1. GRILLI SPARLANTI: “VOI DONNE DEL PD SIETE QUI SOLO PERCHÉ SIETE BRAVE A FARE POMPINI” 2. LE PIDDINE DENUNCIANO PER L’INSULTO DA POSTRIBOLO IL PENTASTELLUTO DE ROSA 3. RENZI NE APPROFITTA PER METTERE SUBITO IN ATTO LA STRATEGIA ANTI-GRILLO PER RECUPERARE I VOTI PERDUTI DA BERSANI A SINISTRA: “ROBA DA SQUADRISTI, AL LIMITE - SE NON OLTRE - DEL CODICE PENALE. E QUANTO ALL’ATTO D’ACCUSA CONTRO NAPOLITANO: NON C’ENTRANO NIENTE LA VOGLIA DI CAMBIAMENTO, LA COSTITUZIONE E QUELLE BALLE LÌ. SIAMO DI FRONTE AD UNA STRATEGIA LUCIDA MA DISPERATA: STUDIATA A TAVOLINO’’ 4. ANCORA MATTEUCCIO: “LA VERITÀ È CHE GLI STIAMO TAGLIANDO L’ERBA SOTTO I PIEDI, SMONTANDO UNO A UNO TUTTI I SUOI SOLITI E TRITI ARGOMENTI. BEPPE GRILLO NON SA COME REAGIRE E PERDE LA TESTA. È PER QUESTO CHE CERCA LA RISSA, LA BUTTA IN CACIARA”

1. MORETTI: "DAL M5S OFFESE SESSISTE VOGLIO GIUSTIZIA"
Andrea Malaguti per "La Stampa"

«Eravamo in commissione giustizia. E c'era confusione. Perché i Cinque Stelle avevano occupato l'aula. Stavamo cercando un confronto. Soprattutto con l'onorevole Bonafede, un grillino con cui il dibattito è sempre civile. Gli stavamo dicendo che ci sentivamo aggrediti. Impediti nelle nostre funzioni. A quel punto è entrato De Rosa».

E De Rosa che cosa ha fatto, onorevole Moretti?
«Fatto poco, perché i commessi lo trattenevano. Era evidentemente alterato. Quello che ha detto, invece, è finito nella nostra denuncia nei suoi confronti».

Ovvero?
«Si è rivolto alle deputate presenti dicendo: "voi donne del Pd siete qui solo perché siete brave a fare pompini". Avendo offeso tutte, la denuncia è stata inevitabilmente collettiva».

Come si è sentita?
«Male. Amareggiata. Ho pensato che siamo davvero caduti in basso. E anche alle battaglie in aula sul femminicidio e contro questa cultura sessista, maschilista, violenta e discriminatoria. Perciò con De Rosa non faremo alcun passo indietro».

Poco prima c'era stato il caso dello schiaffo di Dambruoso alla collega Cinque Stelle Lupo. C'è differenza?
«Nessuna. Esprimo la mia solidarietà a tutti coloro che sono stati fatti oggetto di violenza. Ma voglio anche dire che l'attacco che c'è stato nei confronti della Boldrini è senza precedenti».

Il Movimento 5 Stelle ha torto quando dice che è vergognoso votare un decreto che tiene assieme l'abolizione dell'Imu e la riforma della Banca d'Italia?
«Le critiche sono sempre legittime. Di più, benvenute. Ma a un certo punto la maggioranza deve decidere. Questo atteggiamento dei Cinque Stelle che mira a distruggere e basta non è più accettabile. C'è per altro un articolo del codice penale che punisce chi impedisce lo svolgimento delle funzioni parlamentari con pene da uno a cinque anni. E quando le parole diventano offesa, ingiuria e diffamazione costante allora è la democrazia a essere in pericolo».

Ha ricevuto solidarietà?
«Moltissima. Il primo a scrivermi è stato Renzi. Un sms alle sette e mezza del mattino».


2. L'ATTACCO DI RENZI AI GRILLINI 
"ORA HANNO PERSO LA TESTA
SQUADRISTI DA CODICE PENALE" - IL LEADER PD CONTRO GRILLO: "L'ATTACCO AL PRESIDENTE È UNA VIGLIACCATA"
Federico Geremicca per La Stampa

Il commento è secco, lapidario, privo di fronzoli e di retorica. Dice Matteo Renzi: «Non servono giri di parole per dire quel che il Movimento Cinque Stelle sta mettendo in scena alla Camera: roba da squadristi, al limite - se non oltre - del codice penale. E quanto all'atto d'accusa contro Napolitano, spero che nessuno si lasci ingannare: non c'entrano niente la voglia di cambiamento, la Costituzione e quelle balle lì. Siamo di fronte ad una strategia lucida ma disperata: tutta studiata a tavolino».

Le voci degli altri passeggeri e il rumore di fondo del treno col quale Matteo Renzi sta tornando a Firenze, non ostacolano la comprensione né del ragionamento del leader democratico né il suo umore. È quasi ora di pranzo e il sindaco-segretario non ha difficoltà a spiegare quel che pensa intorno a ciò che sta accadendo. Al centro del suo ragionamento c'è Beppe Grillo. I due, infatti, ormai si considerano reciprocamente il «nemico numero uno»: e non è difficile ipotizzare che è proprio dall'esito del loro duello che dipenderanno tante cose...

