1. GLI ULTIMI GIAPPONESI BERSANIANI PRONTI AI BUNKER PARLAMENTARI PUR DI FAR SALTARE LA LEGGE ELETTORALE. MA “L’ESPRESSO” AFFONDA QUEL CHE RESTA DI CUPERLOO 2. SPUNTA UN CONTRATTO DI ASSUNZIONE DI CUPERLO AL PD, FIRMATO POCO PRIMA DELLE ELEZIONI 2013. COSÌ QUANDO PERDE IL SEGGIO AVRÀ GIÀ IL POSTO ASSICURATO AL PARTITO! 3. I RENZIANI SPULCIANO LE SPESE DEL PD BERSANIANO E TROVANO BUCHI E CONSULENZE MILIONARIE: DALLE MIGLIAIA DI EURO PER LE COPIE DELL’“UNITÀ” ACQUISTATE E DESTINATE AL MACERO AI 324 MILA EURO PER L’AGGIORNAMENTO DEL SITO DEL PARTITO DEMOCRATICO. “CON GLI STESSI SOLDI AGGIORNIAMO IL SITO DELLA NASA!” 4. LA BATTAGLIA SI SPOSTA SULLE PRIMARIE PER I SEGRETARI REGIONALI. E IN CALABRIA TRA I CUPERLIANI C’È NICOLA ADAMO, RINVIATO A GIUDIZIO PER ASSOCIAZIONE A DELINQUERE

1. L.ELETTORALE. CUPERLIANI: É PRO-BERLUSCONI, BATTAGLIA VISO APERTO
(DIRE). - "Ci sono dei passi avanti ma l'accordo sulla legge elettorale sembra disegnato per Berlusconi". E' il giudizio di Alfredo D'Attorre, dell'area di sinistra del Pd, sull'intesa relativa alla riforma del sistema di voto. "Ci sono difetti sistemici e uno squilibrio a vantaggio di Forza Italia", dice D'Attorre in Transatlantico, citando ad esempio la norma Salva Lega "che sembra fatta apposta per costringere un possibile alleato di Berlusconi ad allearsi con Berlusconi".

D'Attorre considera poi "una cosa fuori dal mondo che una forza che raggiunge 3 milioni di voti e sfiori l'8 per cento, resti fuori dal Parlamento solo perche' non si e' alleato. È un aspetto da correggere". C'e' poi il "rischio che Forza Italia, alleandosi con una serie partiti che non raggiungono la soglia del 4,5%, arrivi a intascare da sola l'intero premio di maggioranza, il 53 per cento dei parlamentari".

- Un altro tema eluso e' quello della liberta' di scelta degli elettori. "L'accordo si basa sulle liste bloccate- spiega D'Attorre- noi abbiamo offerto una pluralita' di strumenti, dalle preferenze alle primarie obbligatorie, che non sono stati presi in considerazione". C'e' infine il "problema ancora irrisolto della rappresentanza di genere". Su questi temi la minoranza del Pd "continuera' la propria iniziativa perche' tutto il Pd continui una battaglia su questi temi. Lo faremo a viso aperto, perche' siamo contrari alle imboscate parlamentari e commetterebbe un grave errore chi profittasse del voto segreto. Vogliamo che si apra un confronto nel gruppo perche' ci sia un'iniziativa forte del Pd".

A chi gli chiede se l'area dei cuperliani presentera' degli emendamenti per l'aula, D'Attorre spiega: "In aula saranno sicuramente presentati centinaia di emendamenti da parte di tutte le forze politiche. Questo accordo costituisce una base. Ora inizia l'iter parlamentare".

2. L.ELETTORALE. BOSCHI A CUPERLIANI: NON FATE SALTARE ACCORDO
(DIRE) - "Spero che anche all'interno del Pd ci sia senso di responsabilita' perche' non si puo far saltare un accordo storico, non solo sulla legge elettorale ma anche sul titolo V". E' quanto dice la responsabile riforme del Pd, Maria Elena Boschi, arrivando alla sede del partito a largo del Nazareno. Poco prima l'area di Cuperlo aveva fatto sapere che ci sono ancora dei nodi da sciogliere nell'accordo sulla legge elettorale ritendolo troppo sbilanciato a favore di Fi.

