renzi berlinguer campo

ITALIA SOTTOSOPRA: TOCCA A UN CONSIGLIERE IN RAI IN QUOTA FORZA ITALIA, GIANCARLO MAZZUCA, DENUNCIARE IL BOICOTTAGGIO DELLA RAI RENZIANA CONTRO BIANCA BERLINGUER - RENZI INIZIA A PRENDERE LE DISTANZE DA CAMPOSANTO DALL'ORTO E MICHELE ANZALDI, CECCHINO DI RENZI IN RAI, GLI METTE LA DATA DI SCADENZA: ‘’CAMPO DALL’ORTO RIUSCIRÀ A MANGIARE IL PANETTONE. MA LA COLOMBA TENDEREI A ESCLUDERLA”

1. LA FREDDEZZA DI RENZI SUL DG RAI: “HA LIBERTA’ DI AZIONE, NON METTIAMO BOCCA. I BILANCI SI FANNO ALLA FINE”. INSOMMA, CAMPOSANTO STAI SERENO…

Dall’intervista di Claudio Cerasa a Matteo Renzi per “Il Foglio”

 

renzi - camporenzi - campo

In un anno di nuova Rai, a un anno dalla nomina del nuovo direttore generale Antonio Campo Dall`Orto, crede che sia percepibile una forma di cambiamento vero? "Sulla Rai leggo alcune cose che mi lasciano pensare di essere alle comiche. Le faccio un esempio su tutti. Quando ho letto che Carlo Conti - dico, Carlo Conti, ovvero un uomo che ha fatto i Sanremo più visti degli ultimi anni e che negli ultimi vent`anni ha fatto alcuni tra i prime time più visti della storia, uno che quando io ero liceale andavo a vedere i suoi spettacoli - sarebbe lì per merito mio dico che c`è gente che si è bevuta il cervello. Noi abbiamo fatto una legge che dà i poteri all`amministratore delegato di quell`azienda. Abbiamo lasciato libertà di azione totale. Non abbiamo mai messo bocca su nulla. E più noi siamo distanti più ci dicono di fare qualsiasi cosa. Non facciamo bilanci sulla Rai oggi. I bilanci si fanno quando scade il mandato di un capo azienda. Ne riparliamo nel 2018". 

BIANCA BERLINGUER 1BIANCA BERLINGUER 1

 

2. IL DIRETTORE GENERALE RAI CON LA DATA DI SCADENZA A PASQUA: “MANGERÀ IL PANETTONE. MA NON LA COLOMBA”. 

Antonella Piperno per “Panorama”

 

Criticato, isolato, praticamente condannato. A seguire gli indizi renziani, la domanda da porsi ormai non riguarda la permanenza in Rai del direttore generale scelto un anno fa da Matteo Renzi. Perché la rimozione di Antonio Campo Dall`Orto sembra già decisa in casa Pd. Il dubbio non riguarderebbe il ripensamento di Renzi, con sprezzo dell`annessa figuraccia, ma la data dell`espulsione: tra dicembre e aprile. «Credo che il dg riuscirà a mangiare il panettone, purtroppo per chi paga il canone. Ma la colomba tenderei a escluderla».

 

massimo giannini  bianca berlinguer  antonio padellaromassimo giannini bianca berlinguer antonio padellaro

La data della condanna la consegna a Panorama il deputato pd Michele Anzaldi, il più feroce verso il dg in commissione di Vigilanza. Ha appena intensificato il fuoco amico, dandogli pure del Francesco Schettino che a colpi di assunzioni esterne non rispettose del piano anticorruzione e del job posting (l`Anac ha appena emesso rilievi su 21 nuovi contratti), tagli di programmi, assunzioni pasticciate (del conduttore del nuovo talk-flop Politics Gianluca Semprini, costata alla Rai una condanna per comportamento antisindacale dal Tribunale del lavoro) sta portando la Rai sugli scogli.

 

Semprini BignardiSemprini Bignardi

Materiale sufficiente, sostiene, per chiedere la testa del dg, sfiduciandolo. «Tagliando tutti i talk, la Rai non ha più programmi politici, Politics a parte. Per presentare la scheda del referendum Renzi è andato a Otto e mezzo (con relativo boom di ascolti per La7, ndr)» affonda Anzaldi. La novità politica è che se prima le bordate di Anzaldi venivano subito bilanciate da altri renziani più concilianti, ora il sottosegretario Antonello Giacomelli (da tempo critico con il dg) ha parlato solo otto giorni dopo: nella parte del «poliziotto buono», annacquando da una parte l`ipotesi del commissariamento, ha ricordato dall`altra che il piano dell`informazione è ancora una chimera e che «il tempo non è una variabile indipendente».

CAMPODALLORTO RENZICAMPODALLORTO RENZI

 

Messaggio (di scadenza) eloquente, come del resto quello arrivato dall`unanimità del Senato sul tetto agli stipendi Rai (240 mila euro): dopo il sì della Camera Campo Dall’Orto, che ne prende 650 mila, si impoverirà. E ora che è all’angolo, «processato» il 28 settembre dal cda e il 29 dalla Vigilanza, fioriscono i «l’avevamo detto». Dal pd Salvatore Margiotta («Avevo ragione quando avevo posto in Vigilanza la questione del job posting») e dell`Usigrai («Sbagliava chi vedeva le nostre obiezioni alle tante violazioni come ostacoli al progresso»).