«La verità è che gli stiamo tagliando l'erba sotto i piedi - dice Renzi - smontando uno a uno tutti i suoi soliti e triti argomenti. La riforma della legge elettorale, l'abolizione del Senato come Camera elettiva, la cancellazione delle Province, il taglio al finanziamento dei partiti e la revisione del Titolo V... Dalla politica arrivano finalmente risposte, Beppe Grillo non sa come reagire e perde la testa. È per questo che cerca la rissa, la butta in caciara e arriva addirittura a proporre l'impeachment di Napolitano, al quale siamo stati noi a chiedere di restare. Ma vedrete che quest'ultima mossa gli si ritorcerà contro e gli creerà problemi perfino nei suoi gruppi parlamentari».

Renzi contro Grillo, e viceversa. Nel corso del colloquio il leader democratico tornerà spesso sul punto, ma l'avvio non può che essere per Napolitano. «Una cosa senza senso, l'attacco al presidente - dice -. Una vigliaccata. Quando ha ceduto alle richieste di ricandidatura, la scommessa del Capo dello Stato era proprio sulle riforme: è per questo che ha accettato di restare. Parliamo delle stesse riforme che Grillo invoca a gran voce e che ora - invece - vuole fermare. Capisco bene che i primi mesi di questa legislatura siano stati comodi per lui, con la politica bloccata e incapace di dare risposte: ha potuto approfittarne. Ma credo che ora abbia capito che la musica è totalmente cambiata e che andare avanti con la propaganda non può pagare».

L'avvento di Renzi alla segreteria, da solo, non sarebbe bastato; c'è voluto quello che il leader Pd considera un atto di coerenza e di coraggio: l'intesa con Berlusconi per avviare le riforme. È questo che ha sbloccato la situazione; ed è questo che starebbe creando nervosismi e problemi al movimento del comico genovese. «Siamo a un passo da una legge che non è la migliore possibile, che abbiamo provato e proveremo a migliorare - annota Renzi - ma che comunque assicura quel che il Paese chiedeva: governabilità e difesa del bipolarismo. E non è questione solo di legge elettorale: la politica comincia a dare risposte anche sulle altre riforme e se continua così, se ce la facciamo, per Grillo si fa notte...».

L'attacco a Napolitano, dunque, sarebbe più o meno questo: un moltiplicatore di tensioni per sviare l'attenzione da quel che sta accadendo. «Vede, Napolitano va difeso anche per questo: per il fatto che la difesa della sua persona e del suo ruolo, oggi coincide con la difesa delle istituzioni. Impedire a deputati di accedere alle commissioni per votare e lavorare è squadrismo; insultare con volgarità inaccettabili le nostre deputate è una vergogna, e c'è da ricorrere al codice penale. I Cinque Stelle hanno capito che la musica è cambiata e reagiscono così. Del resto, non c'è chi non veda la differenza con un anno fa».

Già, l'anno trascorso. Di questi tempi, dodici mesi fa, si era nel pieno di una campagna elettorale che pareva scontata e che poi, invece, è andata com'è andata... «Lo ricorderete anche voi, no? Un anno fa - spiega Renzi - Beppe Grillo parlava di futuro e di cambiamento, di rinnovamento della Repubblica e di speranze per i giovani: con una campagna aggressiva ma allegra, con toni certo duri ma ancora speranzosi, ha quasi vinto le elezioni... E ascoltatelo ora, invece: solo discorsi rabbiosi, bui, minacciosi, disperati. Semina odio. Ma il Paese non ne può più di tutto questo: vuole voltare pagina e tornare, finalmente, a guardare avanti».

E può farlo - è il ragionamento nemmeno tanto sottinteso - perché qualcosa si è messo in movimento. «A quest'atteggiamento rabbioso fa da contraltare - insiste Renzi - l'idea che con un orizzonte serio e con la calma necessaria, quel che deve esser fatto sarà fatto. È per questo che, al di là dell'indignazione, non siamo preoccupati da quel che dice e dalle assurde iniziative che mette in campo. Noi abbiamo un'altra idea di quel che serve al Paese, dopo anni di paralisi e di risse: e quel che serve, noi lo faremo...».

Ci vorrà calma e tempo, Renzi lo sa. Ma si dice pronto: pronto a lavorare ed a smentire il sospetto che lo circonda, e cioè che voglia solo e semplicemente le elezioni anticipate. «Non so più cosa dire per cancellare questa sciocchezza - si lamenta mentre il treno entra in stazione -. Ma vorrei che almeno si riconoscesse che sto facendo solo e semplicemente quel che avevo sempre detto... Il governo ha i suoi problemi, certo, ma non me ne occupo perché a questo pensa Letta. Ai nostri deputati e ai nostri senatori, invece, vorrei mandare un messaggio chiaro: ci sono molte cose da fare, vanno fatte e le faremo. Occorrerà tempo: ed è per questo che dico che la legislatura può arrivare fino al 2018 e che non c'è nessun motivo perché loro si debbano sentire dei dead man walking...».

 

 

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