SPRECHING REVIEW - SE RENZI HA LA CGIL DA DOMARE, GRASSO E BOLDRINI DEVONO FAR GUERRA AI DIPENDENTI DI CAMERA E SENATO PER TAGLIARE MAXI-STIPENDI E SPRECHI - I SINDACATI MINACCIANO RICORSI MA ALCUNI FUNZIONARI GUADAGNANO PIÙ DI UN PARLAMENTARE

Carmelo Lopapa per “la Repubblica

 

 

LAURA BOLDRINI PIERO GRASSO
LAURA BOLDRINI PIERO GRASSO

L’appuntamento è per domattina, Piero Grasso e Laura Boldrini non sentono ragioni. Niente deroghe, basta rinvii, alla fine la scure dovrà abbattersi sui dipendenti di Camera e Senato. E di questi tempi non potrebbe avvenire diversamente. Le proteste, le minacce di mobilitazione dei 799 di Palazzo Madama e dei 1.600 di Montecitorio, perfino le diffide legali di queste settimane vengono neutralizzate.

 

Alle 11, in contemporanea nei due palazzi, si riuniranno i rispettivi uffici di presidenza. All’ordine del giorno, l’approvazione unilaterale dell’accordo — che dunque in realtà accordo non è — sul riordino delle retribuzioni proposto a luglio. Due messi di attesa possono bastare, la norma e la tabella dei tagli entrano in vigore.

 

boldrini grasso boldrini grasso

Le 21 sigle che rappresentano, a vario titolo e con vari orientamenti, funzionari e impiegati non si rassegnano. E si preparano a una valanga di ricorsi davanti al giudice del lavoro. I più agguerriti chiederanno «i danni » conseguenti ai tagli a ciascuno dei 21 deputati componenti dell’Ufficio di presidenza della Camera e ai 17 del Consiglio di presidenza del Senato.

 

In soldoni, un piano di riorganizzazione complessiva che porterà entro dicembre all’unificazione delle due amministrazioni con il “ruolo unico dei dipendenti del Parlamento”, l’accorpamento dei servizi, con un risparmio che entro il 2018 dovrebbe aggirarsi attorno ai 60 milioni alla Camera e 36 al Senato. In che modo? Questo il punto.

 

Per far saltare l’operazione, nessuno delle 21 sigle sindacali dei due palazzi ha sottoscritto i dieci articoli, la Cgil del Senato non si è presentata nemmeno agli incontri con i vicepresidenti Valeria Fedeli (Senato) e Marina Sereni (Camera), benché entrambe Pd.

 

Banchi con deputati del M S alla Camera jpegBanchi con deputati del M S alla Camera jpeg

Un sindacato dei funzionari di Montecitorio, l’Osa, si è spinto oltre, dando incarico a un avvocato affinché inviasse formale diffida ai deputati dell’ufficio di presidenza «dall’adozione di provvedimenti unilaterali volti all’introduzione di tetti intermedi, che non trovano riferimento nell’ordinamento generale ». È la minaccia di azioni legali, appunto.

 

Con la motivazione allegata che avrebbero potuto accettare l’introduzione del tetto massimo di 240 mila euro (al netto dei contributi previdenziali) per i consiglieri parlamentari, una trentina alla Camera e una ventina al Senato. Ma non i “sotto tetti”, cioè i limiti massimi che adesso, e per la prima volta, vengono introdotti anche per tutte le qualifiche intermedie e più basse.

 

I 172 mila euro per gli stenografi del Senato, i 166 mila per documentaristi e ragionieri e tecnici, i 115 mila per segretari di Camera e coadiutori del Senato, i 106 mila per i collaboratori tecnici della Camera e infine i 99 mila euro per gli assistenti (cioè i commessi) dei due rami del Parlamento.

 

senato-della-repubblicasenato-della-repubblica

Non si potrà andare oltre dal primo gennaio 2015. I più colpiti, com’è ovvio, i vertici delle due amministrazioni: i segretari generali di Montecitorio, Ugo Zampetti, e Palazzo Madama, Elisabetta Serafin, che finora avevano percepito una retribuzione complessiva annua da 478 mila euro al lordo degli oneri previdenziali. Loro sì, vedranno quasi dimezzato lo stipendio.

 

Ma i tagli, fanno notare dalle presidenze, incideranno solo sul 40 per cento dei dipendenti. Per il semplice fatto che quelle retribuzioni limite che verranno intaccate vengono percepite solo dopo 22-23 anni di servizio. Resta il fatto che per molti — come da tabella di fianco — si va ben oltre la soglia di retribuzione media di un parlamentare (120 mila euro l’anno). Solo alla Camera, 81 funzionari hanno una retribuzione lorda tra i 270 e i 370 mila euro annui, altri 83 appena sotto, tra 170 e 270 mila.

 

matteo renzi a chetempochefa 3matteo renzi a chetempochefa 3

Dopo il voto all’unanimità o quasi di domani il testo diventa operativo, ma la battaglia non finisce. E a poco è valsa l’introduzione all’articolo 5 di “incentivi di produttività” destinati a incoraggiare e premiare i più volenterosi. Tant’è. E siccome una delle eventualità più probabili è l’esodo di tanti dei “penalizzati”, ecco l’altra stretta: chi deciderà di andar via nei prossimi due anni per sottrarsi ai tagli, avendo maturato il minimo di servizio, subirà la trattenuta di solidarietà già prevista dalla legge di stabilità di due anni fa.

 

«Abbiamo cercato di coinvolgere i sindacati in tutti i modi — spiegava l’altro giorno il presidente Boldrini alla stampa estera — Abbiamo fatto tagli più drastici ai vertici e meno nelle fasce intermedie. Prenderemo decisioni equilibrate. Se i sindacati non si rendono conto di questo vuol dire che hanno perso il senso della realtà».

 

Allo stesso modo la pensa il suo collega del Senato, Grasso, il quale non si è sottratto a incontri informali con le rappresentanze dei dipendenti anche nei giorni scorsi. Ma non c’è stato nulla da fare, le posizioni sono rimaste immutate. Le diffide e le carte bollate non sono state ritirate.

 

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…