3. PD, I RENZIANI CONTRO LE "SPESE PAZZE". E SPUNTA L'ASSUNZIONE DI GIANNI CUPERLO
Giovanni Manca per http://espresso.repubblica.it

Passata la prima mareggiata del dopo primarie, in casa Pd è in arrivo una bufera. I nuovi inquilini del Nazareno hanno trovato conti in rosso, spese folli in consulenze, decine di unità di personale inutilizzato e anche una manciata di nuove assunzioni, in barba al blocco già operante da qualche anno, che potrebbero coinvolgere nomi eccellenti dell'establishment piddino. Matteo Renzi non pare proprio intenzionato a limitarsi a "lavare i panni sporchi in casa" e si prepara a dar conto pubblicamente dello stato di dissesto del partito. Insomma, tutto fa prevedere che il prossimo scontro tra vecchia e nuova dirigenza si giocherà sui temi della riorganizzazione delle risorse del partito e sulla trasparenza dei bilanci.

Che i conti in rosso del 2012 preoccupassero non poco l'ex rottamatore è noto. Ma è stata l'estensione dei buchi di bilancio e gli sprechi puntualmente annotati nei capitoli a lasciare di stucco, raccontano al Nazareno, tanto il segretario quanto Francesco Bonifazi, nuovo tesoriere del Pd, da settimane chiuso a scartabellare fatture, bolle, voci, partite di giro e redazioni di preventivi per il 2014. Se il tesoriere si trincera dietro una cortina di silenzio mascherata da tracheite ("sono senza voce, non posso proprio parlare", risponde con ironia), più di un autorevole esponente parlamentare racconta la "sconcertante realtà lavorativa" trovata nella sede del maggior partito nazionale.

Si va da spese considerevoli per un esercito di personale "spropositato" (200 unità, di cui 157 utilizzate effettivamente), al superamento dei vincoli derivanti dal blocco delle assunzioni, già deciso nel 2011, e che invece lo scorso marzo avrebbe portato ad immettere in ruolo (cioè a tempo indeterminato) dirigenti di primissimo piano, subito prima del loro ingresso in Parlamento.

Un esempio su tutti e confermato da più di una fonte è quello di Gianni Cuperlo, che si sarebbe ritrovato nel giro di poche settimane con il doppio incarico di dirigente di ruolo e parlamentare (optando, ovviamente, per la sola indennità di deputato fino alla fine della legislatura). Circostanza che non avrebbe favorito l'armonia tra i due: tanto che qualcuno, certo non di fede bersaniana, suggerisce di rileggere in filigrana quell'uscita di Renzi in Direzione nazionale ("sei stato eletto nel listino bloccato") che ha fatto da detonatore alle dimissioni di Cuperlo; una provocazione che avrebbe piuttosto sottinteso il "ti sei fatto anche assumere in extremis dal partito nel momento in cui chiediamo sacrifici al Paese".

Raccontano, infatti, che quando Bonifazi si trovò a resocontare a Renzi le prime risultanze dei suoi controlli tomografici sullo stato di (non) salute dei conti si sarebbe affrontato, stando agli insistenti rumors, anche il nodo Cuperlo e si sarebbe deciso di parlarne direttamente con l'interessato, paventando l'idea che, in mancanza di un suo passo indietro sull'assunzione, si sarebbe comunque dovuto metter mano agli effetti del presunto colpo di mano pre-elettorale.

Per ora, la bomba che squasserà ulteriormente i rapporti tra l'ala rottamatrice e l'ancien régime dell'apparato è rimandata, per quanto si sa, di una decina di giorni, anche perché sul tavolo resta sempre l'urgente nodo della legge elettorale. Pausa tecnica utile, in fondo, anche per prender tempo e capire come gestire il dossier spese pazze del partito. Su questo tema si sarebbe trovata una nuova importante saldatura, sotto la bandiera dell'auspicata unità del partito, tra renziani e civatiani, anch'essi intransigenti sulla tenuta dei conti.

Intanto, è iniziato il giro di vite per il personale di ruolo, diviso tra chi "da sempre lavora come una bestia" e chi, in orario di servizio, completava le compere dei saldi o faceva la fila dal macellaio. In linea con uno dei primi atti di Matteo Renzi quando fu eletto Sindaco a Firenze (parlò dei suoi dipendenti come dei "fantozzi", sollevando un putiferio), anche al Nazareno ci saranno badge per tutti (si suppone, dunque, anche per Cuperlo quando tornerà in servizio) e rilevatori di presenze piazzati ad ogni ingresso.

