gramsci renzi

GRAMSCI’S KARMA – RENZI SI COPRE A SINISTRA E RISCOPRE LA FIGURA DELL’”INTELLETTUALE ORGANICO” CHE A SCIASCIA FACEVA VENIRE IN MENTE IL CONCIME – PIEPOLI: “RENZI VINCEREBBE LE PRIMARIE MA GLI ITALIANI SI FIDANO DI GENTILONI. HA IMPARATO IN FAMIGLIA A NON AVERE FRETTA. HA FATTO SUO IL PRINCIPIO ANDREOTTIANO CHE ALLA FINE ‘TUTTO SI AGGIUSTA’”

RENZI MARTINA GENTILONI LINGOTTORENZI MARTINA GENTILONI LINGOTTO

Jacopo Iacoboni per la Stampa

 

«Un certo amarcord per la sinistra del passato è comprensibile, ma talvolta cozza con la realtà», dice Matteo Renzi in un passaggio del suo discorso in cui chiama l' applauso. In prima fila in platea, coerentemente con queste parole ispirate alla voglia di futuro e di freschezza, accanto al premier Paolo Gentiloni hanno fatto sedere Luigi Berlinguer, cugino di Enrico, già segretario dei giovani comunisti sardi negli Anni Cinquanta, membro della direzione del Partito dal 1952, ex deputato, ex ministro della pubblica istruzione, per cinque anni anche tra i dirigenti del Monte dei Paschi di Siena, nei lontani Anni Settanta. Un cognome che è tutt' uno con la storia più piena del Novecento e del comunismo italiano.

 

renzi al lingottorenzi al lingotto

Perché, ecco, mentre Renzi si richiamava al partito degli «eredi e non dei reduci», alla voglia di futuro e non di amarcord, al fatto che «essere di sinistra non è solo inseguire i reduci del passato», in questa tre giorni al Lingotto ha poi preso la scena, curiosamente, anche una sfilata di incredibili repêchage, persone notevoli, ma che sembravano lievemente in controluce con l' assunto. Come se Renzi volesse coprirsi a sinistra e dire, guardate, non tutti i comunisti storici sono andati via con le microscissioni. Parole affilate, e con toni vibranti, le ha pronunciato Giuseppe Vacca, storico direttore dell' Istituto Gramsci. Un uomo che accolse Renzi, nel 2012, con un' intervista a Wanda Marra sul Fatto in cui diceva «se le primarie le vince Renzi si farà una lotta politica. È chiaro che un segretario della statura di Renzi il Pd lo espelle rapidamente».

 

renzi al lingotto  renzi al lingotto

Un po' tutto è poi andato diversamente, a partire dal fatto che oggi Vacca è intervenuto nella kermesse renziana: «Altro che partito di un uomo solo al comando, con questo Pd siamo entrati nei socialisti europei, e prima si è definita una strategia costituentistica, come diceva Gramsci». Sostiene Vacca che «la vecchia generazione non è stata generosa con la nuova per accidia o invidia» (ce l' aveva qui con D' Alema, forse?). Del resto anche il grande fondatore de L' Ordine Nuovo (che nacque ed ebbe la prima sede appunto a Torino, in piazza Carlina, dov' è oggi un hotel di design) ebbe i suoi dubbi, per esempio sulla scissione di Livorno, e ripensamenti.

 

Cambiare idea non è vietato, ma è chiaro che tra i tanti spettri che s' aggirano al momento su Renzi c' è quello dei comunisti, più che del comunismo. E lui per esorcizzarlo prova a chiamare con sé chi ci sta.

 

Ognuno porta il suo santino, talora impegnativo. Berlinguer per esempio afferma «sento un ethos, una partecipazione, la politica è adesione di tutto un essere umano». E poi: «Non possiamo pensare di inventare il futuro solo con la categoria del passato». Poco più in là ci s' imbatte nel maglioncino rosso di un altro ottuagenario importante, il filosofo Biagio De Giovanni, reduce della federazione del Pci napoletano migliorista, che sostiene «l' unico a poter dare un profilo riformista a questo paese è il Pd di Renzi», al quale lui s' è recentemente anche iscritto. Oppure Claudia Mancina, filosofa, nel Pci dal 1973, femminista anticonvenzionale conto le retoriche sulle donne. Berlinguer sottolinea che tutto questo «non è adorazione del passato»; e se lo dice lui, Renzi conta che gli si creda.

 

LUIGI BERLINGUERLUIGI BERLINGUER

Insomma, e per farla breve: dal rottamatore ai, detto con massima stima, «resuscitati comunisti»: resuscitati nel senso che Renzi li aveva simbolicamente ammazzati. Qui producono spesso - e questo è un guaio - idee più ficcanti degli psicanalisti renziani. Per esempio come quando Mancina dice sulle donne: «Un soggetto politico si costituisce sulla base di un progetto e di una organizzazione. Cose che mancano alle donne della sinistra da vent' anni, da quando cioè è stata scelta la rivendicazione delle quote come unica iniziativa. Un soggetto politico "donne" non c' è più da molto tempo.

