gabanelli renzi poletti

VEDO NERO – MI-JENA GABANELLI FA I CONTI DELL’EVASIONE DEI CONTRIBUTI PENSIONISTICI. NEL 2017 IL SOMMERSO È ARRIVATO A VALERE IL 19,5% DEL PIL: 320 MILIARDI DI EURO – CHI DEVE RECUPERARE IL DOVUTO? INPS, INAIL E MINISTERO DEL LAVORO, CHE FINO A QUALCHE ANNO FA RIUSCIVANO A INCASSARE QUASI IL 10% OGNI ANNO. POI È ARRIVATA LA RIFORMA RENZI-POLETTI, E…

VIDEO – GABANELLI: LAVORO NERO DIPENDENTE: OGNI ANNO EVASI 11 MILIARDI DI CONTRIBUTI

 

Paolo Foschi e Milena Gabanelli per “Dataroom – Corriere della Sera”

 

gabanelli lavoro nero 3

Dalle stime ufficiali dell' Inps ammonta ad almeno undici miliardi di euro l' anno l' evasione dei contributi pensionistici. Il dato si riferisce soltanto al lavoro dipendente, esclusi dunque almeno altrettanti miliardi relativi a liberi professionisti, artigiani, consulenti e imprese individuali. Chi deve recuperare il dovuto, che si perde nei meandri dell' economia sommersa, sono i servizi di ispettorato dell' Inps, Inail e ministero del Lavoro.

 

RENZI POLETTI

Fino a qualche anno fa riuscivano ad incassare quasi il 10 per cento ogni anno, poi con il governo Renzi e il ministro Poletti nel 2015 è arrivata la riforma: per evitare sovrapposizioni, sprechi di risorse e rendere più efficaci i controlli i soggetti vigilanti devono essere coordinati dall' Istituto Nazionale del Lavoro. Oggi il risultato raggiunto è esattamente l' opposto. Che cosa è successo?

 

gabanelli lavoro nero 1

Per capirlo confrontiamo i numeri. Nel 2013, un anno prima che si iniziasse a parlare di riforma, i 3.537 ispettori del ministero del Lavoro, avevano recuperato 90.982.451 euro; i 1.492 ispettori Inps 1,240 miliardi; infine i 377 ispettori Inail 89.936.000. Nel 2017, primo anno con le nuove regole, l' incasso delle attività ispettive è passato a 125.550.287 euro per il ministero del Lavoro, a 894.150.678 per l' Inps, e 80.398.967 euro per l' Inail. In totale 321.773.000 milioni di euro in meno, con un calo dei contributi previdenziali evasi del 27,94%. Che sia dovuto a una diminuzione del lavoro nero? A guardare i dati, pare proprio di no.

 

RENZI POLETTI

L' Istat e la Commissione per l' economia non osservata istituita presso il Tesoro, registrano fra il 2012 e il 2015 (cioè prima della riforma) un aumento del lavoro irregolare del 5,1%. Sempre nel 2015 l' economia sommersa valeva 208 miliardi di euro, pari al 12,8% del Prodotto interno lordo. Nel 2017 i dati non sono ancora omogenei, ma secondo i calcoli del centro Studi e ricerche sul mezzogiorno, il giro d' affari dell' economia sommersa è balzato a 320 miliardi di euro, ovvero al 19,5% del Pil.

 

GIULIANO POLETTI IN SENATO FOTO LAPRESSE

Come è possibile allora che sia crollato l' incasso delle attività di vigilanza? Le cause, sostengono gli stessi ispettori, sono di diversa natura. Prima di tutto l' accentramento delle funzioni sotto il ministero del Lavoro ha burocratizzato l' iter dei controlli. «Ogni mese c' è una riunione di un comitato territoriale al quale va sottoposto l' elenco dei controlli che si intende effettuare. Questa procedura, introdotta per evitare sovrapposizioni - spiega Giancarlo Sponchia, presidente dell' Associazione nazionale ispettori di vigilanza - allunga i tempi di intervento. Per esempio, se prima, di fronte ad una situazione di allarme, l' ispettore poteva decidere nel giro di un paio d' ore di effettuare un controllo a sorpresa, oggi non è più possibile, perché le ispezioni vanno preventivamente autorizzate nel corso della riunione mensile. E più si allarga il numero di persone a conoscenza in anticipo dei nomi delle aziende da ispezionare, più cresce il rischio di fughe di notizia».

