matteo renzi giuseppe conte

E’ APERTA LA STAGIONE DI CACCIA AL PEONE - GRANDI MANOVRE IN AULA DI CONTE PER SOSTITUIRE I RENZIANI IN CASO DI MANCATO ACCORDO - DOVE SI SCOVANO? TRA EX 5S TOTIANI, BRUNETTIANI, CENTRISTI, POLTRONISTI E CONVERTITI "RESPONSABILI" - MA ANCHE SE CONTE DOVESSE TROVARE I VOTI, UNA MAGGIORANZA TENUTA INSIEME CON LO SPUTO NON ARRIVA AL 2023 - GONGOLA IL RENZIANO FARAONE: “IN COMMISSIONE, SENZA MAGGIORANZA, COME FAREBBERO?”

GIUSEPPE CONTE MATTEO RENZI - BY GIANBOY

Carmelo Lopapa per “la Repubblica”

 

A bordo della nave in tempesta il "capitano" Gregorio De Falco vede solo «una grande ammuina». E se lo dice lui, che è tra gli "indiziati", additato tra coloro che sarebbero disponibili a salirci, sulla nave medesima. Solo che, avendo fiuto di mare, l' ex grillino del misto che già qualche volta ha votato a favore del governo, sente puzza di naufragio. E allora dice che no, «io non ho più fiducia in questo esecutivo e il problema è Conte, col suo onanismo da Dpcm ai confini della Costituzione: sarebbe più serio se si facesse da parte. Allora poi...».

 

marcucci zingaretti

C' è un frenetico sali-scendi dalle scialuppe di salvataggio, in queste ore di stand by Conte-Renzi. I 156 voti con cui è stata approvata la fiducia il 30 dicembre sul bilancio non garantiscono nulla. Ancor meno se davvero i 18 renziani dovessero salutare, scendere e andare via. Ma poi dove? Ma poi, tutti? Perché i dem più trattativisti stanno lavorando ai fianchi i più incerti tra i senatori di Italia Viva per spingerli alla scissione post scissione e a farli tornare alla casa madre. Si fanno i nomi di Comincini, Vono, Marino.

 

GIUSEPPE CONTE - MATTEO RENZI

Perfino di un paio di altri insospettabili che il capogruppo pd (ed ex renziano) Andrea Marcucci terrebbe come assi nella manica. Il suo collega di Iv Davide Faraone invece replica con una risata, convinto che 18 sono e 18 resteranno, «fino alla fine», in barba alla campagna acquisti, qualunque decisione prenda alla fine il capo. Allora i numeri si fanno ballerini.

 

La maggioranza, al suo massimo "splendore" al Senato, ha toccato anche quota 170. Giusto qualche exploit. Poi ha sempre ondeggiato attorno alla soglia del pericolo di 161. Con 18 renziani in meno, addio: anche dall' apice di 170 si scenderebbe a 152.

Da Palazzo Chigi in queste ore hanno lasciato intendere che sarebbero sufficienti anche 6 senatori per andare avanti e che le caselle sarebbero pure occupate. Ma poi in commissione, senza maggioranza - gongola coi suoi a voce alta Faraone - come farebbero?

 

goffredo bettini

Ecco perché il pressing di grillini contiani e dei dem alla Bettini si fa incalzante sul gruppone dei 29 del Misto. «Io sono responsabile ma verso il Paese, non a favore di questo o quello, non è il momento di aprire crisi, direi a Renzi, ma di più non voglio dire», ma già dice Sandra Lonardo Mastella. Su di lei in maggioranza già contano. E in fondo anche su Mario Giarrusso, ex 5S che, forse non a caso, interpellato, se la cava con un «sono a casa e fuori da questi scenari, da questi giri...».

 

GIOVANNI TOTI

Sarà. Ma si dice che con lui potrebbero dare stabilmente una mano anche altri un tempo nel Movimento, già in qualche occasione schierati col governo, come Paola Nugnes o Saverio De Bonis. Ecco, se al computo dei 152 (comprensivo di una decina del misto già "organici" alla maggioranza), in effetti si sommassero 5 o 6 new entry dello stesso gruppo e quei 3 o 4 renziani frondisti, allora sì che il Conte bis potrebbe continuare la sua navigazione, anche senza l' alleato che vuole affondarlo. Ma non c' è nulla di certo. A predicare ottimismo e a sussurrarlo alle orecchie attente di Palazzo Chigi è l' ex forzista e oggi Maie al Misto, Raffaele Fantetti. Il "reclutatore", come lo chiamano, che chiama berlusconiani e renziani senza distinzione.

 

conte renzi

E invece «non c' è pallottoliere che tenga», dice una vecchia volpe come Paolo Romani, ex Fi, uno dei tre senatori di Giovanni Toti. «Fare da stampella a Conte sarebbe inaccettabile per noi e per lui. Altra cosa sarebbe un governo di unità nazionale per affrontare la gestione del Recovery, del piano vaccinale e l' uscita dalla pandemia ». Insomma, fuori Conte, avanti un altro e proseguire. Che poi è la tesi dei centristi Udc (4 senatori) chiamati subito in causa quando si pronuncia la parola "responsabili".

 

PAOLO ROMANI

«Ma non lo saremmo mai alla Scilipoti per Conte, se si costruisse invece uno scenario diverso, da fine legislatura, che raggruppi il meglio, allora si potrebbe ragionare », mette in chiaro Paola Binetti. Non necessariamente tutti dentro, Meloni e Salvini inclusi, insomma. Ma "i migliori", i moderati. Cioè i forzisti. A sentire Renato Schifani, senatore di lungo corso e consigliere del Cavaliere, «non si vedono responsabili in giro, chi doveva andare ormai è andato».

 

Chi ha interpellato Renato Brunetta, invece, si è visto recapitare il suo post dell' 1 gennaio di plauso al "tempo dei costruttori" evocato dal presidente Mattarella. Tanto ruota attorno ai 54 senatori forzisti. Si dice che alcuni di loro potrebbero lasciare: tre, quattro? In tanti, pur di non andare a elezioni, si assenterebbero dall' aula. «Questo non è il tempo della crisi ma dei costruttori, appunto sostiene Brunetta - Mi battero dall' opposizione per impedirla. Stucchevole Renzi». E Berlusconi? «Lui come me e altri è il primo a pensare che la crisi sarebbe una tragedia».

Ultimi Dagoreport

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA")