GREXIT – TREMONTI SCATENATO: “RICHIESTE ASSURDE DELL’EUROPA ALLA GRECIA” – “CON I CREDITORI PRIVATI TEDESCHI E FRANCESI CHE SI SONO SALVATI, NEPPURE LA THATCHER CHIEDEREBBE PIÙ PRIVATIZZAZIONI E LIBERALIZZAZIONI AD ATENE”

Lettera di Giulio Tremonti a il “Corriere della Sera

 

Giulio Tremonti Giulio Tremonti

Caro direttore, fare un discorso sullo «stato dell’Unione» non è facile e non è allegro. Oggi l’Europa ci si presenta infatti come l’«Angelus novus» di Klee, figura che avanza con la testa rivolta all’indietro, padrona del suo passato ma non del suo futuro, l’«antico regime» di se stessa. La sua residua vitalità è espressa ormai solo nella continua produzione di regole «europee»: ancora nel 2014 la Gazzetta Ufficiale europea si è «normalmente» sviluppata per 11.099 pagine, estese su 692 metri quadrati. E dunque tutto, tranne l’essenziale. Dalla Grecia alle migrazioni: presentandosi, l’Europa, come un non luogo, dove il «no» regna. E per la verità non solo ora.

 
E già nel 2002, ma poi ancora nel 2010, l’Europa ha bloccato sul nascere la proposta (italiana e della Santa Sede) della «de-tax»: destinare ai Paesi poveri dell’Africa una piccola quota dell’Iva sugli acquisti fatti dai consumatori europei in negozi convenzionati, questo nella preveggente logica dell’aiutarli a casa loro, dove pur poco vale molto. 
Ma non era così, al principio della storia: in altri tempi, con altri valori, con altre idee, con altri uomini. 

Giulio Tremonti Giulio Tremonti


Atene, 28 aprile 1955. La conferenza tenuta da Albert Camus sul tema: «Il futuro dell’Europa». Qui si concorda sul fatto che le caratteristiche strutturali della civiltà europea sono due: la «dignità» della persona; lo «spirito critico». 
A quell’altezza di tempo (nel 1955, ancora davanti al blocco comunista) si discuteva con preoccupazione sulla «dignità» della persona. Non si dubitava invece dello «spirito critico», della ragione cartesiana ed illuminista, agente e motore di progresso continuo dell’Europa.

 

alexis tsiprasalexis tsipras

Oggi, più di mezzo secolo dopo, possiamo avere dubbi sull’opposto: non sul riconoscimento della dignità della persona, ma piuttosto sulla forza della ragione europea. 
Perché tutto questo? Cosa ci è successo? Non una oscura maledizione, che in forma imperscrutabile si è abbattuta sull’Europa. Non una mano ostile, che ha seminato il sale sui nostri campi. E, allora, cosa? 


È stato che in appena un quarto di secolo, un tempo tanto breve da essere compreso nella vita di quasi tutti noi, ci sono stati in Europa o sono venuti sull’Europa quattro fenomeni, ciascuno da solo capace di produrre effetti rivoluzionari; insieme ed in concatenata sequenza la causa di effetti esplosivi: l’allargamento, la globalizzazione, l’euro, la crisi. È forse proprio da questa sequenza, e da questo insieme, che si deve partire, per capire cosa ci è successo, cosa ci succede, cosa ci succederà. 


L’allargamento (ormai a 28 Paesi) ha estratto l’Europa dal liquido amniotico del vecchio Mec, il mitico mercato comune europeo; l’ha proiettata dall’economia all’ideologia; ne ha reciso i legami con la tradizione; l’ha immersa in una quasi pagana modernità consumista fatta da diritti senza doveri; ha rotto l’iniziale equilibrio tra pari, creando le basi della superpotenza tedesca. 

alexis tsipras angela merkelalexis tsipras angela merkel


La globalizzazione. Non è l’Europa che è entrata nella globalizzazione, ma la globalizzazione che è entrata in Europa, trovandola impreparata. 


L’euro: per la prima volta nella storia, appare una moneta dissociata tanto dall’oro, quanto dalla sovranità nazionale. Moneta senza governi, governi senza moneta, non essendo noi gli Stati Uniti d’America, ma gli Stati (ancora) divisi d’Europa. 


Infine la crisi, come tale non prevista nei Trattati di unione. Lo verifichiamo nel dramma della Grecia. La Grecia, un luogo ancora oggi centrale nella nostra vita. Una prova? Guardate la banconota che avete in tasca: può essere stata stampata ovunque in Europa, ma su tutte leggerete «euro» scritto in greco! 

jean claude junckerjean claude juncker


Il problema non è che la Grecia è entrata in Europa. Il problema è che l’Europa è entrata in Grecia. Per la Grecia la crisi non è infatti venuta dal lato del suo — pur truccato — bilancio pubblico, ma dal lato della finanza privata europea. 


A partire dal 2003, in una dimensione di euforia, un enorme flusso di capitali proveniente dalle principali banche europee ha allegramente finanziato Olimpiade, piscine, auto, le più varie illusioni di benessere. Per quasi un decennio l’allegria è stata bilaterale, dal lato dei debitori, ma anche da quello dei creditori che, sui loro crediti, incassavano ricchi interessi attivi.

 

Ad un certo punto, fatalmente, è però venuta la crisi. In base alle leggi dell’economia di mercato, se falliscono i debitori, falliscono anche i creditori. Nel caso della Grecia, non è stato così. È stato l’opposto! 

christine lagardechristine lagarde


È così che gli «aiuti» alla Grecia hanno in realtà aiutato tutti, e soprattutto le banche tedesche e francesi creditrici della Grecia… tutti, insomma, tranne che i Greci! È anche per questo che, con le cure europee e dopo le cure europee, il debito pubblico greco è salito, il Prodotto interno lordo greco è sceso. 


Dopo tutto questo oggi è assurdo quanto compulsivamente l’Europa ancora chiede alla Grecia: più privatizzazioni; più liberalizzazioni, eccetera. Guardando le presenti condizioni della Grecia, questi interventi non li chiederebbe neppure Margaret Thatcher! Diciamo, più romanticamente, che Lord Byron non sarebbe stato e non starebbe oggi dalla parte della Troika! 


La Grecia, parte di una regione d’Europa dove da sempre si produce più storia di quella che «in loco» si consuma, e perciò la si esporta! Ciò che è successo in Grecia, ciò che in questi anni le è stato fatto, prima in termini di illusione, poi di recessione, in realtà non tocca solo la Grecia, riguarda direttamente e pericolosamente anche il resto dell’Europa. Riguarda anche noi. 

MARIO DRAGHI IN AUDIZIONE ALLA CAMERAMARIO DRAGHI IN AUDIZIONE ALLA CAMERA


La storia è sempre una buona maestra, sono gli uomini che a volte, prima di ravvedersi — e si spera che lo facciano nelle prossime ore — si rivelano cattivi scolari. L’Europa potrà avere un futuro di civiltà solo se cesserà d’esaurirsi sul calcolo bancario dei tassi di interesse. Avrà davvero un futuro, l’Europa, solo se ritroverà la dimensione storica e l’intensità politica che sono state proprie del suo spirito originario.

 

 

Ultimi Dagoreport

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…