1- DOPO AVER BECCATO IL CARDINALE BERTONE, I “CORVI” HANNO MESSO NEL MIRINO IL PIMPANTE PADRE GEORG, L’OMBRA DEL PAPA, CON L’OBIETTIVO DI METTERLO SOTTO RICATTO 2- IL MAGGIORDOMO PAOLETTO? UN PESCE PICCOLO. “LA VERITÀ VA RICERCATA NEL POTERE CENTRALE. OVVEROSSIA, NELL´ARCHIVIO PRIVATO DI MONS. GEORG GAENSWEIN SEGRETARIO PARTICOLARE DEL SANTO PADRE, DAL QUALE FUORIESCONO DI CONTINUO INNUMEREVOLI DOCUMENTI RISERVATI A FAVORE DEL SEGRETARIO DI STATO BERTONE” 3- I CORVI METTONO IN CIRCOLAZIONE DUE LETTERE DI GEORG “SBIANCHETTATE”, E NON LEGGIBILI, DATATE FEBBRAIO 2009, PERIODO IN CUI IMPERVERSAVA SULLA SANTA SEDE IL CASO WILLIAMSON, IL VESCOVO LEFEBVRIANO RIMESSO DALLA SCOMUNICA SU INIZIATIVA DI RATZINGER 4- L’ AVVERTIMENTO DEI CORVI: PADRE GEORG, SAPPIAMO COSA HAI SCRITTO, STA’ ATTENTO…

1- I "CORVI" HANNO MESSO NEL MIRINO PADRE GEORG, L'UOMO PIÙ VICINO AL PAPA, CON PER METTERLO SOTTO RICATTO
Marco Ansaldo per "la Repubblica"

«Anche Georg adesso è nel mirino. E se prima non c´erano delle prove, al di là di qualche lettera uscita in un libro, ora invece il fatto è evidente». Lo stretto entourage del Papa, il piccolo gruppo che in questi giorni ha accompagnato in aereo e negli spostamenti in elicottero Benedetto XVI a Milano, ha accolto con qualche irritazione la fuoriuscita dei nuovi documenti consegnati a Repubblica dal corvo.

Vicini al Pontefice, insieme agli altri, si notano di continuo due persone: il Segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, e il segretario particolare del Papa, monsignor Georg Gaenswein. Entrambi citati in modo aspro nelle carte: «Cacciate dal Vaticano i veri responsabili di questo scandalo», scriveva ieri il corvo, indicandoli in una missiva che spiegava i tre documenti consegnati.

«La situazione non va bene», si sussurra a denti stretti nel ristretto gruppo del Papa. «Come vuole che commentiamo», rispondono in maniera laconica. «Il diavolo ci mette del suo». Già al mattino la notizia della pubblicazione di nuove carte era stata accolta con amarezza. Poi la lettura dei giornali, continuata nel pomeriggio in volo sulla via del ritorno e anche la sera in Vaticano al termine di una giornata intensa, faticosa e bella con un milione di persone a messa attorno al Pontefice, ha portato una convinzione. Che la nuova sortita del corvo sia dovuta a obiettivi precisi. Già il cardinale Bertone era fatto oggetto di attacchi molto duri. Ma ora è anche don Georg a essere preso di mira. Perché?

Ed ecco che salta fuori l´immagine di «un ricatto». Non si vede come definirlo altrimenti, trapela dal gruppo. Un ricatto contro il segretario particolare del Papa. È scritto infatti nella missiva che prelude alle tre carte, due di queste sbianchettate, con solo la provenienza ("Città del Vaticano") e una data in testa, e in calce la firma autografa di "d. Georg Gaenswein": «Non pubblichiamo in modo integrale per non offendere la Persona del Santo Padre, già molto provata dai suoi inetti collaboratori. Per correttezza ci riserviamo di pubblicare i testi integrali nel caso ci si ostini a nascondere la verità dei fatti».

Di che cosa si parla, dunque, riferendosi al 19 febbraio 2009? Non è dato sapere, ora. In quel periodo imperversava sulla Santa Sede il caso Williamson, la polemica sul vescovo lefebvriano rimesso dalla scomunica su iniziativa del Papa, ma poi risultato negazionista sull´Olocausto. Ha questo a che fare con le accuse a don Georg? Ha destato poi sconcerto, e qualche preoccupazione, il fatto che il contenuto delle due lettere in apparenza firmate dal segretario particolare del Pontefice risulti cancellato.

Ci si chiede, pure, quale sia il motivo dell´acrimonia nei suoi confronti. Da tempo, è vero, Gaenswein non è ormai più un semplice assistente dietro la scena. Con gli anni e l´esperienza ha anzi acquistato peso e potere. La sua capacità di intervento sul Pontefice tedesco è spesso decisiva, e i suoi "sì" o i suoi "no" adesso contano. Gaenswein gioca un ruolo importante nell´agenda del Papa, nel filtro delle persone da incontrare, nello screening delle carte: quelle che devono arrivare sul tavolo dell´Appartamento, e quelle invece da indirizzarsi altrove, alla Segreteria di Stato o altri dicasteri.