Personalmente non ne sento la mancanza».

 

«Non siamo tornati qui con la nostalgia, ma guardando avanti», assicura allora Piero Fassino, anche lui un antico comunista riformista, sabaudo. Più che citare Flaiano e Brunori Sas (come Renzi), o Huizinga e Lawrence d' Arabia (come Minniti), tanto vale affidarsi sulla difensiva alle lunghe spire di quel che resta della tradizione Pci.

 

GRAMSCI’S KARMA – RENZI RISCOPRE LA LA FIGURA DELL’”INTELLETTUALE ORGANICO” CHE A SCIASCIA FACEVA VENIRE IN MENTE IL CONCIME – PIEPOLI E L’ELOGIO DELL’ANDREOTTIANO GENTILONI

renzi al lingotto renzi al lingotto

 

Francesco Persili per Dagospia

 

“Altro che un partito di un uomo solo al comando, il Pd è un partito di sinistra”, scandisce lo storico Giuseppe Vacca, presidente dell’Istituto Gramsci. Il Lingotto renziano celebra il ritorno in servizio dell’intellettuale engagé celebrato da Sartre e criticato da Elio Vittorini nella polemica con Togliatti. Il pensatore “un passo avanti al partito”, l’eretico alla Pasolini, il seminatore di dubbi di cui parlava Bobbio, l’irregolare ironico à la Edmondo Berselli (“I care, we can, they win”), l’intellettuale “organico” che a Sciascia faceva venire in mente il “concime” (“Meglio essere la pianta, al limite, che il concime”).

GRAMSCIGRAMSCI

 

Si apre una nuova fase del rapporto tra cultura e politica anche se la mossa dell’ex premier appare più realisticamente un tentativo di coprirsi alla sua sinistra dopo la scissione bersianian-dalemiana. “Un partito pensante, e non pesante”, Renzi rilancia il Gramsci’s Karma (“Il riformismo deve riuscire a creare un’egemonia”) e riscopre la parola “compagno” di cui l’ex premier declina l’etimologia (“cum panis”, mangiare il pane insieme) come già fece il suo padre politico Rutelli, nell’ultimo congresso della Margherita a Cinecittà, ma non trascura di strizzare l’occhio al pop contemporaneo con la citazione di una canzone di Brunori Sas.

nicola piepolinicola piepoli

 

Non solo parole e idealità ma anche i numeri che scodella il sondaggista Nicola Piepoli a Dagospia: «Renzi oggi vincerebbe le primarie del Pd con oltre il 50% ma gli italiani si fidano di Paolo Gentiloni che sta governando bene». Il premier è sempre stato «un animale di gruppo», ci sa fare, proviene da una famiglia nobile, il suo antenato, il conte Vincenzo, ha legato il suo nome al patto Gentiloni che riportò i cattolici alla vita politica. Si può dire che ha imparato in famiglia ad avere pazienza, a non avere fretta. Ha fatto suo il principio andreottiano che alla fine ‘tutto si aggiusta’».

 

Si discute sul fatto che il Pd non parli più a pezzi di società e di Paese: i giovani, i precari, il Sud. «Sono stereotipi – incalza Piepoli – se il Pd è ancora il primo partito col 30% questo vuol dire che attrae tutti. E’ come Rai1». La scissione è stata assorbita? «La nuova formazione di sinistra è data al 3%. C’è stato un travaso di voti dal Pd, che sostanzialmente ha tenuto. il punto di svolta è stata la scelta del presidente della Regione Puglia Emiliano che, restando nel partito, in un certo senso, ne ha favorito il ricompattamento”.

gentiloni e renzigentiloni e renzi

 

“Quando si festeggia perché il proprio partito ha perso il referendum è giusto che le strade si separino”, il filosofo Biagio de Giovanni, ex eurodeputato ed esponente di rango dell’area migliorista del Pci, torna sulla scissione e invita la classe dirigente democratica “a combattere i populismi di destra e sinistra e a non scavare tra le macerie del passato”. Nelle furie della “prima crisi politica della globalizzazione” (Brexit, Trump, lo scontro tra Ue e il blocco dei paesi dell’Est), non trovano spazio né l’amarcord, né le suggestioni neo-rottamatrici.

GIUSEPPE VACCAGIUSEPPE VACCA

 

Solo Giuseppe Vacca attacca “la vecchia generazione” che “per invidia o per accidia non è stata generosa nei confronti della nuova”. La notizia è che i venerati maestri sono tornati sulla scena come giovani promesse. Sarà perché – parafrasando Arbasino – la generazione di mezzo è affollata dai soliti stronzi?

renzi al lingotto.   renzi al lingotto. maria elena boschi al lingottomaria elena boschi al lingottorenzi al lingotto renzi al lingotto logo trolley per il lingotto del pd renzianologo trolley per il lingotto del pd renzianomaurizio martina e renzi al lingottomaurizio martina e renzi al lingottoBIAGIO DE GIOVANNIBIAGIO DE GIOVANNI

Ultimi Dagoreport

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…