 

Ora il dg è solo. E il forzista Maurizio Gasparri se la ride alle spalle di Renzi. «Ben gli sta. Ha voluto dare il potere a un uomo solo e l`ha scelto inadeguato». Ma, temendo che il rinnovamento del vertice serva a dar vita a una Rai ancora più renziana, chiede di rivedere la legge di riforma. All`insegna del pluralismo.

 

3. E BOICOTTANO LA BERLINGUER PER ZITTIRE IL NO

Giancarlo Mazzuca per “il Giornale”

MATTEO RENZI BIANCA BERLINGUERMATTEO RENZI BIANCA BERLINGUER

 

È proprio vero, come dicevano gli antichi romani, che se errare è umano, perseverare diventa diabolico. Prendiamo il caso di mamma Rai e di Bianca Berlinguer. In agosto l' estromissione dalla direzione del Tg3 della giornalista aveva sollevato più di una perplessità: in molti avevano interpretato il cambio della guardia come una normalizzazione per il referendum del 4 dicembre: tutti uniti e compatti alla consultazione popolare.

 

Per le mie obiezioni come consigliere d' amministrazione della Rai venni subito considerato come il solito bastian contrario ma ora i fatti mi stanno dando ragione perché la Berlinguer continua ad essere, in qualche modo, boicottata.

Dopo la sua estromissione, a Bianca era stata, infatti, affidata la conduzione di un talk show televisivo che sulla carta dovrebbe andare in onda dal prossimo 26 ottobre. Da allora in molti stanno mettendo i bastoni tra le ruote dell' ex direttrice: prima c' è stato un notevole ritardo a dare il via libera (il placet è arrivato solo venerdì scorso), poi tanti intoppi su regista, tecnici e studio. C' è stato pure un divorzio tra la Berlinguer e Santoro ma il vertice Rai non c' entra.

 

renzi nomine rairenzi nomine rai

Resta il fatto che i tanti freni sono sembrati quasi voluti: un modo come un altro per fare slittare l' avvio del programma, magari a dopo il referendum. Sto esagerando? Può darsi: certo è che ho posto il problema nel consiglio d' amministrazione Rai di ieri. Silenzio assoluto.

 

Il problema è che, al di là della stessa Berlinguer che - onore al merito - difende la trasparenza del suo programma, sembra quasi che il servizio pubblico stia, in modo quasi masochistico, abdicando al suo ruolo sul fronte dell' informazione e del pluralismo a favore di altre emittenti televisive, in particolare della 7: se un tempo c' era la lottizzazione della Rai, adesso c' è l' informazione a senso unico alla faccia degli ascolti.

 

ANZALDIANZALDI

L' ultima conferma è proprio dell' altra sera, una nuova pietra miliare di Rai flop. L' informazione del martedì, il giorno della settimana da sempre dedicato ai talk show, è diventata un de profundis per il cavallo morente. L' ultima puntata su Rai3 di Politics di Fabio Semprini (quello dell' assunzione antisindacale) non ha superato l' audience del 2,7%, davvero un livello molto basso (cosa avrebbero detto se al vertice ci fosse ancora stata la Berlinguer...) mentre Floris, un profugo di Raitre così come Giannini che oggi l' affianca, ha toccato sulla tv di Cairo il 6,8%, più del doppio di Semprini grazie anche alla presenza di Massimo D' Alema schierato per il «No».

antonello giacomelliantonello giacomelli

 

Teniamo conto che, sempre su La7, il telegiornale di Mentana vanta stabilmente un punto in più di ascolti da quando il Tg3 è stato, diciamo così, normalizzato. Al di là dei «tetti» degli stipendi dei giornalisti e dei dirigenti del servizio pubblico che debbono essere trasparenti, così come quelli degli artisti (a proposito: non ho avuto alcuna risposta diretta da Carlo Conti sui propri cachet, tra radio, Sanremo e programmi vari) il problema prioritario dell' ente radiotelevisivo di Stato è proprio l' informazione, una vera e propria emergenza: ecco perché molti consiglieri hanno chiesto ieri che tale problema sia al centro delle prossime riunioni al settimo piano di Viale Mazzini.

renzi nomine rai 3renzi nomine rai 3

 

Da sempre la Rai è stata la piazza principale dove si svolgevano i grandi dibattiti politici, prima di qualsiasi scadenza elettorale (basti pensare a Porta a porta), oggi non è più così e a Vespa è stata pure tolta la serata del giovedì, la più importante. Non solo: per assistere ai grandi dibattiti in vista del referendum con al centro, paradossalmente, proprio il premier Renzi dobbiamo sintonizzarci su un' altra emittente televisiva. Anche per via di quel canone che, con la bolletta elettrica, quasi tutti gli italiani sono costretti a pagare, la Rai deve subito voltare pagina sull' informazione. Non è mai troppo tardi.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…