merkel petry

LA GERMANIA? IN FONDO A DESTRA - SI ROMPE IL TABU’: PER LA PRIMA VOLTA DAL DOPOGUERRA SI AFFERMA UN PARTITO DI DESTRA CHE SI PUO' VOTARE - ‘ALTERNATIVE FUR DEUTSCHLAND’ SFONDA SOPRATTUTTO NELL’EX DDR , ADDIRITTURA IL 24% IN SASSONIA, E MINA LO SCHEMA DEI PARTITI TRADIZIONALI

Danilo Taino per il “Corriere della Sera”

 

ANGELA MERKEL - FRAUKE PETRYANGELA MERKEL - FRAUKE PETRY

Giornata orribile per Angela Merkel, ieri. Ma anche choc per tutto il sistema politico tedesco. Il 24% di voti raccolto da Alternative für Deutschland in Sassonia-Anhalt fa vacillare alcuni pilastri del panorama, storicamente abbastanza stabile, dei partiti. Pone almeno tre questioni: la difficoltà sempre maggiore a formare governi con un sesto protagonista che si insedia sul palcoscenico; la nascita di un partito alla destra della Cdu-Csu, mai esistito dalla fine della Seconda guerra mondiale a oggi; la realtà di una Germania Est diversa da quella dell' Ovest.

 

Dal punto di vista sociale, è quest' ultimo l' aspetto che probabilmente più turba la maggioranza dei tedeschi: scoprire che la parte del Paese che ha vissuto per più di quarant' anni nel socialismo reale, sotto l' influenza sovietica, è decisamente più chiusa nei confronti dei rifugiati.

FRAUKE PETRYFRAUKE PETRY

Di base, i cinque Länder formati dopo la riunificazione del 1990 sono più poveri di quelli della parte Ovest del Paese. E questa è una ragione che in parte spiega i timori di chi pensa che la concorrenza dei nuovi arrivati possa sottrargli lavoro e benefici sociali.

 

Ma a Est c' è anche una minore pratica di democrazia, di accettazione dell' obbligo di dare asilo a chi ha ragioni per chiederlo. Ci sono 40 anni di uno Stato chiuso. E c' è anche un elemento culturale non secondario: mentre la Germania Ovest si interrogava sul passato, sul nazismo e l' Olocausto e sulle responsabilità della Nazione, la Germania Est liquidava la questione spiegando ai suoi cittadini che Hitler fu il frutto del capitalismo e dell' imperialismo.

AFD MERKELAFD MERKEL

 

Mentre a Occidente si sviluppava un senso di responsabilità verso il mondo, a Oriente le coscienze non venivano toccate.

Il risultato è il 24% di ieri e il fatto che nei Länder dell' Est i partiti di estrema destra, non solo AfD, raccolgano molti più voti che altrove (anche il partito della Sinistra, Die Linke, d' altra parte, è più forte nella terra dell' ex socialismo reale che altrove). È uno schema non solo tedesco: non è un caso che praticamente tutti i Paesi della Ue un tempo di là dalla Cortina di Ferro - dall' Ungheria alla Polonia, dalla Repubblica Ceca alla Slovacchia - abbiano chiuso, in qualche caso anche fisicamente, le porte ai rifugiati. È la storia che si fa sentire.

 

AFD FESTA 3AFD FESTA 3

Fatto sta che l' arrivo sulla scena di AfD cambia gli equilibri del quadro politico tedesco. I due grandi partiti popolari, i cristiano-democratici e i socialdemocratici, soprattutto i secondi, vedono calare considerevolmente il loro bacino elettorale, nei decenni scorsi già intaccato dai Verdi e dalla Linke. I Liberali, addirittura, rischiano di essere schiacciati e diventare irrilevanti.

 

AFD MERKEL 2AFD MERKEL 2

Per dire della portata del cambiamento, succede ad esempio che, visti i risultati di ieri, Cdu e Spd, un tempo dominanti, non hanno i voti per formare un governo di Grande Coalizione, come quello nazionale, sia nel Baden-Württemberg sia nella Sassonia-Anhalt. Se la AfD, come è probabile, non si rivelerà un fuoco di paglia, la complicazione delle alleanze è destinata a pesare e a creare instabilità nel Paese che della stabilità ha fatto un totem.

 

In più, ora la Germania ha rotto il tabù del partito di destra radicale, che dopo il nazismo era dato per escluso nella pratica e nella teoria politica del Paese. Non è cosa da poco: influirà sull' idea di eccezione che i tedeschi hanno di se stessi. Nel medio periodo avrà conseguenze.

