POLITICA-CRAC - I BILANCI DEI PARTITI PIANGONO PER LA RINUNCIA AI RIMBORSI ELETTORALI DI LUGLIO - I DEPUTATI NON PAGANO LE QUOTE E TANTI PARTITI SI ERANO FATTI ANTICIPARE I SOLDI DEI RIMBORSI DALLE BANCHE. ORA SI RITROVANO CON MILIONI DI DEBITI - MA UN MODO PER INTASCARE SI TROVA SEMPRE: PARECCHIO DENARO È STATO TRASFERITO IN MIRIADI DI FONDAZIONI IMMOBILIARI...

Sergio Rizzo per il "Corriere della Sera"

Questi onorevoli... Sono dei veri taccagni. Peggio di quell'Arpagone protagonista dell'«Avaro» di Molière. Fargli scucire la manciata di euro che dovrebbero versare ogni mese al Popolo della Libertà è sempre più difficile. Sarà per le sforbiciatine a stipendi e rimborsi, ma è diventato un bel problema. Tanto che il tesoriere del partito, Rocco Crimi, ha dovuto richiamare tutti all'ordine: al 31 dicembre 2011 gli arretrati dovuti dai parlamentari, (800 euro al mese) e dei consiglieri regionali (500) ammontavano a oltre 4 milioni 600 mila euro. Il suo grido d'allarme è contenuto nel bilancio del Pdl pubblicato, insieme a quelli di altri 61 (sessantuno) partiti sulla «Gazzetta ufficiale» di martedì.

Gli ultimi della storia, senza i controlli più severi introdotti la scorsa estate. E quasi tutti venati da un sottile rimpianto. Ma per una ragione più prosaica: il taglio dei rimborsi elettorali deciso con quella stessa legge che ha inasprito le verifiche e mal digerita pressoché ovunque, nelle segreterie. Anche se c'è chi, nel bilancio, la rivendica come un proprio successo politico: il Partito democratico.

Provvedimento andato di traverso, soprattutto, per aver stabilito la rinuncia alla tranche di contributi che si dovevano incassare lo scorso mese di luglio. Soldi che qualcuno si era già fatto anticipare dalle banche. E magari aveva speso.

Come l'Udc di Pier Ferdinando Casini. Che non a caso prevede per quest'anno, causa taglio contributi, una «sopravvenienza passiva» di ben 9 milioni e mezzo, comprendente pure i 2,4 milioni «riferibili alla quota parte di credito non incassabile relativa alle elezioni di Camera e Senato ceduta a un istituto di credito nel corso dei precedenti esercizi». Poco male: al 31 dicembre 2011 l'Udc denunciava un avanzo patrimoniale, generato dagli utili degli anni precedenti, di ben 18,6 milioni. E aveva 5 milioni e mezzo depositati in banca.

Lo stesso non può dire il Pdl, per cui la rinuncia alla tranche di luglio è stata davvero una brutta botta. Più brutta della scoperta che moltissimi parlamentari non danno al partito i contributi dovuti. Il bilancio pubblicato sulla «Gazzetta ufficiale» spiega che i rimborsi elettorali «relativi agli anni 2009-2012 sono stati ceduti pro soluto nell'anno 2009 a un istituto bancario». Al quale adesso vanno restituiti i soldi: Quanto? Più di 20 milioni.

Immaginiamo i salti di gioia. Tanto più dopo la notizia che Silvio Berlusconi non si ricandiderà per il premierato. Dal problematico bilancio di Forza Italia, formazione politica ancora esistente dal punto di vista contabile (al pari di An, Ds e Margherita) è chiaro che è stato lui a portare il peso finanziario di quell'avventura politica. Negli ultimi cinque anni il partito ha accumulato perdite per circa 149 milioni e debiti per 61 milioni. Il tutto coperto da una sontuosa fideiussione bancaria di 177 milioni prestata «da terzi». Dove «terzi» sta, ovviamente, per il Cavaliere.

Succedeva anche questo, negli anni in cui il fiume dei rimborsi elettorali scorreva gonfio di denaro alimentando le casse di tutti i partiti al centro come in periferia. Al 31 dicembre 2011 l'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro aveva accumulato un avanzo patrimoniale superiore a 35 milioni. E sapete quanto ha incassato nel 2010, l'anno delle elezioni regionali, la sola lista della governatrice del Lazio Renata Polverini? Quasi 6 milioni di euro.

Non che non ci sia qualche tesoretto messo da parte, mentre tanti piangono miseria. Ce l'hanno a destra, dove An, prima di essere messa in liquidazione, ha trasferito il patrimonio immobiliare valutato in 61 milioni a una Fondazione con un capitale di 10 milioni più un «fondo iniziale di gestione» di 45 milioni. Ma ce l'hanno anche a sinistra, con le decine di fondazioni costituite dai Democratici di sinistra per blindare un numero enorme di immobili provenienti dall'eredità del Partito comunista.

Nella Margherita, invece, si leccano ancora le ferite causate dallo scandalo che ha coinvolto l'ex tesoriere Luigi Lusi. Vicenda che merita una puntigliosa ricostruzione nel bilancio 2011. Dalle «centinaia di assegni di piccolo taglio» per un totale di 869.793 euro «emessi dall'ex tesoriere», alle «spese di rappresentanza non idoneamente documentate per euro 95.653». Dalle «spese per euro 235.219 interamente riferibili a viaggi personali dell'ex tesoriere e/o di persone a lui riconducibili», a «servizi con conducente resi in prevalenza a favore dell'ex tesoriere per euro 167.309». Fino alla cruenta stoccata finale: «Allo stato attuale risultano accertate operazioni illecite per un valore complessivo di circa 22 milioni di euro».

Nonostante ciò, sui conti correnti bancari della Margherita al 31 dicembre 2011 c'erano ancora più di 19 milioni. Nel bilancio della Lega Nord la storiaccia che ha portato all'espulsione di Francesco Belsito merita invece appena un fugace passaggio: c'è scritto soltanto che l'ex tesoriere «ha rassegnato le dimissioni» ed è stato sostituito. Nulla, sul perché. Niente di niente.

 

Rocco Crimi ESTHER E ROCCO CRIMI RENATA POLVERINI GIRA LA POLENTA DAVANTI MONTECITORIO jpegANTONIO DI PIETRO - ITALIA DEI VALORIPIER FERDINANDO CASINI LUIGI LUSI IN SENATO IL GIORNO DEL VOTO SUL SUO ARRESTO jpegFRANCESCO BELSITO

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO