A NICOSIA IL PRELIEVO COATTO SCATENA LA RABBIA IN PIAZZA: “GIÙ LE MANI DAI SOLDI”- LA COMMERZBANK “SUGGERISCE”: “UNA PATRIMONIALE DEL 15% SUI DEPOSITI ITALIANI” - LA GERMANIA NON SI FIDA PIÙ DELL’”EUROPA PERIFERICA” E SI PREPARA AL DIVORZIO PIÙ INDOLORE POSSIBILE PER BERLINO. MAGARI DOPO CHE QUALCHE GIULIANO AMATO AVRÀ TIRATO FUORI DAL CASSETTO UNA PATRIMONIALE-CHOC CHE, IN ASSENZA DI RIFORME, SERVIRÀ SOLO A RIPAGARE I DEBITI VERSO I CREDITORI STRANIERI...

1. A NICOSIA L'INCUBO ATENE - LA RABBIA IN PIAZZA: "GIÙ LE MANI DAI SOLDI"
Roberto Giovannini per La Stampa

Per fare un paragone, è come se in Italia si trattasse di trovare in due giorni 2000 miliardi per salvare le banche. Per tappare un buco del sistema bancario da 17 miliardi - somma pari al prodotto interno lordo del paese, che vale lo 0,2% del Pil dell'Ue - Cipro ha ottenuto un piano da 10 miliardi ai partner europei, il problema è che quasi 6 miliardi verranno prelevati dai conti correnti bancari.

Una mossa disperata che ha gettato l'isola di Afrodite nel marasma. E rischia di mettere in moto una nuova tempesta finanziaria in tutta Eurolandia. Noi italiani ci siamo già passati. Era la notte tra il 9 e il 10 luglio del 1992, quando l'allora presidente del Consiglio Giuliano Amato decretò un prelievo sui conti correnti bancari del 6 per mille.

È facile immaginare lo shock che ha prodotto nella Repubblica di Cipro l'annuncio di un prelievo che arriva al 6,75% sui depositi fino a 100mila euro, e del 9,9% su quelli di consistenza superiore. In cambio, teoricamente, si riceveranno azioni delle banche salvate, a valere sui proventi futuri (ma ancora tutti da realizzare) dei giacimenti di gas da poco scoperti in mare. E già contesi dalla vicina Turchia.

La misura - il «prelievo di solidarietà» - era stata ventilata e mille volte smentita nei giorni precedenti; così pare che tra mercoledì e venerdì siano stati prelevati 4,5 miliardi dai conti bancari. E in queste ore infuria la polemica: i giornali e la rete lanciano accuse verso personaggi vicini alla Presidenza della Repubblica e al governo. Avrebbero saputo prima del provvedimento, mettendo in salvo i loro patrimoni. Non sarà vero ma è verosimile.

Per tutti gli altri non c'è stato nulla da fare: anche se sabato e domenica in tantissimi si sono messi in fila ai bancomat per sottrarre al «prelievo di solidarietà» quanto più possibile, l'operazione si è rivelata inutile. Il governo ha fatto sapere che il prelievo sarà calcolato sulle somme depositate alla mezzanotte di venerdì. Nel weekend e ieri (giornata festiva per la fede ortodossa, primo giorno di Quaresima) banche e uffici sono rimasti chiusi, anche se i bancomat erano stati «ricaricati». Tutti attendono con il fiato sospeso la riapertura delle banche, che al momento è rinviata a giovedì.

Dopo la caduta del muro di Berlino Lefkosia (che in occidente chiamiamo Nicosia) è l'unica capitale del pianeta divisa in due. La città e l'isola di Cipro continuano a essere divise tra uno stato membro dell'Unione europea e dell'eurozona (anche se irrimediabilmente mediterraneo e in collasso finanziario) e la Repubblica turco cipriota del nord, riconosciuta solo dalla Turchia.

Per anni al Nord si stentava, vivacchiando dei magri aiuti finanziari erogati da Ankara; al Sud invece si è sviluppata una potente economia basata sulla finanza. «Merito» del collasso del Libano, che travolto dalle guerre e dalle tensioni ha ceduto a Cipro il ruolo di magnete di tutti gli affari (leciti e, soprattutto, illeciti come il riciclaggio).

Dopo la fine dell'Unione Sovietica Cipro è diventata sempre più un centro dove i nuovi ricchi russi (soprattutto i possessori di ricchezze di provenienza dubbia) depositavano i loro soldi. Secondo le stime di «Forbes», sui 170 miliardi di asset e i 70 miliardi di depositi accumulati nelle banche cipriote, 19 miliardi sono di imprese russe; 12 sono risorse delle banche russe; gli investitori privati detengono dagli 8 ai 35 miliardi.

Si comprende la rabbia espressa ieri da Vladimir Putin per quella che in larga parte è una «tassa sui russi». Il guaio è che molti di questi depositi sono stati investiti dalle banche cipriote nei posti sbagliati. Come i titoli del debito greco, che hanno aperto voragini nei conti delle banche dell'isola.

Il governo conservatore di Nicos Anastasiadis, privo di maggioranza parlamentare anche se uscito vincitore dalle elezioni del 23 febbraio scorso, ha dovuto chiedere aiuto all'Europa. Che lo ha concesso. A condizioni draconiane. Aspettando la riapertura delle banche, in queste ore a Nicosia il governo cerca di trovare una maggioranza per far approvare dal Parlamento l'impopolarissimo provvedimento, che comprende anche un aumento della tassa sulle imprese, finora bassissima.

Il voto viene rinviato in continuazione nella speranza di rendere più digeribile la stangata: si parla di esentare dal prelievo i conti sotto i 20mila euro, o comunque renderlo più progressivo abbassando l'aliquota per i «meno ricchi» e alzandola per i ricchissimi. Ma c'è il timore il combinato disposto del crack bancario e del prelievo rappresenti il colpo di grazia per il fu miracolo economico cipriota.

«Sono i tedeschi che, per ragioni di concorrenza, che ci hanno imposto tutto questo - dicono nei caffè del centro - come piazza finanziaria ormai siamo finiti». Si rischia la fuga dei capitali. Ma la vera paura è quella di fare la fina della vicina Grecia: sacrifici e stangate a ripetizione e sempre più drastici. Ma sempre più inutili.


2. «PATRIMONIALE DEL 15% SUI DEPOSITI ITALIANI»
COMMERZBANK «SUGGERISCE» UN SALASSO ANCHE PER I NOSTRI CORRENTISTI. SCHÄUBLE SIBILLINO: DA NOI I SOLDI SONO AL SICURO...
Ugo Bertone per "Libero"

«Se l'obiettivo era quello di alimentare un'insurrezione nel Sud Europa, si è scelta la strada più efficace». Wolfgang Munchau del Financial Times, critico feroce dalla politica di Angela Merkel (e per questo assai criticato da Mario Monti...) non ha atteso l'apertura delle Borse per cogliere il significato politico dell'affondo sui conti correnti deciso dall'Unione Europea.

«Il caso di Cipro - scrive ancora - dimostra che la solvibilità di un conto corrente dentro l'Unione Europea è legato alla solvibilità di uno Stato. Il che significa che un Paese con il debito pubblico dell'Italia, piuttosto che con indebitamento cumulato da famiglie e Stato, come la Spagna o il Portogallo, non può più garantire la protezione dei depositi bancari».

Sono bastate poche ore perché la minaccia evocata da Munchau trovasse conferma. A lanciare il sasso è stato Die Handelsblatt, il quotidiano economico tedesco che riporta l'opinione di Joerg Kraemer, capo economista di Commerzbank, cioè una banca salvata dal crac con i soldi dei contribuenti. Kraemer si rifà a una ricerca del Crédit Suisse per rilevare che il patrimonio degli italiani supera largamente il debito pubblico. Anzi, vista in questo modo, l'Italia (con un rapporto ricchezza privata/ debito pubblico pari al 173%) sta meglio della Germania (124%).

A che serve questa considerazione? Semplicemente a dimostrare che sarebbe sufficiente una tosatura del 15% al salvadanaio degli italiani (conti correnti, fondi comuni, depositi postali, azioni e pure Bot) per far scendere il debito pubblico sotto la soglia del 100%. Dunque, dopo aver raccomandato l'austerità formato Monti (coi risultati che si sono visti) la Germania suggerisce una patrimoniale choc, sufficiente a paralizzare i consumi di casa nostra per un bel po'. In altri termini, i soldi li avete, perciò usateli senza scocciare noi tedeschi. Inutile dire che l'esproprio via patrimoniale dei risparmiatori potrebbe avere enormi conseguenze sia economiche sia politiche.

