FRATTINI CERCA BAGNASCO - I DIPIETRISTI VOGLIONO IL GENERALE GANZER (CONDANNATO IN PRIMO GRADO) FUORI DAL ROS - IL DOSSIER DELLA CORTE DEI CONTI SUL TESAURO DELL’ANTITRUST - MATTEOLI JR DECOLLA - ‘BONDADORI’ EDITORE - NEMMENO GLI “ALLEATI” EUROPEI VOGLIONO BORGHEZIO - IL GIRO DI PADANIA CAMBIA NOME? - PER ASSINDUSTRIA COSENZA, LA ‘NDRANGHETA NON ESISTE - IL TERREMOTO PUÒ ATTENDERE LE LENTEZZE PARLAMENTARI - SCHIFANI CAZZIA ALFANO: “MUOVITI ANGELINO” - SIREMAR PRIVATIZZATA? MICA TANTO…

A cura di Enrico Arosio e Primo Di Nicola per "l'Espresso"


1. ROS CON TANTE SPINE...

"Il generale Ganzer va tolto da quell'ufficio e il ministro non può trattare la questione con tanta leggerezza". Felice Belisario, capogruppo dell'Idv al Senato, non risparmia critiche per la vicenda del generale Giampaolo Ganzer, comandante del Raggruppamento operativo speciale dei carabinieri (Ros). Dopo sette anni di indagini, il generale è stato condannato nel luglio 2010 a 14 anni di carcere, 65 mila euro di multa e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici per presunte irregolarità nelle operazioni antidroga sotto copertura condotte tra il 1991 e il 1997 dal suo reparto.

Dopo la sentenza, Belisario aveva rivolto un'interrogazione ai ministri dell'Interno e della Difesa chiedendo la rimozione del generale senza tanti complimenti. A un anno di distanza è arrivata la risposta di Ignazio La Russa. Cosa dice? Che la sentenza esclude i presupposti per una sospensione del generale dal servizio e che lo stesso comando generale dell'Arma non ha "ravvisato ragioni di opportunità" neanche per avviare la sospensione precauzionale. Motivazioni inaccettabili, secondo Belisario: "La Russa non capisce che il Paese vuole trasparenza. Un condannato non può ricoprire un incarico così delicato ". P. D. N.

2. ANTITRUST: QUELLA SENTENZA È UN TESAURO...
Giorni d'ansia per Giuseppe Tesauro, giudice della Corte costituzionale ed ex presidente dell'Antitrust. La Corte dei conti già un anno fa ha aperto un dossier per fare luce sul danno eventuale provocato da Tesauro allo Stato per un importo di oltre 10 milioni. Nel 2003 l'allora presidente dell'Antitrust decise di affittare l'attuale sede dell'Authority in piazza Verdi e di abbandonare quella in via Liguria 26 di proprietà degli armatori Fratelli D'Amico, non pagando più la pigione.

Da qui un contenzioso che ha portato il Tribunale di Roma a condannare, nel 2008, l'Antitrust a versare ai D'Amico gli oltre 10 milioni, perché il recesso dalla locazione sarebbe stato "illegittimo". Il 14 gennaio 2009, la Corte d'appello ha confermato l'esecutività del giudizio, mentre tra un mese si pronuncerà sul merito. Se la condanna sarà confermata, su Tesauro rischia di abbattersi la mannaia della Corte dei conti. S. An.

3. MATTEOLI DECOLLA DI NUOVO...
La lunga gavetta sembra finita e Federico Matteoli si prepara finalmente a diventare comandante. Il figlio del ministro dei Trasporti Altero ha cominciato il corso interno Alitalia che lo porterà alla guida dell'Airbus 320 family nel 2012. Fonti sindacali fanno però notare che il Matteoli junior, a differenza degli altri tre colleghi premiati dalle graduatorie, è stato pescato nel mazzo, tra i molti piloti che aspirano a far carriera, grazie alla norma che consente all'azienda di scegliere il 25 per cento del personale al di fuori delle liste di anzianità.

Il caso vuole che questa stessa procedura permise a Matteoli di essere assunto nel 2008 dalla Cai che rilevò l'Alitalia mandando a casa migliaia di dipendenti. I più anziani della Compagnia ricordano che il figlio del ministro entrò in Alitalia nel 2002, nonostante il blocco delle assunzioni, perché l'azienda si era dimenticata, alla scadenza di un contratto a termine, di inviargli la lettera di mancato rinnovo. Un colpo di fortuna che valse l'assunzione a tempo indeterminato. M. D. B.

4. EFFETTO BONDADORI...
Sandro Bondi si è ripreso dallo sconforto. Dopo un garbato ma tenacissimo pressing su Maurizio Costa, l'ad della Mondadori, l'ex ministro dei Beni Culturali è vicino all'obiettivo agognato: dalla sua consulenza con l'editore di Segrate nascerà, da lui ideata e curata, una nuova collana dedicata al moderno pensiero di destra e liberista. Le sue ambizioni editoriali sono recenti: tutto risale al marzo scorso, alle dimissioni da ministro dopo la mozione di sfiducia individuale che lo aveva profondamente offeso.

Bondi aveva detto che, amareggiato per il mancato sostegno del governo, si sarebbe dedicato alla sua "più autentica vocazione, che è il lavoro intellettuale". Et voilà. I timori che si voglia occupare anche di poesia, invece, sono infondati. E. A.

5. LEGHISTI/1 - RIPRENDETEVI BORGHEZIO...
Rischia di esplodere a Strasburgo il gruppo Efd, Europa della libertà e democrazia. E tutto a causa del parlamentare leghista Mario Borghezio. L'eurodeputato piemontese è stato messo sotto accusa dai suoi compagni britannici dell'Ukip che il 13 settembre hanno inviato un ultimatum ai coinquilini della Lega: "L'alleanza con Borghezio è un prezzo troppo alto da pagare, essere associati a lui sarà utilizzato contro di noi alle elezioni del 2014".

Le ragioni? Al di là dei "suoi interessi per gli Ufo e l'aver bruciato i vestiti di bambini immigrati", la famosa goccia sono stati i suoi "commenti sull'autore della strage in Norvegia, Anders Breivik". L'Ukip invita la Lega "a chiedere a Borghezio di lasciare il gruppo". Ma lui non intende dimettersi: "Mi sono già scusato con la Norvegia, il caso è chiuso", dice Borghezio. Cosa succederà? Davanti alle resistenze di Borghezio, i parlamentari dell'Ukip sono a pronti a chiedere la sua espulsione dal gruppo Efd. A. D'Arg.

6. LEGHISTI/2 - PADANIA A PEDALI...
Gran premio della Libertà: potrebbe chiamarsi così il prossimo giro ciclistico della Padania: "Come il giro del 25 aprile, quello della Liberazione". Dopo le polemiche, il leghista Michelino Davico, sottosegretario agli Interni e promotore del contestato tour battezzato da Bossi, starebbe cedendo alle tante pressioni. Non soltanto politiche.

"Ci siamo conquistati il terzo pezzo del Tg1", andava dicendo qualche giorno fa il sottosegretario al Senato, dove è arrivato sottobraccio all'ex campione Francesco Moser, grande sostenitore della manifestazione leghista. Ma in vista della seconda edizione, con la difficile ricerca degli sponsor, intitolare nuovamente il giro alla Padania, soprattutto dopo l'ultimo monito del Quirinale, potrebbe non essere una grande idea. Agli sponsor le querelles politiche non piacciono. B. B.

7. PARLAMENTO IN CIFRE...

16 sono le proposte di condono presentate dalla maggioranza in Parlamento. Le richieste maggiori sono per il condono edilizio, con ben otto disegni di legge. Le altre riguardano: previdenziale per tutti, previdenziale per gli italiani all'estero, erariale, ambientale, archeologico, paesaggistico, fiscale. Per finire, c'è chi vorrebbe il condono per chi ha aderito ai condoni precedenti ma poi si è dimenticato di pagare.

8. CALABRIA - LA MAFIA? NON ESISTE...
Il presidente di Assindustria di Cosenza, Renato Pastore, ne è certo: "La 'ndrangheta in questa città non c'è. La mafia si deve cercare altrove". Ma gli attentati alle imprese e alle attività commerciali della zona, gli arresti e le sentenze di condanna dimostrano il contrario. A sentir parlare l'industriale venerdì 7 ottobre nel corso di un convegno sul tema a Cosenza, sono stati in molti a sorprendersi tra magistrati, avvocati e investigatori. Tanto più che poco prima anche il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Francesco Ferace, aveva rivolto un forte richiamo alla lotta alla mafia e alla 'ndrangheta, auspicando una grande mobilitazione che consenta di ritrovare alla società civile la dignità necessaria per reagire ai fenomeni mafiosi. L. A.

