giorgia meloni - gli appunti di giorgia - 9 agosto 2023 - 5 tassa tassazione extra profitti banche

IL GOVERNO SI È DATO LA TASSA SUI PIEDI – L'IMPOSTA SUGLI EXTRAPROFITTI BANCARI VOLUTA DALLA MELONI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER LE CASSE DELLO STATO. QUESTO PERCHÉ FINISCONO PER ESSERE COLPITI ANCHE I PROVENTI LEGATI AI RENDIMENTI DEI TITOLI DI STATO, CHE VEDREBBERO LA TASSAZIONE SALIRE BEN OLTRE IL 29,5% ATTUALE – QUESTO PUO’ SPINGERE IL SISTEMA BANCARIO A SCENDERE SOTTO LA MEDIA STORICA IN UNA FASE IN CUI PER LO STATO È ESSENZIALE IL SUCCESSO DELLE ASTE – IL RISCHIO DI EFFETTI DISTORSIVI SULLA CONCORRENZA TRA GRANDI GRUPPI BANCARI…

Estratto dell'articolo di Laura Serafini per “Il Sole 24 Ore”

 

giorgia meloni giancarlo giorgetti

La tassa sui cosiddetti extraprofitti bancari introdotta dal governo con decreto legge lo scorso 7 agosto, se non verrà in qualche modo corretta, rischia di trasformarsi in un boomerang per le casse dello Stato. Il ministro per gli Esteri, Antonio Tajani, ha cominciato a sollevare il problema nei giorni scorso parlando del rischio di tassare i titoli di Stato.

 

In realtà, questa prospettiva è già una certezza ed è la conseguenza del modo in cui è stata impostata la gabella italiana, che si configura in modo ben diverso dal precedente già introdotto in Spagna.

 

La norma introduce un’aliquota del 40% sul margine di interesse delle banche (per la precisione sulla quota che eccede del 5% il margine di interesse del 2022) che hanno sede in Italia, facendo espresso riferimento alla voce 30 del conto economico.

 

TITANIC D'ITALIA - VIGNETTA BY MACONDO

Il punto è che in quella voce non ricadono solo i proventi derivanti dalla differenza del costo della raccolta (che avviene anche attraverso bond e non rappresenta solo la differenza tra interessi attivi e interessi passivi dei conti correnti) e il tasso di interesse applicato ai prestiti.

 

Vi finiscono anche i proventi legati ai rendimenti dei bond e, quindi, anche dei titoli di Stato: sino al 7 agosto quegli strumenti finanziari erano tassati per le banche al 26% oltre a un’addizionale del 3,5 per cento.

 

[…]  La nuova norma ha invece l’effetto di introdurre per le banche una ulteriore imposizione indeducibile del 40%, che si aggiunge alla quella preesitente. Il risultato è che, in qualche modo, lo Stato finisce per definire extraprofitti la remunerazione che riconosce alle proprie obbligazioni, nei fatti lasciando intendere che paga fin troppo bene gli investitori.

ARTICOLO DEL FINANCIAL TIMES SU ANTONIO TAJANI CONTRARIO ALLA TASSA SUGLI EXTRAPROFITTI

 

E ancora: i titoli di Stato posseduti dalle banche non sono solo quelli acquistati dal luglio 2022 in poi, quindi da quando sono saliti i rendimenti come conseguenza del rialzo dei tassi di interesse da parte della Bce. La gran parte sono titoli acquistati in precedenza, quando i tassi erano a zero, e i cui rendimenti sono molto bassi: anche quelli vengono tassati al 40%, e quindi nell’ottica della norma rappresentano extraprofitti.

 

L’articolo 26 del decreto legge varato lo scorso 7 agosto stabilisce che questa imposizione straordinaria sia in vigore per l’esercizio 2023. La vigenza di questo svantaggio fiscale fino nel 2023 potrebbe essere controproducente in vista delle aste dei titoli di Stato da qui a fine anno: perché le banche dovrebbero continuare a investire su quei titoli se renderanno di meno?

 

GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI

Tanto vale investire in altri titoli, magari con rendimenti che maturano dopo il 2023. Tanto più che tutto questo accade in un anno nel quale la Bce ha ridotto gli acquisti sui titoli di Stato dei paesi membri e ha iniziato a vendere quelli che possedeva. Le stesse banche stanno a loro volta riducendo i loro acquisti sui titoli di debito pubblico perché non possono più utilizzarli per finanziarsi a tassi bassi con la Bce e, anzi, li stanno vendendo.

 

[…] La modifica della tassazione dei proventi dei titoli di Stato introdotta come una sorta di Robin Hood Tax porta con sé l’idea di un rischio implicito di quegli strumenti finanziari, che sino ad oggi sono considerati in termini di vigilanza prudenziale privi di rischio e quindi non implicano accantonamenti da parte delle banche.

 

ANTONIO TAJANI E GIORGIA MELONI COME MASSIMO SEGRE E CRISTINA SEYMANDI

La possibilità che, al bisogno del governo di turno, l’imposizione possa cambiare potrebbe gettare benzina sul fuoco su un dibattito strisciante che si consuma a livello europeo, con i paesi nordici che vogliono l’introduzione di una ponderazione nei bilanci delle banche sui titoli di Stato del proprio paese posseduti e questo per penalizzare i paesi più indebitati.

 

Ma la questione non finisce qui: la tassa colpisce in modo diverso le banche. A differenza della tassa spagnola, che incide sui proventi da tassi di interesse e commissioni nette (ma solo se superano gli 800 milioni) e a livello di gruppo, quella italiana colpisce qualsiasi realtà con licenza bancaria.

 

gli utili delle banche italiane nel 2023

Questo sistema può determinare effetti distorsivi della concorrenza tra grandi gruppi come Unicredit e Intesa, per citare i più grandi, rispetto a realtà significative come Iccrea e Cassa centrale banca. I gruppi di credito cooperativo si vedono tassare ogni singola banca e poi a livello di gruppi. Inoltre, sono ulteriormente penalizzati dal fatto che per legge investono la liquidità soprattutto in titoli di Stato.

 

Tutto questo fa presumere che la Bce, nel parere che sta per inviare all’Italia sulla norma, avrà argomentazioni ulteriori e diverse rispetto a quelle rappresentate alla Spagna. […]

giancarlo giorgetti giorgia meloni matteo salvini giancarlo giorgetti giorgia meloni giorgia meloni antonio tajani TASSI DEI CONTI CORRENTI VS TASSI DEI MUTUI

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?