Non è un problema che tocca la Germania di oggi, più concentrata sulle elezioni di settembre che sulla tenuta della coesione dell'eurozona, un tema che a Berlino (e in buona parte del nord Europa) incontra sempre meno favori. Certo, l'opinione di Handelsblatt, seppur rilevante, non riflette per forza l'opinione della maggioranza dei tedeschi. Ma il segnale pesa, anche perché in linea con l'atteggiamento del governo.

Anzi, il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble, con gusto assai discutibile, ha colto l'occasione per assicurare che i conti correnti in Germania sono solidi e ben garantiti. La posta in gioco, insomma, va assai al di là di Cipro, come ha rilevato una nota di Moody's. «La decisione - si legge in un report dell'agenzia di rating - rischia di avere pesanti conseguenze per i risparmiatori non solo a Cipro ma anche per i creditori di banche in altri Paesi europei, aumentando nel contempo i rischi di una fuga di capitali da altri Paesi in difficoltà dell'Eurozona».

Anche se il prelievo forzoso resterà limitato a Cipro, aggiunge Moody's, si è verificato un salto di qualità: «Con la decisione si è avviato un passo importante per limitare, o addirittura eliminare, la tutela sistemica dei creditori bancari in tutta Europa». In questo modo, i responsabili politici europei «dimostrano di essere disponibili a rischiare turbolenze più consistenti sui mercati finanziari, nel perseguimento di obiettivi politici». Qui sta il punto. Sia per Münchau, che la Merkel la conosce bene, che per Moody's è ormai evidente che l'attuale governo tedesco, impegnato nella sua campagna elettorale, è pronto a rischiare «turbolenze consistenti» in Europa e fuori piuttosto che compiere un gesto in direzione della solidarietà.

Può darsi che il piano per Cipro subisca modifiche che rendano meno pesanti il salasso per i depositi sotto i 100 mila euro, ma il colpo inferto alla fiducia dei risparmiatori di Italia, Spagna e Portogallo è destinato a pesare. L'indicazione in arrivo dal vertice Ue sembra fatta apposta per invitare le banche tedesche a ritirare i fondi da Italia e Spagna, come già avvenuto nell'estate 2011 e 2012, quando il sistema bancario italiano si è trovato alle prese con una drammatica crisi di liquidità.

Le parole di Schäuble, al contrario, sono un invito ai depositanti italiani e spagnoli perché approfittino della libertà di movimento dei capitali all'interno dell'Unione Europea perché finanzino tasso zero (o anche meno) i Bund e le obbligazioni societarie tedesche. Intanto, lungi dallo spendere almeno una porzione dell'enorme surplus commerciale vantato verso il Sud Europa, la Germania, anche grazie al costo zero dei suoi debiti, riduce di 5 miliardi il budget. Di qui la reazione degli osservatori anglosassoni: l'Europa, scrive il Wall Street Journal, «ha varcato il Rubicone» e (parole di Morgan Stanley) «infranto un tabù».

Un gesto così clamoroso che non può essere scaricato sulle spalle del governo di Cipro (nelle mani di un amico della Merkel) o della Bce, ingessata da regole imposte dal modello Bundesbank. No, si tratta di un'operazione politica consapevole e fredda, da cui emerge che la diffidenza nei confronti dell'Europa meridionale è ormai qualcosa di più profondo e radicato: la Germania non si fida più delle possibilità di recupero dell'«Europa periferica» che perde colpi.

E si prepara con metodo all'eventuale «piano B»: il divorzio più indolore possibile per la finanza di Berlino. Magari dopo che qualche erede di Giuliano Amato avrà tirato fuori dal cassetto una patrimoniale robusta che, in assenza di riforme, servirà solo a ripagare i debiti verso i creditori stranieri, che utilizzano i capitali per acquistare quel che resta di buono dalle nostre parti.

 

bandiera ciproBANCOMAT CIPRO IL PRESIDENTE DI CIPRO NIKI ANASTASIADES CON MARTIN SCHULZ VLADIMIR PUTIN CON LA PISTOLA jpegCRAC CIPRO CITTADINI AGLI SPORTELLI BANKOMAT VLADIMIR PUTIN DURANTE UN COMIZIO SULLA PIAZZA ROSSA merkel-mangia Wolfgang MunchauPROTESTE A CIPRO jpeg

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)