9. GRUPPI SENATORIALI - LA RISSA DEL BUONGOVERNO...
Grande malessere al Senato nelle file della maggioranza. Il gruppo Coesione Nazionale-Io Sud-Forza del Sud che sostiene Berlusconi con parlamentari di varia provenienza (ex An, Pdl, Pd) rischia l'estinzione. I seguaci di Marcello Dell'Utri, Salvatore Piscitelli, Riccardo Villari e Valerio Carrara, sono molto arrabbiati con il presidente Pasquale Viespoli. La ragione? È da giugno che aspettano il cambio di nome del raggruppamento, al quale vogliono sia aggiunto anche il marchio del Buongoverno, la rete di circoli fondata proprio da Dell'Utri.

A giugno Viespoli aveva promesso il cambio di denominazione per settembre, ma la cosa è saltata perché "politicamente non conveniente". I dellutriani sono adesso sul sentiero di guerra. E se la denominazione non verrà modificata si dicono pronti a costituire un gruppo autonomo con altri parlamentari di centrodestra. Un'eventualità che sancirebbe la fine di Coesione Nazionale-Io Sud-Forza del Sud visto che senza Piscitelli e soci scenderebbe sotto i dieci aderenti, numero minimo per costituirsi in gruppo. P. D.N.

10. LA LEGGE PER L'AQUILA - IL TERREMOTO PUÃ’ ATTENDERE...
Non ci fosse di mezzo la tragedia del sisma ci si potrebbe ridere sopra. Ma con decine di migliaia di persone ancora fuori dalle proprie case la faccenda assume i contorni della beffa. I terremotati abruzzesi aspettano da mesi di vedere incardinata alla Camera dei deputati la discussione sulla proposta di legge popolare per la ricostruzione dell'Aquila e la prevenzione dei disastri ambientali in tutta Italia. Per metterla a punto e raccogliere le firme necessarie (50 mila) per portarla all'attenzione del Parlamento c'è stata una grande mobilitazione in tutta la regione.

A giugno, accompagnato da un drappello di parlamentari, il comitato promotore venne addirittura ricevuto dal presidente Gianfranco Fini che si impegnò a portare presto in aula la proposta. Ma in aula, dopo quattro mesi, la legge non è ancora arrivata. Perché? A quanto risulta a "l'Espresso" la proposta popolare e le firme non sono mai state depositate in Parlamento. Si sarebbero fermate al gruppo parlamentare del Pd al quale gli aquilani le avevano affidate per depositarle negli uffici di Montecitorio. Ma c'è di più: le firme raccolte non sarebbero 50 mila, come dichiarato ai giornali in occasione dell'incontro con Fini, ma qualche migliaio in meno. Dunque, insufficienti a far decollare la proposta. P. D. N.

11. SCHIFANI RIMPROVERA ALFANO: MUOVITI, ANGELINO...
S'è incrinato qualcosa tra Angelino Alfano e il suo padrino politico, Renato Schifani. Il presidente del Senato rimprovera al neosegretario del Pdl di aver avviato troppo lentamente l'azione di rinnovamento del partito, l'aver lasciato l'iniziativa a Claudio Scajola e a Giuseppe Pisanu, e il fatto che l'ex coordinatore Denis Verdini continui a fare riunioni con tutti i quadri. Come dire: tanti bei discorsi ma fatti, sinora, ben pochi. V. D.

12. FRATTINI CERCA BAGNASCO...
Non solo Gianni Letta. Anche al ministro degli Esteri, Franco Frattini, Silvio Berlusconi ha affidato l'ardua missione di riabilitare la sua immagine presso Oltretevere. Dopo la bastonata ricevuta dal presidente della Conferenza episcopale Angelo Bagnasco, che il 26 settembre ha denunciato "i comportamenti licenziosi che ammorbano l'aria", in qualità di responsabile della diplomazia Frattini il 4 ottobre ha incontrato per oltre un'ora il segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone. Perorando ovviamente la causa. Ma il passo successivo, secondo le intenzioni del ministro degli Esteri, è proprio un incontro con Bagnasco. "Spero di vedere il cardinale nei prossimi giorni per fare un po' di chiarezza", ha confidato Frattini. S. An.

13. GIACOMO E IL CARDINALE...
Colpito al cuore da un comico. Il cardinale Scola, nuovo arcivescovo di Milano, ha un debole per Giacomo Poretti, del trio Aldo Giovanni e Giacomo. Al recente incontro con il mondo della comunicazione e della cultura, Giacomo ha strappato una risata al cardinale, non esattamente un allegrone da bar, esortandolo a far conoscere negli oratori, insieme a Sant'Ambrogio, Clint Eastwood e Diego Milito.

L'attore ha attirato l'attenzione più dei colleghi Moni Ovadia e Lella Costa, conquistandolo con un discorso toccante sull'identità di Milano. Lodi trasversali dai gesuiti di "Popoli" ai ciellini di "Tempi". Entusiasti i laici di "Affaritaliani", che hanno valutato Giacomo "una spanna sopra" rispetto agli interventi di Enrico Decleva, rettore dell'Università Statale, del giornalista Gianni Riotta e dello scrittore Ferruccio Parazzoli. T. M.

14. NON C'È TEMPO PER JOBS...
Niente minuto di silenzio per Steve Jobs nell'Aula della Camera. Il minuto di riflessione a Montecitorio, un omaggio normalmente tributato nelle aule parlamentari alla memoria degli ex deputati, senatori e statisti, era stato richiesto da Antonio Palagiano dell'Italia dei Valori il giorno dopo la morte del fondatore di Apple. Ma il vicepresidente Antonio Leone (Pdl) non ha raccolto e ha subito dato la parola a un altro oratore. B. C.

15. MINISTERO DELL'ECONOMIA: PULIZIA PER LORSIGNORI...
La casta dei politici ha sempre un occhio di riguardo per se stessa. Anche al ministero dell'Economia dove è stato rivisto il contratto "per la gestione dei servizi di manutenzione impianti elettrici, ascensori, pulizie, smaltimento rifiuti e facchinaggio interno".

Scrive costernata la Direzione affari generali che "in considerazione delle ridotte risorse finanziarie, al fine di conseguire il massimo contenimento dei costi, il nuovo contratto prevede una riduzione della durata dei presidi legati alle manutenzioni e un allineamento degli standard delle pulizie delle stanze, applicando a tutti i locali il livello "medio" con la sola eccezione degli ambienti legati all'area del Ministro, dei Sottosegretari, dei Consiglieri e del Capo di Gabinetto oltre a quelli dei Capi Dipartimento a cui continua a essere attribuito lo standard "alto"". Quindi, bagni "mediamente" puliti per i dipendenti e per il pubblico, e bagni molto puliti per Lorsignori. È così che si fa efficienza nel Palazzo.

16. A ME LA SIREMAR...

In Sicilia sono ore decisive per la Siremar, la compagnia di navigazione di Tirrenia che lo Stato sta cercando di privatizzare. A contendersela sono rimasti due gruppi: la Società Navigazione Siciliana, controllata dagli armatori Vittorio Morace (Ustica Lines) e Franza-Matacena (Caronte & Tourist); e la Compagnia delle Isole, una società che di privato sembra avere ben poco.

L'indirizzo della sede è quello dell'assessorato all'Economia della Regione Sicilia, e non sembra un caso: il governatore Raffaele Lombardo è sceso in campo, e la Regione è di fatto azionista di controllo, tramite un'altra spa, della Compagnia delle Isole.

L'altro socio forte (scelto, dice qualcuno, senza i necessari criteri di trasparenza) è Salvatore Lauro. Per ora Lombardo e Lauro sembrano i favoriti, con un'offerta più alta (69 milioni contro 55). "È una vergogna, la Regione investe oggi denaro pubblico mentre poco tempo fa aveva rinunciato ad acquisire la Siremar a titolo gratuito", dicono i concorrenti che preparano ricorsi. Anche l'Ue sta seguendo il caso. T. M.

 

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