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GAUCHE CAVIAR, ADIEU - DIETRO IL TONFO DI HOLLANDE LA DEBACLE IDEOLOGICA DEI SOCIALISTI CHE ESALTANO MULTICULTURALISMO E MATRIMONI GAY E DISPREZZANO IL POPOLO - HOLLANDE CHIAMÒ ''SDENTATI'' I POVERI

Mauro Zanon per “Libero Quotidiano”

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La Corrèze, l'Essonne, la Seine-Maritime e i Deux-Sèvres, ossia, rispettivamente, il dipartimento del presidente François Hollande, l'avamposto elettorale del primo ministro Manuel Valls, il trampolino politico del ministro degli Esteri Laurent Fabius e il feudo della ministra dell'Ecologia Ségolène Royal: tutti, indistintamente, passati a destra, sotto il controllo dei neogollisti dell'Ump, il partito di Nicolas Sarkozy, che grazie all'alleanza con i centristi dell'Udi è riuscito a strappare alla gauche 28 dipartimenti. Dei 61 che governava fino all’esito catastrofico delle dipartimentali di domenica, la sinistra ne ha mantenuti appena 34.

 

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È il terzo schiaffone consecutivo, dopo le municipali e le europee dello scorso anno, ma questa volta fa male davvero. Domenica sera, un imbarazzato Manuel Valls ha parlato di una «gauche troppo dispersa» che ha registrato un «netto arretramento, nonostante un buon bilancio dei governi dei dipartimenti». Un tentativo goffo di edulcorazione della realtà che ha fatto sogghignare Sarkozy e Marine Le Pen e allo stesso tempo trasalire i frondisti del Ps, l'ala radicale che flirta con l'ultrasinistra di Jean-Luc Mélenchon, i quali, all'annuncio dei risultati, hanno subito reclamato un «nuovo contratto di maggioranza», imputando la disfatta alla sterzata liberale impressa dal duo Hollande-Valls.

 

«È un voto di protesta contro la politica nazionale», ha tuonato Martine Aubry, che assieme all'ex inquilino di Matignon Jean-Marc Ayrault rappresenta oggi la figura politica attorno alla quale la fronda dei giacobini del Ps si sta riunendo e compattando. Julien Dray, figura storica del Partito socialista francese, nonché fondatore di Sos Racisme, ha dichiarato che il Ps è «totalmente da rifondare».

festa dell'unità bologna matteo renzi manuel vallsfesta dell'unità bologna matteo renzi manuel valls

 

Ma il giudizio più severo dell’area frondista è giunto dall’ex ministro dell'Educazione nazionale Benoît Hamon, che ha attaccato duramente il “baratin” del governo, cioè la vana tiritera dei socialisti, prima di aggiungere: «C'è un malinteso tra la sinistra e il popolo (…) I meno abbienti, le classi popolari ci hanno abbandonato. È a loro che bisogna pensare».

 

Facendo questa dichiarazione, Hamon sembra essere il solo in seno al suo partito ad aver compreso il messaggio delle dipartimentali, e cioè che il fallimento della gauche non è solo politico ma è anche e soprattutto ideologico. Sbaglia però quando dice che è il popolo ad aver abbandonato la sinistra, perché è proprio il contrario. È la gauche ad aver abbandonato il popolo, i “piccoli banchi”.

IL PREMIER FRANCESE MANUEL VALLS A SAN PIETROIL PREMIER FRANCESE MANUEL VALLS A SAN PIETRO

 

Sono Hollande e compagni a non curarsi più di quella Francia profonda, rurale, tradizionalista, “de souche”, che ha sfilato in massa contro il matrimonio e le adozioni per le coppie omosessuali, che si è ribellata alle politiche arcobaleno dei socialisti, la Francia della Manif pour tous e dell’ “identità infelice”, di cui ha scritto Alain Finkielkraut, minacciata dall’avanzata aggressiva dell’islam e dalla deflagrazione del modello assimilazionista.

 

manifestazione a parigi   sarkozy e hollande  manifestazione a parigi sarkozy e hollande

Una Francia che i socialisti non solo hanno trascurato, preferendo concentrare le loro attenzioni e risorse sulle popolazioni di origine immigrata, decantando i presunti splendori del multiculturalismo e del senzafrontierismo, ma sbeffeggiano, disprezzano, umiliano: «gli sdentati» (Hollande sui poveri), «gli analfabeti» (il ministro dell’Economia Macron a proposito dei dipendenti delle macellerie di Gad), «i finti disoccupati» (Rebsamen, ministro del Lavoro). Domenica, il popolo francese non si è dimenticato di tutto ciò e li ha puniti votando massivamente a destra.

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