jas gawronski berlusconi

A TUTTO JAS! PARLA GAWRONSKI: “AGNELLI? SE PENSO CHE AVEVA NASCOSTO FONDI ALL’ESTERO, È UN BENE SIA STATO DIMENTICATO'' - "JOHN ELKANN NON HA LE QUALITA' NE' I DIFETTI DELL'AVVOCATO" - "LAPO HA GESTITO BENE LE SUE DISAVVENTURE. IL VIZIO RENDE PIU' UMANI" - ''PUTIN E’ UN GENIO, PAPA FRANCESCO? NON MI PIACE LA SUA IDEA MEGLIO POVERI CHE RICCHI''

Giancarlo Perna per “Libero Quotidiano”

 

JAS GAWRONSKI BERLUSCONIJAS GAWRONSKI BERLUSCONI

Io di fronte, nel terrazzo del suo attico romano, Jas Gawronski in superba tenuta estiva biancolatte. Jas ha poco del comune mortale. Il padre, Jan, fu un diplomatico polacco di natali principeschi. La mamma, Luciana, era figlia di Alfredo Frassati, il fondatore della Stampa. Suo zio, fratello della madre, è il beato Piergiorgio Frassati. Tra gli amici non sono contemplati né i Rossi né i Brambilla. Ma ci sono Gianni Agnelli e Karol Wojtyla cui ha dedicato un libro, «A cena col papa e altre storie», uscito quest’anno. Da corrispondente Rai-Tv, ha coperto le sedi più prestigiose, New York, Mosca e Parigi.

 

Quando si è avvicinato alla politica ha fatto faville: eurodeputato per cinque legislature, senatore della Repubblica, portavoce di Silvio Berlusconi, al suo debutto a Palazzo Chigi (1994). Perfino l’oltraggio dei suoi 79 anni si è tenuto lontano da lui, lasciandogli l’aspetto di un seducente gentiluomo senza età. Jas è alto, dritto, abbronzato e senza un filo di capelli bianchi per un’astuzia della natura che gli ha regalato fin da giovane un’elegante calvizie mirabilmente incorporata al personaggio e fonte di fascino.

 

«Sei anche nato a Vienna, per non farti mancare un tocco asburgico», dico, sedendo all’ombra della terrazza fiorita. «Battesimo a Semmering, il kurort viennese», dice Jas e indica nello studio, al di là della vetrata, la foto in bianco e nero di un prelato.

 

«È il cardinale d’Austria che mi battezzò nel 1936». Chi di noi è stato mai battezzato da un cardinale? Questo è Gawronski. «Di quante lingue sei impastato?», gli chiedo. «Oltre l’italiano, francese, inglese, polacco e russo», dice e, quasi per darmi la prova, sbotta perentorio in polacco, alzando la voce. Una signora entra con acqua fresca e caffè.

 

Scambia con Jas due battute slave e scompare. «Ti ritieni più italiano o polacco?», domando. «Più italiano, ma preferirei ritenermi polacco -risponde -. Ho maggiore stima della Polonia che dell’Italia di oggi. È più civile. I giovani conversano di libri e non solo di calcio. Si alzano per cedermi il posto in autobus, non gettano cicche, l’atteggiamento in chiesa è raccolto, mentre da noi è raccapricciante».

AGNELLI GAWRONSKI.jpgAGNELLI GAWRONSKI.jpg

 

Jas Gawronski e papa WojtylaJas Gawronski e papa Wojtyla

«Come spieghi la differenza?», mi informo. «A migliorarli, è stata la dittatura comunista. La difficoltà li ha temprati, la clandestinità resi riflessivi». «Per stare al derby Italia-Polonia: meglio il nostro campione, Indro Montanelli, o il grande Ryszard Kapuscinski?». «Kapuscinski è più nelle mie corde di giornalista internazionale che si è occupato del mondo più che del suo Paese.

 

La credibilità di Kapuscinski è inarrivabile. Da noi, solo Alberto Ronckey gli tiene testa. Inoltre, non mi piacciono i giornalisti che scrivono troppo bene. Sono per i contenuti». Gawronski è un interlocutore calmo ed educatamente franco. Preso l’avvio sui colleghi, ci lasciamo andare. «A New York -gli ricordo- sei stato a fianco dell’indimenticato Ruggero Orlando, prima di prenderne il posto». «Simpatico e bravo -risponde-. Faceva tutto a braccio. Umanamente mi ha insegnato molto.

 

jas gawronski e giuliano ferrarajas gawronski e giuliano ferrara

Da Sergio Zavoli ho preso invece il perfezionismo. Se si accorgeva di un difetto, e se ne accorgeva solo lui, rifaceva tutto». «Meglio New York o Mosca?», domando. «Fare il giornalista in Usa è una pacchia: l’informazione è a portata di mano. Ci manderei i meno capaci. Nella Mosca dell’Urss dovevano invece andarci i cannoni. Difficilissimo trovare notizie, falsi a non finire, depistaggi». «Il tuo atteggiamento verso il comunismo?». «Ideologicamente, non mi ha mai attratto ma ho visto le cose positive che ha fatto. Dopo il crollo del muro, tanti lo hanno rimpianto e continuano a farlo». «Pensi che per i russi sia peggio oggi?», mi incuriosisco. «Io no, molti di loro sì -replica-. Comunque, fare giornalismo sotto i rischi del comunismo mi ha dato tanta adrenalina».

jas gawronskijas gawronski

 

«E anche un posto nella Lista Mitrokhin del Kgb», ribatto. Jas ride divertito: «Ero classificato come “fonte da coltivare”. Essere nella lista significava anche considerazione professionale. Sarebbe stato quasi offensivo il contrario. Sfottevo Demetrio Volcic, che non c'era, come fosse un demerito». Mentre sorride al ricordo, una telefonata lo distrae per qualche minuto.

