giorgia meloni enrico letta

“GLI ULULATI DEL CENTROSINISTRA SONO RIDICOLI” – DALLA MAGGIORANZA HANNO GIOCO FACILE NEL REPLICARE AL PD DOPO LE ACCUSE DI “LOTTIZZAZIONE SELVAGGIA”: DEL RESTO, DETTO DAL PARTITO CHE HA MONOPOLIZZATO OGNI SPAZIO, DALLA RAI ALLA BUROCRAZIA, FA ABBASTANZA RIDERE – GASPARRI: “È UN RICAMBIO PREVISTO DALLE NORME, SONO PROTESTE INSENSATE”. ANCHE PERCHÉ LO SPOILS SYSTEM È STATO INTRODOTTO DAL GOVERNO PRODI ALLA FINE DEGLI ANNI NOVANTA…

Laura Cesaretti per “il Giornale”

 

GIORGIA MELONI ENRICO LETTA - MEME BY CARLI

Lo slogan è aggressivo: «lottizzazione selvaggia». La denuncia è pesante: «Le mani della destra su palazzi e poltrone», tutto stampatello e sormontato dalla foto di una Meloni con faccetta compunta e labbra serrate, sullo sfondo di Palazzo Chigi.

 

Il Pd si ferma a un millimetro dalla riedizione della propaganda contro i «forchettoni» della Democrazia Cristiana, nella feroce campagna elettorale del 1953, con la quale il Pci rivendicava «l'onestà» (propria, ovviamente) contro «la corruzione» (altrui). Stavolta nel mirino ci sono le prime nomi del governo Meloni, che sembra intenzionato a usare il «machete» (copyright Guido Crosetto) contro le cariche apicali della pubblica amministrazione scelte dai governi passati: «Stiamo assistendo a un vero assalto all'amministrazione dello Stato - tuonano i vertici dem -. Professionisti ed esperti che hanno lavorato al servizio dei cittadini sostituiti da fedelissimi del capo di turno, scelti solo secondo logiche di obbedienza», con «buona pace del merito».

 

franco bassanini foto di bacco

Il particolare su cui il Pd (coadiuvato nella sua denuncia da testate come Repubblica, che ieri titolava a tutta pagina «Meloni pigliatutto», e persino da qualche esponente della Cei) sorvola, è che la legge che prevede per ogni governo in carica la possibilità, entro 90 giorni dal voto di fiducia, di sostituire i dirigenti chiave di enti e ministeri, porta un autorevole firma di centrosinistra: quello di Franco Bassanini.

 

Il cosiddetto «spoils system» venne introdotto infatti dal governo Prodi alla fine degli anni 90. E ogni esecutivo, da allora, la ha applicata, inclusi ovviamente quelli con la partecipazione del Pd. Così, è del tutto legittimo criticare la sostituzione del commissario alle aree terremotate Giovanni Legnini con un senatore di FdI come Guido Castelli. Ma è complicato farlo gridando alla «nomina politica» e alla «lottizzazione», visto che anche Legnini era un parlamentare Pd.

 

guido castelli

«Lo spoils system applicato dal governo alla gestione del post-terremoto è una pessima scelta», denuncia Enrico Letta. Che fa bene a difendere l'operato di un esponente del proprio partito, ma difficilmente può negare che anche quella fu una scelta assai «politica». Così come è ovviamente criticabile la rimozione di Andrea Magrini alla guida di Aifa, decisa dal neo-ministro della Sanità, ma sempre di nomina politica si tratta.

 

E saranno facilmente rintuzzabili le critiche dei 5Stelle alla sostituzione di personaggi come Tridico (Inps, in scadenza a maggio) o Minenna (Dogane), scelti da Giuseppe Conte nella sua inebriante stagione a Palazzo Chigi perché schierati con il proprio partito. Minenna, per dire, fu focosamente sostenuto dall'allora presidente 5s della Commissione Finanze Carla Ruocco, che lo voleva addittura alla Consob, nonché dall'ex senatore Lannutti (rimasto celebre per i proclami antisemiti sui Savi di Sion).

 

«È comprensibile che un nuovo governo voglia avvalersi di collaboratori di propria fiducia», dice Maurizio Gasparri di Fi, «è un ricambio previsto dalle norme», e «gli ululati del centrosinistra sono ridicoli».

maurizio gasparri foto di bacco (2)

 

Più delicata, fanno notare in molti, la ventilata sostituzione di figure chiave per la gestione dei conti italiani e dei rapporti con la Ue come il direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera. Sostituzione che vedrebbe contrario per primo proprio il ministro dell'Economia scelto da Meloni, Giancarlo Giorgetti, consapevole di quanto sia fondamentale per l'esecutivo avere in quella postazione chiave chi ha il know-how e la credibilità per gestire i rapporti con i partner internazionali.

 

LETTA MELONI MEME

«Le scelte del governo rispondono al desiderio legittimo di avere vertici di assoluta fiducia - si chiede allarmato l'esponente di Azione Osvaldo Napoli - o si stanno predisponendo le munizioni per aprire un conflitto a tutto campo con le istituzioni Ue?». Le tensioni interne tra Giorgetti e Meloni, su questo fronte, sono insistentemente trapelate nelle ultime ore. E non è passato inosservato, ai funerali di Benedetto XVI, il conciliabolo tra il titolare dell'Economia e l'illustre predecessore di Meloni, Mario Draghi.

GIOVANNI LEGNINI LUCA PALAMARA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…