antonino e sergio mattarella

MATTARELLA, PARLA IL FRATELLO CHIACCHIERATO - ‘’I SOLDI IN PRESTITO DALLA BANDA DELLA MAGLIANA? TUTTO ARCHIVIATO. BUTTANATE’’ – ‘’LE AMICIZIE MAFIOSE DI MIO PADRE? HANNO TUTTI RETTIFICATO E L’UNICO CHE NON LO HA FATTO (DANILO DOLCI) È STATO CONDANNATO’’

Attilio Bolzoni e Francesco Viviano per “la Repubblica

 

C’è una piccola scossa di terremoto alle falde dell’Etna che butta lava sulla neve bianca e sbuffa. Sbuffa anche lui all’improvviso. E dice: «Sergio si deve guardare dai politici». Il fratello del Presidente della Repubblica è rintanato nel suo rifugio sotto il vulcano con i suoi quarantasette cani ed è circondato da nove ettari di vigna che si arrampica sulla roccia nera. Si presenta:

ANTONINO MATTARELLAANTONINO MATTARELLA

 

«Sono io Antonino Mattarella, ho 78 anni, quattro più di Sergio, ho fatto il docente universitario — diritto del lavoro — e quando non sto a Roma sono sempre qui a Santa Venerina con i miei cani di razza che allevo e mando ai concorsi ». A Villa Grifunera, dove si produce un vino rosso e profumato che ha chiamato “Iddu” (in siciliano “lui”, dedicato al vulcano) abbiamo intervistato l’altro dei Mattarella. Nel piccolo studio di una villa di campagna tanti libri e tantissimi cd di musica classica, una sola fotografia: quella del padre Bernardo.

 

Molti non sapevano della sua esistenza, poi nei giorni scorsi “Il Fatto” ha cominciato a scrivere su di lei...

«Sono amareggiato, io non c’entro con l’attività politica di mio fratello, non ho mai interferito con certe cose, né con Sergio e prima neanche con Piersanti… Non avevano bisogno di me».

 

Ci racconti questa vicenda dei suoi rapporti con alcuni criminali, quelli della banda della Magliana. Come li ha conosciuti? Come è entrato in contatto con loro e come mai prese soldi in prestito da quei personaggi?

BERNARDO MATTARELLABERNARDO MATTARELLA

«E’ una vicenda assurda di 25 anni fa. Lo stesso pm che l’aveva aperta ha chiesto poi l’archiviazione che il giudice ha controfirmato. Cosa dovrei aggiungere su una storia che non esiste da un punto di vista giudiziario?».

 

Potrebbe chiarire.

«Posso soltanto esprimere la mia opinione: non ha senso che veniate qui a tirare fuori una cosa come questa quando non la si conosce. Una ricostruzione fondata su niente».

 

Però lei dovrebbe spiegarci, al di là di come si è concluso il caso giudiziario, come e perché sono nate queste relazioni.

«Non ne voglio parlare più, gli ho creato già abbastanza problemi a Sergio con queste buttanate».

 

Andrà a Roma per il giuramento del Presidente?

sergio mattarellasergio mattarella

«No, non mi sono mai intromesso nelle attività politiche dei miei fratelli e non lo farò certo domani. Stamattina ho mandato un messaggio a Sergio, gli ho detto: scusami se domani non sarò a Roma, se sto in disparte. Mi ha risposto: ‘Ti capisco’..».

 

Che rapporto ha con suo fratello Sergio?

«Fraterno, bellissimo. Non ci vediamo spessissimo ma ci sentiamo sempre. Quando andavo a Palermo dormivo sempre a casa sua».

 

E ieri, quando vi siete sentiti?

SERGIO MATTARELLA SERGIO MATTARELLA

«Subito dopo l’elezione, prima ci siamo scambiati il solito sms e poi abbiamo parlato al telefono. Ma aveva fretta, stava preparando il discorso. E’ una grande emozione per me, io non ho mai fatto politica ma alla politica ci sono abituato. Io ho conosciuto De Gasperi, tutta la classe politica di quel tempo. Colombo, Andreotti… La Pira veniva a casa nostra a Palermo. Prima sostenevo la Dc, adesso voto Pd».

 

Se lo aspettava che fosse proprio lui il Presidente?

«Ero convinto che Presidente sarebbe dovuto diventare la volta precedente perché Sergio è l’uomo giusto al posto giusto. Ma l’altra volta ci fu il veto di Berlusconi, Bersani offrì una terna e lui disse no. Io, io non l’avrei invitato Berlusconi domani.. Sì, Sergio doveva diventare prima Presidente ».

 

Come definirebbe suo fratello in due parole?

«Una persona equilibrata. Renzi ha detto che è di grande rigore morale. Equilibrio e rigore morale, le doti di un Presidente della Repubblica».

 

Consigli da dare al fratello più piccolo?

Piersanti MattarellaPiersanti Mattarella

«Di guardarsi dai politici, Sergio è un uomo di profondissima cultura, cosa non comune tra gli uomini politici italiani. Non mi permetterei di dargli consigli tranne uno: continui a fare quello che ha fatto sino ad ora».

 

E dell’altro fratello, Piersanti, cosa ricorda di quel giorno, il 6 gennaio del 1980?

«Non avrei mai pensato a una tragedia del genere, non ci pensavo assolutamente, non so se lui avesse delle preoccupazioni mai io certamente no. Ero a Roma, a pranzo con amici, presi il primo aereo».

 

Ucciso dalla mafia?

«Solo dalla mafia? E la matrice politica? Voleva rompere equilibri, appalti».

Lei ha solo la foto di suo padre in questo studio. E quelle degli altri suoi familiari?

«Le altre foto le tengo tutte nella mia casa di Roma. Mio padre.. mio padre era un uomo onesto con un viso aperto, un uomo veramente completo».

 

SALVO LIMA SALVO LIMA

E un po’ chiacchierato per le sue amicizie mafiose.

«Hanno tutti rettificato e l’unico che non l’ha fatto è stato Danilo Dolci che è stato condannato. Ho sempre pensato di scrivere un libro sulla storia dei Mattarella».

 

Un libro per scrivere cosa?

«Mio padre è sempre stato avversato da gente come gli esattori Salvo di Salemi da Salvo Lima. Poi di tutta quell’epoca l’unico che ha pagato il conto è stato Vito Ciancimino che era l’ultima ruota del carro. La corrente fanfaniana era tutta contro mio padre. A Palermo c’erano Gioia e Lima, poi Lima è diventato andreottiano».

 

E la mafia che c’entra?

«Eh la mafia era quella della Sicilia occidentale, per esempio qui a Catania non era vera mafia, la mafia stava dall’altra parte della Sicilia. Oggi sono più gangster che mafiosi».

 

bernardo giorgio mattarellabernardo giorgio mattarella

Antonino Mattarella racconta ancora della sua famiglia, della Sicilia, di Palermo, del fratello Presidente. E poi torna alle origini, al padre Bernardo. E’ un nome che ciascuno dei tre figli — Piersanti, Sergio e lui, Antonino — ha voluto dare anche ai loro figli: «Ce ne sono tre di Bernardo, uno in ogni famiglia Mattarella, quello di Sergio si chiama Bernardo Giorgio, gli altri due sono Bernardo e basta».

 

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA…