mario draghi gas

IL GAS A TRECENTO EURO NON È UN AFFARE CORRENTE? – DRAGHI È IN FORTE IMBARAZZO: IL BUON SENSO VORREBBE CHE A PRENDERE PROVVEDIMENTI SULL’EMERGENZA ENERGIA FOSSE LA NUOVA MAGGIORANZA, MA SE NON INTERVIENE ORA SI RISCHIA IL TRACOLLO – “MARIOPIO” STA LIMANDO IL DISCORSO CHE FARÀ DOMANI AL MEETING DI RIMINI. IERI, L’HA ANTICIPATO IL SOTTOSEGRETARIO GAROFOLI, CHE HA FATTO CAPIRE CHE L’ESECUTIVO È PRONTO A INTERVENIRE…

1 - DA RIMINI UN ALLARME SUL PNRR "RISCHIO GARE DESERTE PER I COSTI"

Estratto dell’articolo di Conchita Sannino per “la Repubblica”

 

mario draghi by istituto lupe

Vietato allentare la presa. Nessun cedimento consentito dal metodo Draghi, per l'esecutivo che si avvia a tramontare. Così la macchina di Palazzo Chigi accelera su obiettivi Pnrr. Convoca la conferenza dei capi di gabinetto di tutti i Ministeri. Mette in campo le tappe prossime: dagli asili nido agli hub universitari.

 

E risponde ai disagi dei troppi enti locali. Soprattutto piccoli e medi Comuni - com' era ampiamente previsto - arrancano o scontano sul Piano Nazionale di Ripresa, per carenza di adeguate competenze. E vengono soccorsi dal governo con due modalità, grazie al tavolo permanente con Anci: sia con la centralizzazione dei progetti da parte di Invitalia, sia con l'assistenza tecnica (la piattaforma Capacity Italy) di Cassa depositi e prestiti.

 

MARIO DRAGHI ROBERTO GAROFOLI

«Questo governo nelle prossime settimane lavorerà per mettere in condizioni di tranquillità e sicurezza chi verrà dopo, per il conseguimento degli obiettivi di dicembre», è la rassicurazione che arriva, al Meeting di Rimini, da Roberto Garofoli, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, l'uomo-ombra del primo ministro ospite ieri del dialogo su "Favorire la crescita e sostenere i più deboli".

 

Non a caso, trapela la mossa che riscontra la necessità, per Roma, di serrare le fila. Per la settimana prossima, forse anche tra 30 e 31 agosto, è convocata la Conferenza di tutti i capi di gabinetto dei Ministeri. […]

 

mario draghi 5

2 - IL GOVERNO SI PREPARA ALL'EMERGENZA UNA STRETTA SUI MINISTERI PER IL PNRR

Alessandro Barbera per “la Stampa”

 

Consumata la pausa di Ferragosto, Mario Draghi è tornato a Roma ed ha sul tavolo nuove grane. L'aumento del prezzo del gas sul mercato libero di Amsterdam è vicino alla soglia psicologica dei trecento euro a megawatt ora. Se così fosse, il governo in carica per gli affari correnti potrebbe essere costretto a intervenire.

 

ursula von der leyen consegna a mario draghi la pagella di bruxelles al recovery plan italiano 3

L'imbarazzo del premier è enorme. Il buon senso vorrebbe che a prendere provvedimenti fosse la nuova maggioranza, ma il calendario è implacabile: nella migliore delle ipotesi fra le procedure di voto, l'insediamento delle Camere, la scelta dei nuovi presidenti e le consultazioni del Capo dello Stato il nuovo governo giurerà fra due mesi, quando il peggio si sarà consumato.

 

In queste ore il premier sta ritoccando il discorso atteso per domani al Meeting di Rimini. Sarà un bilancio del lavoro fatto e un'analisi implacabile dei problemi che aspettano di essere risolti. Nel frattempo ieri lo ha preceduto il suo sottosegretario Roberto Garofoli: «I recenti aumenti dei prezzi delle fonti energetiche determinano ulteriore preoccupazione. Il governo continuerà nelle prossime settimane a monitorare la situazione e a muoversi sul solco tracciato dal Capo dello Stato al momento dello scioglimento delle Camere».

mario draghi al meeting di rimini 5

 

La forma scelta da Garofoli è sostanza: citando il «solco» di Sergio Mattarella lascia intendere che se necessario, il governo uscente interverrà per decreto dopo essersi consultato con i partiti della vecchia maggioranza di larghe intese, la stessa che un minuto dopo lo scioglimento delle Camere si è divisa in tre poli. Mai come in questo momento si percepisce lo scarto fra la rappresentazione della politica e la realtà delle scelte di governo.

 

Ciò che il governo uscente può continuare a fare senza remora costituzionale è il lavoro sul piano nazionale delle riforme. Di qui a dicembre - lo ha ricordato Garofoli di fronte alla platea del Meeting - l'Italia deve raggiungere 55 obiettivi. Senza di essi, non ci saranno i venti miliardi della terza tranche dei fondi del Recovery Plan. Per accelerare il lavoro il sottosegretario ha convocato per la prossima settimana una riunione dei capi di gabinetto di tutti i ministeri coinvolti.

 

«Un tavolo che riuniamo regolarmente per coordinare il lavoro», spiega a margine del Meeting. Di certo Draghi non sarà in grado di completare tutti i passaggi formali prima di lasciare gli uffici di Piazza Colonna, ma Garofoli ha preso l'impegno a lavorare fino all'ultimo giorno utile in nome della continuità istituzionale.

meme su Mario Draghi e il recovery plan

 

«Questo governo nelle prossime settimane lavorerà per mettere quello che verrà in condizioni di tranquillità e sicurezza per il conseguimento degli obiettivi di dicembre». Ha spiegato che verrà fatta «una ricognizione puntuale di quanto fatto e si deve fare perché possa proseguire questo lavoro inedito e complicatissimo per il Paese».

 

Il Recovery Plan è «un'occasione storica per ridurre i divari fra Nord e Sud». Garofoli elenca per numeri la posta in gioco: 35 miliardi nel 2023, 50 nel 2024, 50 nel 2025, 35 nel 2026.

 

Se nella storia recente ogni nuova maggioranza politica si è premurata di smontare il lavoro di quella precedente, questa volta le circostanze obbligheranno i nuovi inquilini di Palazzo Chigi a cambiare atteggiamento. Per Regioni e Comuni il piano europeo di resilienza è un'opportunità unica di investimento e nessun governatore, di destra o sinistra, è disposto a perderla.

mario draghi al meeting di rimini 4

 

Lo ha confermato un confronto fra sei di loro davanti al pubblico del Meeting. C'erano fra gli altri l'emiliano Stefano Bonaccini, il lombardo Attilio Fontana, il ligure Giovanni Toti. Con un però: pur con sfumature diverse, ciascuno di loro ha chiesto modifiche operative al piano, questione oggetto del discorso di sabato alla platea di Rimini da parte del commissario europeo agli Affari economici Paolo Gentiloni.

 

Lo chiede il leghista Fontana - «se c'è la disponibilità da parte dell'Unione, chiediamo si possano prendere in considerazione» - con qualche cautela in più Bonaccini: «Qualche modifica probabilmente va fatta ma attenti a non cambiare in corsa e a rimanere vittime di noi stessi». Toti insiste sui ritardi ormai evidenti nelle procedure di assegazione degli appalti: «Il problema è realizzare le infrastrutture, e in fretta. I tempi non sono indifferenti, perché se ci si mette troppo le strutture potrebbero essere inutili».

mario draghi al meeting di rimini 3

 

È una delle questioni di cui discuterà Garofoli con i ministeri la prossima settimana: nei piani di Palazzo Chigi la soluzione è la struttura di supporto tecnico costituita fra Invitalia e Cassa depositi e prestiti. Prima che per la politica, il piano delle riforme è una sfida titanica per l'elefante burocratico italiano.

Draghi al Meeting di Comunione e liberazione

Ultimi Dagoreport

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin terre rare

FLASH! – L’EX COMICO ZELENSKY SI È RIVELATO MOLTO PIÙ ABILE DI TANTI DIPLOMATICI - LA POLIZZA SULLA VITA DELL’UCRAINA È STATA LA FIRMA DELL’ACCORDO SULLE TERRE RARE, CHE RAPPRESENTA UNA “GARANZIA DI SICUREZZA” DI AVERE TRUMP DALLA SUA PARTE - COME POTRANNO GLI AMERICANI PERMETTERE A PUTIN DI PRENDERSI IMPIANTI E MINIERE IN COMPROPRIETÀ USA-UCRAINA? L’INTESA SUI MINERALI HA SORPRESO "MAD VLAD": ERA CONVINTO CHE ZELENSKY NON AVREBBE MAI MESSO DA PARTE L’ORGOGLIO, FERITO CON L’UMILIAZIONE ALLA CASA BIANCA…

marina paolo berlusconi antonio tajani ursula von der leyen antonio angelucci

DAGOREPORT – GETTATA DALLO SCIROCCATO TRUMP NEL CESTINO DELL'IRRILEVANZA, MELONI ARRANCA IMPOTENTE, E SI SPACCA PURE LA FAMIGLIA BERLUSCONI: ALL’EUROPEISTA MARINA SI CONTRAPPONE IL TRUMPIANO ZIO PAOLO (TRA I DUE C’È STATO UN BOTTA E RISPOSTA TELEFONICO CON CAZZIATONE DELLA NIPOTINA: MA TU, CHI RAPPRESENTI?) – UNICO MINISTRO DEGLI ESTERI EUROPEO AD ESSERE IGNORATO DAL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO MARCO RUBIO, TAJANI E' IMPOTENTE DAVANTI ALLE SBANDATE ANTI-UE DI SALVINI (IN COMPAGNIA DI MARINE LE PEN) E AL CAMALEONTISMO-BOOMERANG DELLA ''GIORGIA DEI DUE MONDI", FINITA "ESPULSA'' DALL'ASSE MACRON-MERZ-TUSK – E QUANDO RICICCIA LA QUESTIONE DEL MES (L'ITALIA E' L'UNICO DEI 27 PAESI EU CHE NON L'HA RATIFICATO), SI APRE UNA NUOVA CREPA TRA FORZA ITALIA E LEGA – L’ASSALTO DI “LIBERO” E “TEMPO” A URSULA VON DER LEYEN (IL MELONIZZATO ANGELUCCI È TORNATO SALVINIANO?) - UNICA SODDISFAZIONE: FINCHE' L'ALTERNATIVA SI CHIAMA ELLY SCHLEIN, GIUSEPPE CONTE E FRATOIANNI-BONELLI, IL GOVERNO DUCIONI CAMPA TRANQUILLO...

donald trump - mohammed bin salman - netanyahu al jolani

DAGOREPORT - QATAR-A-LAGO! A GUIDARE LE SCELTE DI DONALD TRUMP, SONO SOLTANTO GLI AFFARI: CON IL TOUR TRA I PAESI DEL GOLFO PERSICO, IL TYCOON SFANCULA NETANYAHU E SI FA "COMPRARE" DA BIN SALMAN E AL-THANI – LA FINE DELLE SANZIONI ALLA SIRIA, LE TRATTATIVE DIRETTE CON HAMAS PER LA LIBERAZIONE DELL'OSTAGGIO ISRAELIANO, IL NEGOZIATO CON L’IRAN SUL NUCLEARE E GLI AIUTI UMANITARI USA A GAZA: ECCO COSA DARA' TRUMP AGLI STATI ARABI IN “CAMBIO” DEL FIUME DI PETROLDOLLARI IN DIREZIONE WASHINGTON - IL TYCOON MANIPOLA LA REALTÀ PER OCCULTARE IL FALLIMENTO DELLA POLITICA DEI DAZI: MA SE ENTRO IL 30 GIUGNO NON SI TROVA L'ACCORDO, L’UE È PRONTA ALLA RITORSIONE – APPUNTI PER LA DUCETTA: COME DIMOSTRA L’ISRAELIANO “BIBI”, SEDOTTO E ABBANDONATO, NON ESISTONO “SPECIAL RELATIONSHIP” CON IL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO MA SOLO CIO' CHE GLI CONVIENE… - CIRCONDATO DA YES MEN E MILIARDARI IN PREDA AI DELIRI DELLA KETAMINA COME MUSK, A FAR RAGIONARE TRUMP È RIMASTO SOLO IL SEGRETARIO AL TESORO, SCOTT BESSENT...