 

gabanelli lavoro nero 2

Rischio fondato, stando alle dichiarazione fatte da Fabio Querin, delegato Rsu di Fincantieri (dove lavorano 4.000 lavoratori in appalto) lo scorso maggio a Report: «Quando viene l' ispettorato del lavoro lo sa tutto il cantiere, e tre giorni prima i lavoratori degli appalti dell' azienda da ispezionare cominciano a far pulizia nella zona di lavoro».

INPS PENSIONI

Sul recupero dell' evasione ha inciso poi la drastica riduzione del numero degli ispettori Inps, che erano quelli che portavano i risultati quantitativamente maggiori. Con il jobs act chi va in pensione o passa a altro incarico, non viene sostituito, per permettere il passaggio delle funzioni ai controllori del ministero del Lavoro. E così dal 2014 a oggi l' Inps ha perso oltre trecento ispettori, e di conseguenza il numero dei controlli è crollato, tanto che nel bilancio previsionale per il 2018 viene indicato come valore degli accertamenti di vigilanza la somma di 432 milioni di euro, a fronte della media di oltre un miliardo di recupero annuo nel periodo 2013-2016.

 

tria conte di maio salvini 1

Inoltre il ministero del Lavoro non rende facile i controlli: i propri ispettori infatti devono muoversi quasi sempre con i mezzi pubblici, anche per raggiungere le aziende con la sede in zone periferiche e spesso servite da linee disastrate. Paolo Pennesi, ex capo del Dipartimento silurato da Luigi Di Maio all' inizio di settembre, nella relazione dell' attività del 2017 ha attribuito la flessione degli incassi soprattutto al minor utilizzo di molti ispettori impegnati nella formazione. In altre parole: il ministero non dispone del know how necessario per coordinare l' attività.

 

gabanelli lavoro nero 4

«Gli ispettori Inps e Inail - continua Giancarlo Sponchia - lavorano con software molto avanzati che elaborano e incrociano numerosi dati per verificare se i versamenti contributivi di un' azienda sono in linea con l' attività dell' azienda stessa. Inps e Inail hanno offerto la disponibilità a fornire i propri dati al ministero, che però ha risposto di non essere in grado al momento di gestire l' enorme molte di informazioni. Ma è un paradosso che chi deve coordinare non abbia gli strumenti per comprendere i fenomeni che deve contrastare».

 

SALVINI DI MAIO CONTE BY SPINOZA

Per adesso, fra l' altro, gli ispettori Inps e Inail sono rimasti in carico ai rispettivi istituti, pur dipendendo funzionalmente dal ministero, ma se un giorno sarà formalizzato il passaggio alle dipendenze dirette del dicastero, rischiano di perdere una parte delle retribuzione annua compresa fra i 5 e i 10 mila euro. Ed è questo uno dei motivi che sta spingendo molti ispettori a chiedere il collocamento in altro ruolo.

 

matteo renzi (1)

«L' evasione contributiva toglie soldi alle pensioni di tutti noi, e lo Stato, con questa riforma, anziché potenziare l' attività ispettiva, ha ottenuto il risultato opposto - conclude Giancarlo Sponchia -. È giusto che ci sia un accentramento e coordinamento delle attività di controllo, ma sarebbe più corretto affidare questo ruolo all' Inps che ha le competenze per farlo».

In conclusione: o è stata avviata la riforma senza predisporre prima la formazione e l' adeguamento tecnologico dentro al ministero per manifesta incapacità, oppure la competenza è stata affidata al ministero per permettere alla politica di controllare i controllori.

renziSALVINI DI MAIO CONTE

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…