benigni grillo

L’ADUNATA DELLE GRANDI OCCASIONI - GRILLO TORNA A ROMA: L’IPOTESI CLAMOROSA DELLE DIMISSIONI DI MASSA CONTRO LA “GHIGLIOTTINA” DI RENZI AL SENATO - E IL BLOG DIVENTA UN RING TRA COMICI CON FO E BENIGNI

Emanuele Buzzi per il “Corriere della Sera

 

GRILLO BEPPEGRILLO BEPPE

Beppe Grillo si appresta a sbarcare di nuovo a Roma e chiama a raccolta i suoi. Una assemblea congiunta straordinaria dei parlamentari Cinque Stelle è in programma domani, probabilmente nel primo pomeriggio alla Camera dei Deputati. L’aria che si respira nel Movimento è quella di una adunata generale prima di un grande annuncio. Nessuna anticipazione trapela sulla possibile sorpresa che il leader ha in mente.

 

Nel toto-ipotesi che impazza tra i pentastellati, però, c’è anche l’ombra delle dimissioni di massa. Idee tutte da vagliare, mentre quello che è certo è l’obiettivo di Grillo, un obiettivo duplice: da un lato richiamare l’attenzione mediatica sulla protesta per il contingentamento dei tempi al Senato per il ddl sulle riforme costituzionali, dall’altro la volontà di avere una strategia «inclusiva», condivisa con i suoi stessi parlamentari.

casaleggio senatocasaleggio senato

 

La decisione del blitz a Roma è nata — quasi spontanea — giovedì, nel corso della protesta delle opposizioni davanti al Colle: sia Grillo sia Gianroberto Casaleggio sono stati avvertiti telefonicamente. I due leader hanno espresso «sconcerto» per gli ultimi avvenimenti, in primis l’adozione della ghigliottina a Palazzo Madama: proprio sull’onda di quelle ore frenetiche hanno appoggiato la scelta di senatori e deputati e hanno avvertito la necessità di far sentire il loro appoggio in prima persona.

 

MATTEO RENZI MATTEO RENZI

I pentastellati attendono il prossimo summit sia programmando quella che si preannuncia come una settimana di fuoco sia ragionando sulle proposte da mettere al vaglio dell’assemblea di domani. «Non arretreremo di un millimetro, non concederemo nemmeno un secondo», dice un esponente. Il fronte sarà doppio: da un lato i senatori impegnati in Aula, dall’altro i deputati pronti a dare il loro sostegno con una serie di iniziative fuori dal palazzo.

 

«Bisogna raggiungere il maggior numero possibile di cittadini, informarli» è il mantra che viene ripetuto. C’è anche chi punge il governo: «Provino a fare una riforma fatta bene e aboliscano del tutto il Senato, senza trasformarlo in un posto dove piazzare i propri consiglieri regionali». Il clima appare teso. Luigi Di Maio usa l’ironia: «Ieri in strada ho provato a spiegare a pensionati e commercianti che con le riforme costituzionali i loro problemi saranno finiti. Non sembravano convinti. Io neanche».

 

 Luigi Di Maio Luigi Di Maio

«Decidere sì, ma decidere bene e decidere condividendo. Hai mai notato che l’imposizione genera desiderio di trasgressione?», scrive su Twitter l’ex capogruppo al Senato Nicola Morra rivolgendosi a Matteo Renzi. Qualcuno fa notare come il Movimento abbia tentato stavolta un approccio costruttivo, presentando circa duecento emendamenti (su quasi ottomila) e si aspettasse un «maggior rispetto parlamentare».

 

E proprio parlando dell’Aula i rapporti con le altre opposizioni rimangono fitti: «Siamo d’accordo sulla modalità della protesta, proseguiremo su questa strada», dicono nel Movimento e fanno notare come venerdì per poco non sia venuto a mancare il numero legale a Palazzo Madama.

nicola morra nicola morra

 

Intanto, ieri sul blog è stata un’altra giornata calda. Protagonista il premio Nobel Dario Fo, mentre nel mirino è finito il premio Oscar Roberto Benigni. Il comico toscano è stato preso di mira da un post di un’attivista che lo accusa per il suo silenzio: «Tu che nel dicembre 2012 leggevi la Costituzione italiana alla Rai definendola “la più bella del mondo” ora che un tuo conterraneo, toscanaccio come te, tal Renzi e un partito a te caro, il Pd, la stanno sfasciando, se ci sei batti un colpo!».

Roberto Benigni Roberto Benigni

 

All’attacco anche Dario Fo, sempre sul tema della riforma costituzionale. «Quello che sta succedendo in questi giorni alla Camera e in Senato è a dir poco grottesco, soprattutto l’agilità degli uomini di governo, che ad ogni costo vogliono arrivare a far accettare dal Parlamento leggi impossibili, per non dire indegne — scrive in un post intitolato «Una risata li seppellirà» —. Questa situazione sta assomigliando sempre più ad una farsa di Aristofane, Antifane o di Menandro, dove logica e ragione vengono buttate a sguazzare nel lerciume delle cloache». 

dario fodario fo

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