Conta poi il parere di don Georg su alcune nomine. Non ha mai proposto candidati propri, ma è in grado di far giungere all´orecchio del Papa le preferenze di alcuni rispetto ad altri. E Ratzinger, attraverso di lui, si aggiorna e conosce i segreti che contornano la Curia. Ce n´è abbastanza perché un ruolo come questo possa infine attirare attenzioni e gelosie.

Comunque, serena ieri la reazione ufficiale del portavoce vaticano, padre Federico Lombardi. «Non sono stupito della pubblicazione di altri documenti - ha commentato - né sono ora più preoccupato, se non per la situazione generale dei tanti documenti usciti.
Ci interroghiamo su significato e finalità perseguite. Non ci aspettiamo che i documenti pubblicati finora siano gli ultimi - ha aggiunto - e non mi sorprenderei se nei prossimi giorni se ne pubblicassero altri. È chiaro che chi ha recepito la quantità di documenti poi se li gioca con le sue strategie e le sue finalità, non certo con l´intenzione di fare tutto in una volta e poi lasciarci tranquilli». Finita la tre giorni milanese, da oggi l´attenzione ritorna sullo scenario della Santa Sede.

2- L'ARTICOLO DI DOMENICA: VATICANO, IL CORVO COLPISCE ANCORA LETTERE CONTRO BERTONE E GAENSWEIN
Marco Ansaldo per "la Repubblica"

«Cacciate i veri responsabili dal Vaticano. Ancora una volta a pagare è il solito capro espiatorio. Quale migliore vittima del maggiordomo del Santo Padre. La verità va ricercata nel potere centrale». Il corvo vola ancora in Vaticano. Volteggia, osserva e colpisce, mentre Benedetto XVI si trova in visita ufficiale per tre giorni a Milano cercando qualche momento di serenità dai veleni che lo assediano. Il corvo sforna a sorpresa nuovi documenti.

Tre, per la precisione, di cui Repubblica è in possesso e che oggi presenta. Ma, avverte subito la fonte, di carte come queste ne abbiamo «centinaia». Lo scrive in una lettera - che prelude ai tre documenti - battuta sul computer. Dimostrando, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che il maggiordomo del Papa accusato di essere il postino delle missive fuoriuscite in passato dalla Santa Sede, «il capro espiatorio» come lo definisce la lettera, non è per niente il solo. Perché il corvo, in realtà, è ancora attivo.

«La verità - denuncia - va ricercata nel potere centrale». E spiega: «Ovverossia, nell´archivio privato di mons. Georg Gaenswein segretario particolare del Santo Padre, dal quale fuoriescono di continuo innumerevoli documenti riservati a favore del Segretario di Stato Cardinale Tarcisio Bertone».

Un´accusa forte, che la fonte fa propria, al segretario particolare di Benedetto XVI, uomo in cui il Papa ripone invece la massima fiducia, e che da molti anni rappresenta la persona cui affidarsi per le questioni non solo di carattere personale, ma anche spirituali e politiche.

Negli ultimi anni, infatti, monsignor Gaenswein ha accresciuto notevolmente la sua influenza all´interno dell´Appartamento, maturando un ruolo di certo del tutto informale, eppure tangibile e chiaro a tutti, di consigliere di Joseph Ratzinger, del quale è anche connazionale.

Aggiunge il corvo nella sua missiva preliminare alle tre carte: «Non sempre le cose vanno per il verso giusto e tra Mons. Georg ed il Cardinale ci sono passaggi incontrollati di documenti ed atti riservatissimi». Come a dire: i documenti e gli atti interni che transitano dall´Appartamento papale all´ufficio del Segretario di Stato, e viceversa, talvolta prendono anche altre strade. E il loro controllo si perde.

Il corvo presenta così «tre delle centinaia di documenti in nostro possesso». La prima è una «lettera riservatissima» indirizzata a Bertone dal cardinale prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura apostolica, e che riguarda quella che bolla come «la vergognosa vicenda dei neocatecumenali, sulla quale vi è un lungo appunto scritto a mano dallo stesso Benedetto XVI».

Le altre sono due lettere con la firma, in apparenza, di monsignor Gaenswein. E che riguardano, vi si dice, «alcune incresciose, nonché vergognose vicende all´interno del Vaticano». I due scritti portano in alto lo stemma della Santa Sede con l´intestazione "Città del Vaticano". E in calce la firma estesa, a mano, di «don Georg Gaenswein». Sotto, la dicitura stampata «Segretario Particolare di Sua Santità Benedetto XVI». Una delle due è datata 19 febbraio 2009. Il testo delle lettere è stato omesso.

