
CHE CI VENGONO A FARE TUTTI ‘STI MIGRANTI IN ITALIA? IL GOVERNO DA’ IL VIA LIBERA ALL’INGRESSO DI 500MILA IMMIGRATI NEI PROSSIMI TRE ANNI MA SOLO IL 12 PER CENTO ALLA FINE TROVERÀ LAVORO STABILE E PERMESSO DI SOGGIORNO. E GLI ALTRI? RESTERANNO A CIONDOLARE NELLE NOSTRE CITTA'? – COSA NE PENSANO GIORGIA MELONI E IL MINISTRO TRICOLOGICAMENTE IRRISOLTO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA CHE IN PASSATO PARLARONO DI “SOSTITUZIONE ETNICA”?
Alessandra Ziniti per “la Repubblica” - Estratti
Cinquecentomila ingressi nei prossimi tre anni, il dieci per cento in più rispetto ai 450.000 del 2025. Il consiglio dei ministri dà il via libero al nuovo decreto flussi, «meccanismo d'immigrazione legale e controllato», strumento per garantire «manodopera indispensabile al sistema economico e produttivo nazionale altrimenti non reperibile», dice il governo.
I numeri incrementati soddisfano il sistema imprese, le associazioni di categoria, le famiglie. Ma solo sulla carta. Perché poi, a farli atterrare nella realtà italiana, le cifre sono ben altre: appena il 12% degli stranieri entrati in Italia nel 2024 con il decreto flussi ha trovato lavoro stabile e permesso di soggiorno.
«È paradossale, ma fino a quando non cambieranno approccio e meccanismo, aumentare i numeri degli ingressi e i controlli servirà a ben poco. Il decreto flussi, così com'è congegnato, è una straordinaria macchina crea-irregolari, parliamo di diverse decine di migliaia ogni anno», spiega Filippo Miraglia di Arci e componente della campagna Ero Straniero che monitora l'applicazione del provvedimento e dell'emersione del lavoro nero.
Il meccanismo gira a vuoto in troppi punti: tempi infinitamente lunghi(anche più di un anno dalla richiesta del datore di lavoro all'arrivo del lavoratore), inadeguatezza dell'apparato burocratico, difficoltà insuperabili nell'incrocio di domanda e offerta a distanza, la lotteria del click day, tante truffe e gli appetiti della criminalità organizzata e delle mafia, come ha confermato la recente inchiesta della procura di Napoli.
E proprio per cercare di evitare che - come accaduto - regioni con un tessuto imprenditoriale meno sviluppato si aggiudicassero in maniera assai sospetta il maggior numero di nullaosta, il nuovo decreto flussi prevede un meccanismo territoriale, con quote prestabilite in relazione ai fabbisogni effettivi dei territori. Non c'è invece il correttivo che la stragrande maggioranza delle organizzazioni di categoria e delle associazioni aveva sollecitato, e cioè il superamento del click day, l'appuntamento online con il quale nel giro di pochi minuti sul sito del Viminale vanno esaurite tutte le richieste.
Una vera e propria lotteria ritenuta inadeguata alle esigenze dei comparti più diversi che chiedono invece di tenere aperte diverse finestre durante l'anno. Il governo non lo esclude e annuncia «la volontà di superare il meccanismo del click day, incentivando gli ingressi fuori quota con un percorso graduale, che riguardi anzitutto i profili professionali più ricercati dai datori di lavoro e che potenzi la formazione dei lavoratori nei Paesi di origine».
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