GRILLO CHI? CRIMI & LOMBARDI RINNEGANO BEPPUZZO - TWEET-SHOCK SU FORMIGLI: “SE HA COSCIENZA SI DIA FUOCO”

1- TWEET-SHOCK SU FORMIGLI: "SE HA COSCIENZA SI DIA FUOCO"
Da "La Repubblica"

«Se Formigli avesse un briciolo di coscienza si darebbe fuoco. Per fortuna non ne ha. Scandaloso!». Questo tweet di Salvo Mandarà, video maker dei 5Stelle, ha innescato una valanga d'insulti su Twitter contro il conduttore di "Piazza pulita", reo di avere raccolto lo sfogo in diretta dell'artigiano Giuseppe Piscitello, che raccontava come Grillo non aveva ricevuto Mauro Sari, il piastrellista poi suicidatosi a Savona. Formiglia ha denunciato il linciaggio verbale su Facebook.


2- GRILLOCHI? CRIMI & LOMBARDI RINNEGANO BEPPUZZO
Filippo Facci per "Libero"

Torneremo buoni da domani. Ricominceremo domani, cioè, a scrivere dei parlamentari grillini con quella pietas che già appartiene a tutto il mondo massmediatico: perché in fondo sono bravi ragazzi, certo, perché attaccarli è come sparare sulla croce rossa, come no, perché non sono incompetenti, macché, sono solo candidi, puri, trasparenti come il niente.

Questo da domani: oggi lasciateci ridere ancora, lasciateci avere pena e una punta di disprezzo per questi parvenu sbalestrati dalla notorietà, impazziti per le telecamere, compiaciuti per interviste nonostante la loro ragione sociale sbandieri giusto il contrario.

Dovevano fare una rivoluzione e hanno messo in piedi un circo, litigano sugli scontrini, si dividono tra faide, sorvegliano le prime piazze vuote, malvedono qualsiasi collega del Movimento che osi avere un pregio. In fondo il senatore Marino Mastrangeli, espulso perché sostanzialmente innamorato di Barbara D'Urso, era solo il più puro di tutti, era l'incolpevole archetipo.

Meglio lui dell'arroganza straprovinciale dei due capogruppo Vito Crimi e Roberta Lombardi, che ieri hanno annunciato un'importante intervista doppia al settimanale perfetto per loro: Oggi. Così come perfetto per le interviste di altri, beninteso, resta il settimanale Chi.

Li vedi lì, immortalati nel loro stile Oviesse, l'espressione da saluti alla mamma (lui) e da sfigata che non passa i compiti (lei) mentre cercano ridicolmente di emanciparsi da quella stessa placenta che li ha racchiusi per anni: Grillo, Casaleggio, i mangiafuoco di cui restano marionette. Le gaffe? Le figure? Le scomuniche? I commissariamenti? Bugie della stampa fellona, «i post quotidiani di Grillo a volte ci dimentichiamo perfino di leggerli».

Mamma mia, che uscita cazzuta. E Casaleggio? «È un idealista sognatore», dice lei. Ma è proprio terribile questa signorina Rottweiler, o Rottenmaier, come la chiamano. «Emanciparsi vuol dire rendersi autonomi, ma noi lo siamo già», dicono. E certo, se ne sono accorti tutti.Sono autonomi. Cioè: non erano niente e nessuno, ma ora fanno i sostenuti e fingono di snobbare il loro creatore e padrone, salvo rientrare nei ranghi e smentire se stessi, ogni volta, dopo che l'ha fatto lui. È quello che succede da tre mesi.

Salvo smentite, ovvio. Grillo che chiama e dice: basta parlare a vanvera. Grillo che chiama e dice: concordate le dichiarazioni politiche. Grillo che chiama e dice: piantatela di minacciare le dimissioni. Grillo che chiama. Loro che rispondono: a Oggi. E infatti è qui che proseguono le sanguinose critiche a Grillo: «Dà confidenza a tutti, non ha filtri nell'accoglienza. Lo conosco da sei anni, si fida di cani e porci».

Grillo si fida di cani e porci, ma forse non di loro, dei capigruppo: forse è per questo che gli ha affiancato due «responsabili del team di comunicazione» nominati da Casaleggio proprio per «armonizzare » le posizioni degli emancipatissimi parlamentari.


In pratica, per i due imperatori, è una maniera di comandare i parlamentari senza esserlo: tanto nello stesso periodo i due contestavano addirittura l'articolo 67 della Costituzione e la libertà di voto degli eletti. Ma queste sono sciocchezze, loro sono emancipati. E poi la presa di distanza da Grillo è solo una parte dell'intervista, anzi, forse è la meno importante. Infatti sono già finite, le critiche. Ora c'è da parlare della riforma dei rimborsi ai partiti, da sostituire con finanziamenti volontari individuali e detraibili: non ci aveva pensato nessuno.

Altro? «La legge sul conflitto d'interessi e il reddito di cittadinanza». Bene. Altro? «Rendiconteremo le vostre spese, stiamo calcolando i contributi Inps». Fantastico. Qualcos'altro da aggiungere? Lui: «Ho poca conoscenza dei complessi regolamenti parlamentari, che sto imparando a conoscere a poco a poco». Tranquillo, non se n'è accorto nessuno.

Lei, signorina? «Affronto i problemi, senza svicolare o rimandare. Però, nella velocità, a volte dimentico di condividere, di comunicare con gli altri». Infatti volevano sbatterla fuori da capogruppo. Ma sono altre le priorità di cui parlare a Oggi: «Mio figlio lo vedo solo la mattina presto, perché quando torno a casa la sera già dorme. Ma mi consolo pensando che è per pochi mesi, o anni». Consola anche noi. Poi la signorina ricomincia a parlare della diaria, dei collaboratori, delle detrazioni. L'intervista è finita.

 

CRIMI E LOMBARDIVITO CRIMI - ROBERTA LOMBARDICorrado Formigli MARINO MASTRANGELI casaleggio grillo

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…