Resta il fatto che, a conti fatti, quello che avrebbe basito di più Bonifazi non siano state tanto le spese per il personale, che infatti non dovrebbero essere oggetto di riduzioni nel 2014, quanto piuttosto l'abnorme spesa per servizi e consulenze. Su questo capitolo, dicono, Renzi e la sua Segreteria saranno inflessibili e spiegheranno pubblicamente gli sperperi di una gestione discutibile e definita, senza giri di parole, "poco trasparente".

"Non si può certo chiedere trasparenza alle articolazioni dello Stato se poi non siamo i primi a garantirla" ragiona un parlamentare renziano. "Cosa vogliono dire le risposte fornite circa i controlli autorevolissimi sui conti di società di revisori certificate? Qui non è in discussione alcun falso in bilancio, ma spese, a partire dalle consulenze, incredibili e sulle quali, a fronte dell'idonea documentazione, non c'è società al mondo che non possa registrarne la legittimità".

Se, in pratica, il 2012 si era chiuso per il PD con un disavanzo di 7,3 milioni di euro, il 2013 sembra non solo aver confermato il trend, ma addirittura abbia espanso il debito. E c'è chi della direzione Pd si spinge oltre: "La gestione del bilancio di un partito non è mica una cosa per cui serva una capacità manageriale eccezionale; non è difficile, a maggior ragione finché si è potuto contare sulla quota dei rimborsi elettorali, situazione in cui si sa perfettamente quanto spendere a fronte di entrate certe".

Le spese contestate vanno, tra l'altro, dal numero considerevole di copie de L'Unità destinate al macero ("la consistenza del partito garantisce somme cospicue di finanziamento pubblico al giornale. Per il resto dovrebbero valere le regole del mercato"), fino ai 324 mila euro destinati all'aggiornamento del sito del Partito Democratico. "Con gli stessi soldi prendo dieci unità di personale inutilizzate, gli faccio la formazione e le mando ad aggiornare il sito della Nasa, oltre a quello del PD", è uno dei ragionamenti spicci che circolano.

I primi passi che verranno adottati, dunque, dovrebbero andare nel senso di un quasi azzeramento delle consulenze (che assorbono circa un milione di risorse), una razionalizzazione delle spese per la formazione, la drastica riduzione delle spese per l'editoria e la comunicazione (traballerebbe anche l'attuale assetto della tv Youdem), il taglio netto alle spese di missione e il blocco delle assunzioni per i prossimi anni, da rispettare, stavolta, con rigorosa inflessibilità.

Non che alle orecchie dei cuperliani, come è naturale, non arrivino questi ragionamenti al fiele e la volontà di "rompere un ingranaggio logoro di consulenze, servizi e di sovraccarico diffuso della spesa", ma i mal di pancia si concentrerebbero soprattutto sui modi e sui metodi dei nuovi arrivati al Nazareno (e di metodo, appunto, parlò Cuperlo nella lettera di dimissioni recapitata a Renzi il 21 gennaio scorso); cercheranno, insomma, di spostare l'asse del confronto dalla contabilità alle ragioni di dissenso politico all'interno del partito. Che non resteranno inerti a farsi smacchiare dai rottamatori 2.0 è sicuro, che la battaglia si preannunci aspra e senza esclusione di colpi, pure.

4. IN CALABRIA IL CANDIDATO CUPERLIANO SOSTENUTO DALL RINVIATO A GIUDIZIO E DIESSINO STORICO NICOLA ADAMO
DAGONOTA

Non dite a Gianni Cuperlo che il suo candidato a segretario regionale del Pd Calabria, Massimo Canale, ha ricevuto ieri, con una mega intervista, il pieno appoggio di Nicola Adamo, storico esponente Pci-Pds-Ds calabrese, noto alle cronache per il figlio avuto con la sindaca di Cosenza, Eva Catizone, nel pieno del suo matrimonio "ufficiale" con figli.

A preoccupare il leader della minoranza interna del Pd, però, non dovrebbero essere ovviamente i figli di Adamo, ma le sue complicazioni giudiziarie. Lo scorso 17 gennaio, infatti, è ripartito in aula il processo Why Not, che vede tra i rinviati a giudizio per associazione a delinquere anche lo stesso Adamo. La prossima udienza è prevista il 7 febbraio. Non un buon viatico per la campagna per le primarie regionali.

 

 

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