matthew palmer luigi di maio

GLI USA E LA CINA PUNTANO L’ADRIATICO MA L’ITALIA NON SE NE ACCORGE - PECHINO CON LA VIA DELLA SETA SI STA ALLUNGANDO SUI BALCANI E TRUMPONE NON STA A GUARDARE E HA NOMINATO UN INVIATO SPECIALE PER LA ZONA: MATTHEW PALMER - CHE INFATTI HA SUBITO FATTO SENTIRE LA PRESENZA AL FORUM DI BLED - IL CASO DEL PORTO DI TRIESTE, CHE SARÀ PRATICAMENTE VENDUTO AI CINESI E I SOSPETTI SU DI MAIO E IL NUOVO CAPO DI GABINETTO ETTORE SEQUI

 

 

Emanuele Rossi per www.formiche.net

 

matthew palmer 2

Durante l’annuale Bled Strategic Forum, incontro dal profumo geopolitico organizzato dal ministero degli Esteri sloveno, il ruolo più interessante ce l’ha avuto Matthew Palmer, nuovo inviato speciale per i Balcani del dipartimento di Stato americano. Al di là delle questioni intra-regionali, va subito detto che il principale impegno di Palmer riguarderà il contenimento della Cina nell’area, con un interesse che si proietta soprattutto sulla fascia adriatica e porti connessi. Ed è questo soprattuto a renderlo importante anche per la prospettiva italiana, che con la regione balcanica condivide un lineamento strategico (il Mare Adriatico), e un confine terrestre.

 

bled strategic forum

L’incarico di Palmer, secondo quel che riporta il comunicato con cui Foggy Bottom il 30 agosto ha ufficializzato la nomina, ha come scopo quello di “facilitare l’integrazione dei paesi dei Balcani con quelli dell’Occidente”, e questo, nella polarizzazione Usa-Cina che negli ultimi anni s’è andata inasprendo, significa anche che lavorare con alternative valide per far sganciare alcune di quelle nazioni da Pechino.

 

porto di trieste

Compito non facile, se si considera che è proprio lì che l’allungamento cinese verso l’Europa, ossia verso il cuore del mondo occidentale, sta giocando una delle sue dinamiche principali: l’accordo “16+1”, la cooperazione tra Cina e altri 16 paesi dell’Europa orientale e dei Balcani (acronimo: Cee) che sembrava portare benefici estremi al gruppo di paesi, ma ora è trattata con un certo scetticismo per gli scarsi risultati. La Cina ci sta usando, è più o meno il sentimento che esce da diverse di quelle cancellerie, scontente.

 

xi jinping conte

L’incarico a Palmer (che parla greco, serbo e giapponese) è un altro segnale di come gli Stati Uniti continuino a essere interessati a quanto succede nel Vecchio Continente, con un occhio attentissimo alle penetrazioni dei propri rivali. Su tutti la Cina, ma il caso dei Balcani è utile anche per inserire in questa categoria anche la Russia, che nella regione esercita da sempre la propria sfera d’influenza, e la Turchia, che sta lavorando nell’area sfruttando contiguità culturali. Palmer è restato in Europa dopo il Bled Forum per partecipare a Vienna alla riunione del Gruppo Quint, sistema di dialogo diplomatico multilaterale per la regione balcanica, composto da Francia, Germania, Italia e Regno Uniti.

matthew palmer 1

 

Se lo sguardo americano non si distoglie dalla Cina, è anche perché Pechino sta pensando di usare l’area come una sorta di piattaforma di libero scambio che include chiaramente anche il bacino ristretto adriatico. E i collegamenti dal piano economico-commerciale potrebbero facilmente diventare politici. D’altronde sono i porti italiani del nord-est a fare da saldatura tra le rotte terrestri e quelle marittime della Nuova Via della Seta, l’infrastruttura geopolitica pensata da Pechino per agganciarsi all’Europa.

 

bled strategic forum 1

Interessante sotto quest’ottica il gioco di ruoli attorno a Trieste, il cui scalo marittimo è stato uno degli interessi pratici (gli altri ruotano tutti attorno al valore politico, come detto) che hanno portato Pechino a corteggiare l’Italia fino alla firma del memorandum d’intesa sulla Belt & Road Initiative. A inizio luglio, il governatore del Friuli Venezia Giulia, il leghista Massimiliano Fedriga, parlando su Radio24, ha fatto sapere che c’era un interessamento americano su alcune aree del porto triestino. Un annuncio arrivato pochi giorni dopo l’incontro con Matteo Salvini, il ministro degli Esteri ungherese, e il presidente dell’autorità portuale Zeno D’Agostino, per chiudere un investimento ungherese su 32 ettari di molo.

porto di trieste

 

Il meeting aveva un valore politico profondo, perché l’Ungheria della presidenza Orbàn gioca una partita tripla: ha posizioni critiche sull’Europa che piacciono alla Lega, contatti e apprezzamenti da parte dell’amministrazione Trump (anche e soprattutto per quelle posizioni critiche con Bruxelles, che sono una chiave nelle relazioni attuali che gli Usa stanno portando avanti con gli europei), ma è un Paese molto collegato alla Cina.

