sito tanto prestigioso. 

AMEDEO DAOSTA

 

I rapporti tra loro non sono mai stati dei migliori: quando viveva ancora la terza sorella, Maria Beatrice, tutte si erano dimesse dall'Ordine dei santi Maurizio e Lazzaro, di cui Viktor è il Gran Maestro. A fianco ad Ella è invece sempre stato il cugino, Amedeo d'Aosta. Di Vittorio, lei politicamente dice solo: «Abbiamo preso due strade diverse, e sono inconciliabili». Adesso, ancora di più.

 

2. «ERO ALL' OSCURO,NON MI È ARRIVATA ALCUNA FATTURA»

Enrica Roddolo per il Corriere della Sera

 

Umberto Maria Jose e prole

«Questa sepoltura nel Cuneese tradisce la volontà dell' ultimo re d' Italia, Umberto II, mio padre. Mi diceva: "Vittorio, quando le salme della regina Elena e di Vittorio Emanuele III potranno tornare, disponi che siano tumulate al Pantheon dove riposano tutti i principi di casa Savoia che hanno regnato. E quando toccherà a me, anch' io e Maria José dovremo riposare al Pantheon"».

 

Vittorio Emanuele, 80 anni, figlio del re di maggio, provato da una doppia rottura del femore «che mi costringe al bastone», parla da Ginevra con il Corriere e ribadisce la sua amarezza. Dopo 70 anni è finito l' esilio delle spoglie dei due sovrani, eppure il principe non è felice. «L' ho appreso dalla tv che nonna Elena era tornata in Italia - si lamenta -. Maria Gabriella mi ha tenuto all' oscuro di tutto, e dire che due giorni prima era a pranzo a casa mia e non mi ha detto una sola parola di questo piano. Sono addolorato».

 

vittorio emanuele e marina di savoia

Chi ha pagato per il rimpatrio delle salme? «A me non è arrivata alcuna fattura». Oggi, con la moglie Marina Doria («insieme da una vita, una donna speciale»), l' erede del casato andrà a Vicoforte per gli onori alle sepolture dei re.

 

«Ma spero ancora che dal Piemonte si possano poi traslare a Roma al Pantheon». Il Pantheon? Dopo le colpe che vanno attribuite a suo nonno: il legame con il fascismo, le leggi razziali, la guerra mondiale...

 

«Riconosco l' errore della contro-firma di Vittorio Emanuele su quelle leggi, che non erano sue, ma volute dal governo Mussolini - ammette il principe -. E il primo atto come erede di Casa Savoia quando tornai nel 2002 è stato una lettera di condanna di quelle leggi indirizzata al Rabbino di Roma. Il posto dei re è il Pantheon. Io invece riposerò a Superga, perché quella è la sepoltura per i Savoia che non hanno regnato».

 

Rimpianti per non essere stato re? «No, rimpiango di non essere cresciuto in Italia».

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?