carlo calenda enrico letta

A CHE GIOCO GIOCA CALENDA? - LETTA E’ FURIOSO PER LE PIROETTE DEL CHURCHILL DEI PARIOLI: AVEVANO TROVATO UN ACCORDO PER I COLLEGI UNINOMINALI CON I NOMI DI LUIGI DI MAIO, NICOLA FRATOIANNI, ANGELO BONELLI, MARIASTELLA GELMINI E MARA CARFAGNA - SE L'ACCORDO SALTA IL CENTROSINISTRA POTREBBE PERDERE 16 COLLEGI UNINOMINALI (12 ALLA CAMERA E 4 AL SENATO) - DA FRANCESCHINI A ORLANDO SONO TUTTI INCAZZATI CON CALENDA: “È INAFFIDABILE, LA SUA LETTERA È IRRICEVIBILE. VUOLE FARE ANCHE LE NOSTRE LISTE?”

Alessandro Di Matteo per “la Stampa”

 

letta calenda

Stavolta Enrico Letta si è arrabbiato davvero, quel rilancio di Carlo Calenda nel fine settimana non se lo aspettava proprio perché il colloquio a due di giovedì sera nella sede era stato - o meglio, era sembrato - risolutivo. I due si erano visti nella sede dell'Arel, il centro studi creato da Beniamino Andreatta e ora guidato dal leader Pd.

 

Una «stretta di mano», racconta Letta parlando ai sindaci del partito, un patto siglato tra gentiluomini, che comprendeva per i collegi uninominali anche i nomi di Luigi Di Maio, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli e delle ministre Mariastella Gelmini e Mara Carfagna. Un accordo che avrebbe dovuto essere ufficializzato proprio oggi e che invece il leader di Azione ha cominciato a rimettere in discussione sabato.

 

luigi di maio presentazione impegno civico

Eppure, nonostante tutto, questa mattina alle 11, alla Camera, si farà un ultimo tentativo: Letta - insieme alle due capigruppo Pd e a Marco Meloni - incontrerà Calenda, Benedetto Della Vedova e Riccardo Magi per Azione e Più Europa. E al tavolo si arriverà con una novità: la mossa di Fratoianni, che ieri sera in Tv ha detto di essere pronto a rinunciare al collegio uninominale, se lo faranno tutti i «leader e segretari di partito», cioè anche Letta e Calenda. Si vedrà stamattina se è solo un'altra mano del classico "gioco del cerino", cioè una mossa per lasciare a Calenda l'intera responsabilità della rottura, o se si tratta di un'apertura vera.

letta calenda

 

Di sicuro l'irritazione di Letta è quella di tutto il partito. Ieri all'ora di pranzo il leader Pd ha convocato d'urgenza la riunione della segreteria e del coordinamento, organo di cui fanno parte anche i ministri e le capigruppo. Un vero gabinetto di guerra, uno sfogatoio durato un paio d'ore durante le quali la maggior parte degli intervenuti ha attaccato il leader di Azione: «Non può trattarci così! È inaffidabile, la sua lettera è irricevibile. Vuole fare anche le nostre liste?».

 

DARIO FRANCESCHINI SERVE AI TAVOLI ALLA FESTA DELL UNITA

Dario Franceschini, raccontano, è stato tra i più duri nel commentare le mosse di Calenda. In particolare, il ministro se l'è presa con quella lettera fatta arrivare domenica sera dal leader di Azione con le condizioni per un accordo, una sorta di ultimatum: «Le sue uscite - avrebbe detto il Franceschini - sono quelle di uno che vuole far saltare il tavolo». Molto critici anche Giuseppe Provenzano, Matteo Orfini, Goffredo Bettini, Andrea Orlando, che però a differenza dei giorni scorsi ha invitato ad usare la diplomazia: «Cerchiamo di chiudere rapidamente questa vicenda, di non trascinarla. Ma facciamo attenzione, perché vuole addossare a noi la colpa della rottura. Non diamogli argomenti».