Spiega il corvo: «Non pubblichiamo in modo integrale per non offendere la Persona del Santo Padre, già molto provata dai suoi inetti collaboratori». E avverte: «Per correttezza ci riserviamo di pubblicare i testi integrali nel caso ci si ostini a nascondere la verità dei fatti». Conclude poi: «Cacciate dal Vaticano i veri responsabili di questo scandalo: Mons. Gaenswein ed il Card. Bertone». Accuse durissime, non provate, e qui non circostanziate.

La lettera invece indirizzata a Bertone, presso la Segreteria di Stato, porta la firma del cardinale Leo Raymond Burke. È datata 14 gennaio 2012 e risulta pervenuta, come si evince dal timbro, il 16 gennaio. Nel testo il numero uno del Supremo Tribunale della Santa Sede scrive di aver trovato sulla sua scrivania un invito a una celebrazione del Papa prevista sei giorni più tardi, «in occasione dell´approvazione della liturgia del Cammino Neocatecumenale».

L´alto prelato appare molto turbato in proposito, arrabbiato. «Non posso - si legge - come Cardinale e membro della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, non esprimere a Vostra Eminenza la meraviglia che l´invito mi ha causato. Non ricordo di aver sentito di una consultazione a riguardo dell´approvazione di una liturgia propria di questo movimento ecclesiale.

Ho ricevuto, negli ultimi giorni, da varie persone, anche da uno stimato Vescovo statunitense, espressioni di preoccupazione riguardo ad una tale approvazione papale, della quale essi avevano già saputo. Tale notizia era per me una pura diceria o speculazione. Adesso ho scoperto che essi avevano ragione».

Termina così il cardinale Burke la sua lettera a Bertone: «Come fedele conoscitore dell´insegnamento del Santo Padre sulla riforma liturgica che è fondamentale per la nuova evangelizzazione, ritengo che l´approvazione di tali innovazioni liturgiche, anche dopo la correzione delle medesime da parte del Prefetto della Congregazione per il Culto Divino a la Disciplina dei sacramenti, non sembra coerente con il magistero liturgico del Papa».

L´argomento è di primaria importanza per gli addetti ai lavori. Proprio all´inizio di quest´anno infatti la Santa Sede aveva approvato, dopo 15 anni di studio da parte della Congregazione per il Culto, la liturgia proposta dal Cammino neocatecumenale. Organismo nato in Spagna verso la metà degli anni Sessanta su iniziativa del pittore Kiko Arguello, il movimento ha l´obiettivo di formare i suoi membri nel cattolicesimo e la riscoperta del battesimo.

Il loro modo di celebrare è stato oggetto di diverse discussioni. I neocatecumenali, in estrema sintesi, svolgono le celebrazioni in piccole comunità il sabato sera, e ricevono la comunione al proprio posto, ma in piedi e non seduti.

Le nuove lettere del corvo sono, in ogni caso, il segno che la battaglia dentro il Vaticano è tuttora in corso. E dimostrano che "Paoletto", il cameriere di Benedetto XVI arrestato dieci giorni fa dalla Gendarmeria vaticana con l´accusa di aver fatto uscire documenti riservati dell´Appartamento papale, anche se fosse colpevole, è solo un pesce piccolo.

Il corvo è tornato. E, come è stato chiaro fin dal principio di questa vicenda, non si incarna in una sola persona. Appena mercoledì scorso, durante l´udienza generale in Piazza san Pietro, il Pontefice aveva voluto ribadire la sua piena fiducia «a tutti i miei collaboratori». Proprio i principali collaboratori del Papa sono citati in questi scritti: il cardinale Bertone e don Georg. Una battaglia dunque che continua. E che fa apparire questa partita come solo alle prime battute, presagendo l´ombra di nuovi colpi di scena.

 

 

 

TARCISIO BERTONE CON LE CUFFIE TARCISIO BERTONE PADRE GEORG PAPA BENEDETTO XVI 0pap49 georg gaenswein0pap35 georg gaensweinpapa ratzinger georg gaensweinPAPA BENEDETTO XVI E TARCISIO BERTONE PADRE GEORG TARCISIO BERTONE PAPA BENEDETTO XVI UN MILIONE PER LA MESSA DI RATZINGER A BRESSO UN MILIONE PER LA MESSA DI RATZINGER A BRESSO UN MILIONE PER LA MESSA DI RATZINGER A BRESSO LA MESSA DEL PAPA A BRESSO jpegUN MILIONE PER LA MESSA DI RATZINGER A BRESSO IL PAPA A SAN SIRO PAPA RATZINGER E PISAPIA A MILANO RATZINGER A SAN SIRO CON BARESI RATZINGER A SAN SIRO CON BARESI papa a milano in piazza duomo RATZINGER A MILANO

Ultimi Dagoreport

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...