 

È stato il nonno Frassati, anima della Stampa prefascista, a spingerti al giornalismo?

«Lui mi sconsigliava. È un mestiere per gente moralmente insana, diceva. Lo feci di nascosto. Prima su giornali polacchi, poi italiani».

 

Il nonno è vissuto 93 anni. Sua figlia, tua mamma, 105. Sei in una botte di ferro.

«Con i miei cinque fratelli facciamo insieme 506 anni. Mia sorella, ottantanovenne, sta meglio di me, va in motorino e scia».

Che hai preso da Piergiorgio, lo zio beato di cui proprio oggi ricorre il novantesimo della morte?

«Lo ammiro per il ricordo che ha lasciato in tutto il mondo. Un giorno, all’aeroporto di Haiti, mi misi a parlare con un gigantesco prete nero. Era il vescovo. Quando venne fuori che ero il nipote del beato Frassati, mi sollevò di peso, abbracciandomi con tutto l’entusiasmo della devozione che aveva per mio zio».

 

jas gawronski con il libro presentatojas gawronski con il libro presentato

Hai fama di tombeur de femmes, il che non si concilia con la santità dello zio.

«Ma anche lui si era innamorato. Ho effettivamente delle amiche di gioventù, oggi ottantenni, le quali mi dicono che ero appetibile. Io però non me ne rendevo conto e ho avuto diversi flirt con donne brutte. A saperlo mi sarei regolato diversamente».

 

L’Avvocato, tuo grande amico, in vita riempì le cronache. Da morto, è dimenticato. «Quando si muore, succede di essere scordati. Se però penso che dopo si scoprì che aveva nascosto fondi all’estero, dico che è un bene sia stato dimenticato. Se no, sarebbe ricordato anche per questo».

Cosa resta degli Agnelli con la Fiat americana?

«La rispettabilità di cui gode in Italia. Il fatto che si sia parlato così poco della fuga di capitali indica il perdurante carisma. Negli Usa, la loro immagine sarebbe stata travolta, facendo dimenticare tutto il buono che hanno fatto».

John Elkann?

«Non ha le qualità, né i difetti che rendevano fascinoso l’Avvocato».

Lapo Elkann?

«Somiglia al nonno. Genialoide, fantasioso, creativo. Ha gestito bene le sue disavventure. Il vizio rende più umani».

libro presentatolibro presentato

Hai intervistato più volte Wojtyla. Vi unì la polacchitudine?

«L’anello fu il beato Piergiorgio. Wojtyla ne adorava la figura. Begli uomini tutti e due, il fisico che conta, le montagne come sfida, per nulla bigotti: più opere di bene che salmi in chiesa».

Come hai conosciuto il Papa?

«Gli faceva comodo un polacco che gli raccontasse Roma e mi invitò a cena. Non l’ho mai visto se non a tavola. Non gli piaceva mangiare solo».

 

Il terzomondismo di Papa Francesco ti ispira?

«A me non piace la sua idea, meglio poveri che ricchi. Però, attira le folle e aumenta il peso della Chiesa. Nei suoi panni, farei lo stesso».

 

Il tuo ricordo di portavoce del Cav.

jas gawronskijas gawronski

«Fu entusiasmante. Aria di cambiamento, ampi programmi. L’uomo era affascinante e di una trasparenza totale. Assistevo a ogni sua telefonata e incontro».

La tua opinione complessiva, bunga bunga compreso?

«Sono fermo alla prima impressione: strapositiva. I bunga bunga sono fatti suoi, anche se da premier era meglio evitare. È il risvolto negativo delle sue qualità di trasparenza».

 

Lo rivoteresti?

«Dipende dall’alternativa. Certo, non voterei mai Fi da sola. Semmai con lui e per lui».

 

Il giovane fiorentino?

«A me piace. Rivoluzionario nella maniera in cui combatte i sindacati. Si butta a parlare inglese anche se non lo sa bene. Nessuno prima di lui ha avuto il suo coraggio. Per me, è al posto giusto».

Ue e Grecia?

jas gawronski autografa il libro presentatojas gawronski autografa il libro presentato

«Se l’obiettivo è fare l’Europa, gli stati nazionali devono fare rinunce».

Obama o Putin?

«Obama rappresenta una Nazione che ammiro. Putin è un genio della politica che sa ottenere l’appoggio del suo popolo e fare gli interessi del suo Paese».

 

 

L’Islam del terzo Millennio?

«Fenomeno terrorizzante. Volevo chiudere gli occhi su un mondo sereno. Invece scoppia. Che ne sarà dei nostri figli?».

Una volta hai detto: “Vera classe è anche non concedere interviste”. Perché allora me l’hai data?

«(ride) Ho pensato che era meglio averti con che contro».

Jas Gawronski e Enrico Mentana Jas Gawronski e Enrico Mentana jas gawronski e aldo cazzullojas gawronski e aldo cazzullocarlo rossella  jas gawronskicarlo rossella jas gawronski

 

Ultimi Dagoreport

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...