
“A DESTRA QUELLI BRAVI SONO DI MENO E, SPESSO, POCO VALORIZZATI” – GIORDANO BRUNO GUERRI STRACCIA IL VELO DI IPOCRISIA E VITTIMISMO DEI CAMERATI DI COLLE OPPIO, E STRONCA LA LORO PERENNE LAGNA SULL’EGEMONIA CULTURALE DE’ SINISTRA: “IO NON CREDO CI SIANO STATI SPAZI NEGATI. LA VERITÀ È CHE LA DESTRA NON SI È MAI ABBASTANZA INTERESSATA ALLA CULTURA, FIN DAI TEMPI DEL MSI, CHE NON ERA UN PARTITO ‘COLTO’” – “NON SI PUÒ NEGARE CHE A VOLTE SI PREFERISCA IL PIÙ FEDELE E NON IL PIÙ BRAVO. È UN ERRORE, MA QUESTO SUCCEDEVA ANCHE QUANDO AL POTERE C'ERA LA SINISTRA. D'ALTRA PARTE, È ANCHE VERO CHE IL BACINO DA CUI PESCARE I COMPETENTI È MOLTO PIÙ AMPIO A SINISTRA” – “LA RAI? SI È IMPOVERITA, HA PERSO GIORNALISTI E CONDUTTORI CAPACI E QUESTO SI PAGA IN TERMINI DI QUALITÀ” – “IL TAX CREDIT? UN INTERVENTO ERA NECESSARIO, PERÒ NELLA CORREZIONE QUALCOSA NON HA FUNZIONATO. NELLA COMUNICAZIONE MELONI È BRAVISSIMA, ALTRI MENO…”
Estratto dell’articolo di Niccolò Carratelli per “La Stampa”
Giordano Bruno Guerri, storico e presidente del Vittoriale, anche lei l'altra sera non è andato alla finale del Premio Strega, pur facendo parte della giuria…
«Fa troppo caldo e mi sono risparmiato il viaggio a Roma. Per fortuna, la mia assenza ha suscitato meno polemiche di quella di Giuli».
Il ministro ha sbagliato a non partecipare?
«Mi sembra che ci sia più interesse a polemizzare che a entrare del merito: ho sentito parlare moltissimo di Giuli che non è andato e quasi per nulla dei libri in gara».
Ma Giuli ci ha messo del suo per creare la polemica, no?
alessandro giuli a piazza italia, la festa di fdi a roma foto lapresse
«Gli consiglio di fregarsene. È stato più importante il suo viaggio a Berlino per inaugurare la mostra dei Bronzi di San Casciano.
Alla gente non interessa che il ministro vada a fare la bella statuina allo Strega: pensi che la diretta della serata è stata vista da un numero di telespettatori dodici volte inferiore rispetto a "Temptation island"».
Se è per questo, si leggono sempre meno libri: un dato che, invece, dovrebbe preoccupare il ministro della Cultura, non crede?
«Non c'è dubbio. Condivido molto l'obiettivo di portare la cultura dove ce n'è meno, nelle periferie e nelle zone disagiate. Fare in modo che le persone abbiano i libri a portata di mano. Il Piano Olivetti per sostenere biblioteche e piccole librerie è ottimo, a patto di metterci i soldi, che mi pare non siano ancora arrivati».
A proposito di soldi, cosa pensa del pasticcio sul tax credit per il cinema?
«Un intervento era necessario, perché non è possibile finanziare con centinaia di migliaia di euro film che nessuno ha visto, a volte mai arrivati in sala.
[…] Però nella correzione qualcosa non ha funzionato, dal punto di vista operativo e comunicativo. Nella comunicazione Meloni è bravissima, altri meno».
Giuli si è accapigliato con Elio Germano, si è scontrato con attori e registi che lo hanno criticato. Ha sbagliato?
«Germano lo ha attaccato dal Quirinale, a margine dei David di Donatello, e non era il luogo giusto, posso comprendere la reazione.
Però mi pare che ora ci sia stato un confronto con il mondo del cinema e che sia stata trovata una soluzione con un altro decreto. Bisogna saper selezionare con cura i film che meritano di essere finanziati, certo non può farlo il ministro: serve gente competente e indipendente».
Ecco, indipendente. Non scelta in nome dell'appartenenza politica.
BASE X ALTEZZA- MEME BY EMILIANO CARLI PER IL GIORNALONE - LA STAMPA
«Non si può negare che a volte si preferisca il più fedele e non il più bravo. È un errore, ma questo succedeva anche quando al potere c'era la sinistra. D'altra parte, è anche vero che il bacino da cui pescare i competenti è molto più ampio a sinistra, conseguenza della famosa egemonia culturale dei passati decenni. A destra quelli bravi sono di meno e, spesso, poco valorizzati».
È un problema che in questi ultimi due anni è emerso con particolare evidenza in Rai, non trova?
«La Rai si è impoverita, ha perso giornalisti e conduttori capaci, in troppi sono andati via. E questo si paga in termini di qualità, […] soprattutto se chi viene chiamato a sostituirli non si dimostra all'altezza.
Ora, però, a Rai Cultura hanno nominato Fabrizio Zappi, manager bravissimo, che spero riesca a rilanciare il settore. Non tutte le scelte che fa la destra sono sbagliate, lo sa? ».
Quella di declassare il Teatro La Pergola di Firenze, da toscano, come la valuta? Non è dettata da contrasti politici?
«In teoria quella è una valutazione tecnica, non politica, ma il sospetto è legittimo, perché il direttore artistico, Stefano Massini, è un critico feroce di questo governo, peraltro molto efficace nelle sue apparizioni tv. Il punto è che dovrebbero contare solo i risultati e la qualità del lavoro: pensare di tagliare i fondi a un teatro come forma di vendetta politica sarebbe sbagliato».
Fa parte della famosa rivincita della cultura di destra, la voglia di riappropriarsi di spazi a lungo negati?
«Io non credo siano stati negati. La verità è che la destra non si è mai abbastanza interessata alla cultura, fin dai tempi del Msi, che non era un partito "colto".
Ora mi pare ci sia la volontà di darsi da fare, magari a volte sbagliando, ma con un impegno reale, che ho visto prima con Sangiuliano e ora con Giuli.
giordano bruno guerri d'annunzio
Non è giusto dipingere tutto come un'operazione nostalgica o una semplice occupazione di posti. E gridare sempre al pericolo per la democrazia o all'attacco alla Costituzione è del tutto strumentale. Poi ci sono vari provvedimenti che non condivido, sia ben chiaro».
Me ne dica uno.
«Il decreto Sicurezza, molto negativo».
Ora si parla di nuovo di ius scholae: lei è favorevole?
«Assolutamente sì […]».
Meloni ha detto che non è una priorità del governo.
«Ritengo che lei sia d'accordo, ma non voglia far arrabbiare Salvini e avere problemi dentro la sua maggioranza.
Magari lo faranno più avanti, Meloni guarda a un orizzonte lungo, pensa di avere altri sette anni a Palazzo Chigi, non due. Credo abbia ragione».
giordano bruno guerri
giordano bruno guerri
giordano bruno guerri
DICAPRIO AL VITTORIALE CON GIORDANO BRUNO GUERRI