AFD FESTA 2AFD FESTA 2

 

IMMIGRATI GERMANIAIMMIGRATI GERMANIAPETRY AFDPETRY AFD

 

Ultimi Dagoreport

osnato fazzolari savona banco bpm

FLASH! – NONOSTANTE SIA FINITO NEL MIRINO DI FAZZOLARI (TRAMITE IL BRACCIO ARMATO, MARCO OSNATO), IL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, NON È UN TIPINO FACILE DA “PIEGARE”, VISTA ANCHE LA SUA “SARDITUDINE”: SA CHE SE DOVESSE PARTIRE DA PALAZZO CHIGI L’ORDINE DI RASSEGNARE LE SUE DIMISSIONI, SI REGISTREREBBE UN PESANTISSIMO CONTRACCOLPO SULLA BORSA DI MILANO – COSE MAI VISTE NELLA GUERRA IN CORSO TRA LA FINANZA MILANESE E IL GOVERNO DI ROMA: IERI E' APPARSA UNA PAGINA DI PUBBLICITÀ SUL “GIORNALE” DI ANGELUCCI, CON CUI BANCO BPM, CARO ALLA LEGA DEL MINISTRO GIORGETTI, SPARA UN GIGANTESCO "NO" ALL’OPS DI UNICREDIT...

simone inzaghi arabia saudita massimiliano allegri antonio conte vincenzo italiano

DAGOREPORT - QUEL DEMONE DI SIMONE INZAGHI, ALLA VIGILIA DELLE DUE PARTITE PIÙ IMPORTANTI DELLA STAGIONE CON IL COMO IN CAMPIONATO E CON IL PSG IN CHAMPIONS, SAREBBE FORTEMENTE TENTATO DALL’OFFERTA DA 20 MILIONI DI PETRO-DOLLARI ANNUI DELL’AL HILAL - L'INTER, CON LA REGIA DI MAROTTA, STAREBBE GIÀ CERCANDO DI BLOCCARE IL CONTE MAX ALLEGRI, CHE AVREBBE RICEVUTO UN’OFFERTA DA 6 MILIONI DI EURO DAL NAPOLI DI AURELIONE DE LAURENTIIS CHE SI STA CAUTELANDO DAL PROBABILE ADDIO DI ANTONIO CONTE, CORTEGGIATO DALLA JUVENTUS – E IL MILAN, SFUMATO VINCENZO ITALIANO, CHE RESTA A BOLOGNA, STAREBBE VIRANDO SU…

rai giampaolo rossi giancarlo giorgetti silvia calandrelli antonio marano felice ventura

DAGOREPORT – COME MAI LA LEGA HA DATO L’OK A FELICE VENTURA, IN QUOTA FDI, E GIA' CAPO DEL PERSONALE RAI, AL DOPPIO INCARICO CON LA PRESIDENZA DI RAI PUBBLICITÀ? - DOPO LO SHAMPOO DI GIORGETTI ALL'AD ROSSI CHE VOLEVA LA DEM CALANDRELLI (IL MEF E' L'AZIONISTA AL 99,56% DELLA RAI), È ANDATA IN SCENA LA PIÙ CLASSICA DELLE SPARTIZIONI DI POTERE, SOTTO L'ABILE REGIA DI MARANO, PRESIDENTE PRO-TEMPORE DI VIALE MAZZINI, IN QUOTA LEGA: IL CARROCCIO, IN CAMBIO DELL’OK A VENTURA, OTTIENE DUE VICEDIREZIONI A RAISPORT (CON BULBARELLI E DE LUCA) - UN COLPO IMPORTANTE PER LA LEGA IN VISTA DELLE "SUE" OLIMPIADI INVERNALI MILANO-CORTINA (RAISPORT HA UNA SEDE A MILANO)...

il patriarca kirill con vladimir putin alla veglia pasquale

FLASH – QUANDO IL MINISTRO DEGLI ESTERI RUSSO, SERGEI LAVROV, CHIUDE LA PORTA ALNEGOZIATO IN VATICANO SOSTENENDO CHE NON SIA “ELEGANTE CHE PAESI ORTODOSSI (RUSSIA E UCRAINA) DISCUTANO IN UNA SEDE CATTOLICA” DELLA PACE, UTILIZZA UN ARGOMENTO PRETESTUOSO. INNANZITUTTO PERCHÉ L’UNITÀ ORTODOSSA SI È ROTTA CON L’INVASIONE DELL’UCRAINA DEL 2022 (LA CHIESA DI KIEV HA PRESO LE DISTANZE DA QUELLA DI MOSCA). E POI PERCHÉ RIVOLGERSI AL PAPA FAREBBE OMBRA AL PATRIARCA DI MOSCA, KIRILL, CHE HA BENEDETTO PUTIN E LA SUA “OPERAZIONE SPECIALE” PARLANDO DI “GUERRA SANTA…”