GIUSEPPE CONTE DONALD TRUMP

 

Però in quel consesso leghista, come ci spiega una fonte del mondo diplomatico europeo, tutto era giocato in allineamento alle volontà americane sul bacino adriatico. Ossia rassicurare gli americani che a Trieste sarebbero entrati i cinesi, ma sarebbe restato  spazio anche per loro. Per altro in quella fase storica del governo gialloverde era la Lega a cercare di dimostrare di poter garantire a Washington compattezza su diversi dossier delicati, su tutti la Cina (per dire, il decreto approvato come prima mossa del Conte-2 sull’uso della Golden Power a protezione di alcuni appalti telco dalle ditte cinesi, era stato preparato dall’ex sottosegretario leghista a Chigi, Giancarlo Giorgetti).

matteo salvini giancarlo giorgetti

 

matthew palmer

L‘interessamento americano in chiave competitiva e di contenimento in una delle regioni in cui l’Italia muove la sua sfera geopolitica diventa dunque un elemento da tenere a mente e un messaggio ulteriore al nuovo governo. L’esecutivo M5S-PD ha gli occhi puntati da Washington, perché gli Stati Uniti temono apertamente che possa continuare (o addirittura peggiorare) l’esposizione italiana a Pechino. Questione che nel confronto globale Usa-Cina è tutt’altro che gradita.

 

Geraci, Di Maio, Sequi - Presentazione della Via della Seta

L’inizio non è stato tra i più convincenti per gli americani. Il leader grillino Luigi Di Maio, colui che attraverso il Mise che guidava aveva aperto le porte italiane ai cinesi promuovendo l’adesione alla Bri, è passato alla Farnesina, ossia ha un ruolo che dovrebbe essere ben più centrale nella politica estera italiana. E ha già scelto — con una rapidità e una convinzione inusuale — di nominare l’ex ambasciatore a Pechino, Ettore Sequi, come capo di gabinetto. Se Di Maio è stato il simbolo politico della firma italiana sul memorandum, Sequi, insieme all’ex sottosegretario legista al Mise, è stato motore e promotore del programma d’adozione italiano su un progetto che vede nei porti dell’Adriatico la cintura verso nord che parte dal Pireo cinese.

Geraci, Di Maio, Sequi - Presentazione della Via della SetaEttore Sequi

Ultimi Dagoreport

pupi avati antonio tajani

DAGOREPORT! PUPI, CHIAGNE E FOTTI – ASCESE, CADUTE E AMBIZIONI SBAGLIATE DI PUPI AVATI, “CONSIGLIERE PER LE TEMATICHE AFFERENTI AL SETTORE DELLA CULTURA” DI ANTONIO TAJANI - IL REGISTA CHE AI DAVID HA TIRATO STOCCATE ALLA SOTTOSEGRETARIA AL MIC, LUCIA BORGONZONI, È LO STESSO CHE HA OTTENUTO DAL DICASTERO FONDI PER OLTRE 8 MILIONI DI EURO TRA IL 2017 E IL 2023 – L’IDEA DI UN MINISTERO DEL CINEMA AVALLATA DA TAJANI (“IL GOVERNO VALUTERÀ") PER TOGLIERE I QUASI 700 MILIONI DI EURO CHE IL MIC HA IN PANCIA PER PROMUOVERE, A SPESE DEI CITTADINI, IL CINEMA ITALICO – IL SEQUESTRO DEI BENI PER EVASIONE IVA DA 1,3 MILIONI CON L'INCREDIBILE REPLICA DI PUPI: “NON E’ UN BEL MOMENTO PER IL CINEMA ITALIANO...” - LA SUA SOCIETA', ‘’DUEA FILM’’, CHE DA VISURA PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA È IN REGIME DI CONCORDATO PREVENTIVO, DEVE A CINECITTÀ CIRCA 400 MILA EURO PER UTILIZZO DEGLI STUDI - L’86ENNE AVATI STA PER INIZIARE IL SUO 46ESIMO FILM (“NEL TEPORE DEL BALLO”) PER UN BUDGET DI 3,5 MILIONI CHE GODE GIÀ DI UN DOVIZIOSO FINANZIAMENTO DI RAI CINEMA DI UN MILIONE... – VIDEO

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...