giorgia meloni matteo salvini silvio berlusconi

“DIVIDERE AL VERTICE CIÒ CHE È UNITO ALLA BASE È LA RICETTA PER UNA SCONFITTA. A MENO CHE NON CI SIANO STRATEGIE DIVERSE” – LO STORICO GIOVANNI ORSINA LE CANTA A SALVINI, MELONI E BERLUSCONI, CHE LITIGANO UN GIORNO SÌ E L’ALTRO PURE: “BATTIBECCARE SU CHI È IL PRIMO DI UNA COALIZIONE VINCENTE È LA RICETTA PERFETTA PER AVERE IN MANO UNA COALIZIONE PERDENTE. O UNA NON-COALIZIONE” – “SALVINI È MOLTO OSCILLANTE. È DIFFICILE CAPIRE SE ABBIA UNA STRATEGIA. SERVE UN PERCORSO DI CONVERGENZA SERIO. PERCHÉ DUBITO CHE L'INCARICO DI FORMARE UN GOVERNO POSSA ESSERE ASSEGNATO A MELONI O A LUI”

Antonio Rapisarda per “Libero quotidiano”

 

GIOVANNI ORSINA

Se si chiede a Giovanni Orsina, storico e direttore della Luiss School of Government, di ragionare sul centrodestra - prima coalizione secondo tutti i sondaggi, al governo nella maggioranza delle Regioni ma che se si votasse oggi rischierebbe seriamente di perdere perché al momento diviso - non usa mezzi termini: «È il paradosso di una situazione nella quale il risultato è stato dato un po' per scontato. Un errore madornale. Perché il risultato non era neanche acquisito prima della pandemia: figuriamoci dopo la guerra in Ucraina...».

 

Professore, lo insegna lei: la politica è sempre più "fluida".

«Già. Nessun risultato elettorale è predeterminato tre settimane prima. Figuriamoci tre anni prima. Cominciare quindi a battibeccare su chi è il primo di una coalizione vincente molto prima che si possa dire che quella coalizione è vincente è la ricetta perfetta per avere in mano una coalizione perdente. O una non-coalizione».

 

meme del presepe con matteo salvini giorgia meloni silvio berlusconi

Fra gli elettori di centrodestra non si percepiscono idiosincrasie. Il blocco sociale è granitico. Eppure i leader non si parlano quasi più.

«Questo è un altro dei paradossi. Dal '94 ad oggi la grande forza della destra italiana è stata da un lato la compattezza dell'elettorato, dall'altra parte la forza attrattiva di Berlusconi.

 

Penso che questa unità elettorale ci sia ancora. Per questo dividere al vertice ciò che è unito alla base è la ricetta per una sconfitta. A meno che non ci siano in realtà delle strategie diverse che non passano per l'unità del centrodestra...»

 

È proprio il dubbio di Giorgia Meloni rivolto agli ex alleati: «Non so se vogliono un governo di centrodestra».

«Questa ipotesi c'è. Berlusconi è sempre stato molto convinto della necessità di tenere unita la destra e che il bipolarismo sia stato il suo più grande regalo all'Italia. Però è un signore di 86 anni e dentro FI sappiamo che ci sono sensibilità diverse: una parte è legata al progetto originario, un'altra invece guarda verso esiti neocentristi».

 

giorgia meloni presenta la conferenza programmatica di fratelli d’italia 1

E Salvini?

«È difficile capire se abbia una strategia, e quale. È molto oscillante. Come da tradizione italiana, la strategia potrebbe essere quella di giocare sui proverbiali due forni - o a destra con Meloni, o verso una riedizione delle larghe intese -, riservandosi di scegliere più avanti secondo convenienza.

Certo, bisognerà vedere se si cambierà il sistema elettorale: questa è la cartina di tornasole dell'ipotesi "larghe intese". Ma lo scopriremo solo a fine anno, più a ridosso del voto».

 

Di questo passo alle Amministrative - e poi alle Regionali in Sicilia, ultimo appuntamento prima delle Politiche - si rischia l'harakiri.

IL SIMBOLO DI PRIMA L'ITALIA

«Un'altra sconfitta certamente creerebbe una spinta inerziale verso i sostenitori della transizione a un altro modello rispetto a quello dell'alleanza di centrodestra. Anche se la verità è che il centrodestra ci ha mostrato spesso di avere una sbalorditiva capacità di farsi del malissimo ma poi, due mesi prima delle Politiche, chiudere tutta la partita e rimettersi insieme».

 

Resta il nodo della leadership. Per Alessandro Sallusti uno dei problemi è che i due patriarchi non intendono cedere l'eventuale scettro alla leader di FdI.

«Un problema è sicuramente questo. Loro però risponderebbero: lei non lascia spazio. Ciascuno ha le proprie ragioni. Certamente Berlusconi è uno che non intende cedere lo scettro mai. Per Salvini, poi, cederlo sarebbe una tragedia.

 

matteo salvini al matrimonio berlusconi fascina 4

Perché a un certo punto - nel 2019 - ha avuto veramente il traguardo a portata di mano: per lui, anche psicologicamente, è particolarmente difficile. Detto questo, Meloni non è proprio un osso tenero: è una che i suoi spazi li difende con un certo puntiglio».

 

È il momento della pozione magica.

«Immaginare un percorso di convergenza serio, anche conservando i partiti separati, in cui si ripensi alle ragioni per le quali si sta insieme - e ce ne sono tante - con la volontà di tenere in piedi una coalizione nella quale la politica deve comunque prevalere sulle pur legittime ambizioni personali.

 

Anche perché dubito fortemente che, pure se la destra dovesse vincere le elezioni, l'incarico di formare un governo possa essere assegnato a Meloni o a Salvini».

 

L'odioso vincolo esterno trionferà?

viktor orban incontra matteo salvini a roma

«Piaccia o no, i vincoli internazionali oggi più che mai sono strettissimi. E il Capo dello Stato, cui spetta nominare il Presidente del Consiglio, ne è il garante. Ciò significa che alla fine potrebbe comunque prevalere una figura terza: un tecnico d'area. Tuttavia, in un centrodestra vincente ci sarebbe spazio per tutti. Meglio essere il secondo di uno schieramento che vince che essere il primo di quello che perde, in definitiva».

giorgia meloni presenta la conferenza programmatica di fratelli d’italia 3

Ultimi Dagoreport

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…