 

L ARMATA BRANCALEONE DI LETTA

Il timore di un Calenda che corre da solo e che alla fine toglie voti più al Pd che a Fi, del resto, è il vero motivo per cui Letta sta lavorando da settimane per chiudere un'intesa. I sondaggi - come anche quello Youtrend in partnership con Cattaneo Zanetto & Co di ieri - dicono che se l'accordo salta il centrosinistra potrebbe perdere 16 collegi uninominali, quelli dove ottiene il seggio solo chi arriva primo (12 alla Camera e 4 al Senato).

 

Calenda, in realtà, è convinto che andando da solo potrebbe intercettare molti più voti dei delusi soprattutto di Fi, alla fine togliendo al centrodestra più seggi di quelli che si otterrebbero con l'accordo col Pd. Ma, appunto, non è ciò che pensano al Nazareno: «La sua è una tesi non suffragata dai sondaggi che abbiamo».

 

enrico letta andrea orlando

Di certo, appunto, si vuole fare in modo che la responsabilità della eventuale rottura ricada tutta sul leader di Azione. Ecco perché Letta farà di tutto fino all'ultimo, nonostante l'irritazione. Chi ha parlato con lui lo descrive davvero arrabbiato, «per me la parola data è tutto, la stretta di mano è tutto», si sarebbe sfogato. La sua mossa «grave», insistono dal Nazareno.

 

dario franceschini

Ma oggi si cercherà di fare un altro passo, come del resto sollecitato nel vertice Pd di ieri da Stefano Bonaccini, Michele Emiliano e anche da Lorenzo Guerini, sia pure in maniera più «tiepida», raccontano. Da Più Europa non viene data ancora per chiusa la partita: durante le telefonate con Letta di ieri, raccontano, ci sarebbe stato «qualche spiraglio» dal leader Pd. E di sicuro uno spiraglio è quello aperto da Fratoianni, perché significherebbe accogliere uno dei punti posti da Calenda.

 

mario draghi lorenzo guerini

Del resto, la rottura con Calenda creerebbe anche un altro problema al Pd, che sarebbe costretto a rivedere anche la strategia della campagna elettorale. Se Conte prova a intestarsi il ruolo di unico vero partito "di sinistra", Letta negli ultimi giorni ha ripetuto che «la sinistra è il Pd», rilanciando anche la proposta della tassa di successione. Ora, dice un dirigente Pd, se Calenda rompesse, «toccherebbe fare tutto a noi: la sinistra, i riformisti, i moderati». Stamattina ci sarà l'ultima mano di poker.

Ultimi Dagoreport

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – OH, NO: VUOI VEDERE CHE ABBIAMO DI NUOVO SOPRAVVALUTATO TAJANI? PENSAVAMO CHE IL SUSSULTO SULLO IUS SCHOLAE FOSSE LO SLANCIO DI UN LEADER, PER QUANTO AL SEMOLINO, PRONTO A METTERCI LA FACCIA PER UNA BATTAGLIA DEL SUO PARTITO. E INVECE NO: NEI PALAZZI ROMANI SI MORMORA CHE DIETRO LE SUE DICHIARAZIONI (OSTILI ALLA LEGA) CI FOSSE LA ZAMPETTA DI GIORGIA MELONI, IMPEGNATA A SEMINARE ZIZZANIA NELLA LEGA DI SALVINI, ORMAI VANNACCIZZATA, CHE VEDE LO IUS SCHOLAE COME LA KRYPTONITE – UN "PIZZINO" PER GLI SCOMODI ALLEATI DEL CARROCCIO: NON TIRATE TROPPO LA CORDA - E IL "MAGO OTELMA" DI FROSINONE, TRAVESTITO DA MINISTRO, HA LANCIATO IL SASSO E POI NASCOSTO LA MANO...

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...