8 per mille chiesa cattolica

I FALCHI DELL’8 PER MILLE – IL VATICANO INCASSA UN MILIARDO L’ANNO DALLE TASSE DEGLI ITALIANI CON UNA SERIE DI FURBATE – PER LA CORTE DEI CONTI I CONTRIBUENTI NON SANNO NULLA DELLA VERA SPARTIZIONE DEI FONDI – IL CASO DEGLI ERRORI AI CAF, TUTTI A FAVORE DELLA CHIESA

Marco Palombi per il “Fatto Quotidiano

 

bettino craxi bettino craxi

Un meccanismo fiscale opaco, disegnato per ingannare il contribuente; inerzia dei governi; irregolarità nei Centri di assistenza fiscale (Caf); uno Stato disinteressato a tutelare i suoi interessi. La Corte dei conti, a distanza di un anno, torna sul tema 8 per mille Irpef con una nuova relazione di Antonio Mezzera: il ritratto che ne viene fuori è, se possibile, ancora peggiore di quello del novembre 2014.


L' 8 per mille dell' Irpef è il sistema attraverso cui lo Stato finanzia le confessioni religiose. Fu inventato negli anni 80 - quando Bettino Craxi rinnovò il concordato con la Santa Sede - per sostituire la vecchia "congrua". Al meccanismo sono ammesse tutte le religioni che hanno un concordato con l'Italia (una decina). Il suo funzionamento è bizzarro: i fondi vengono distribuiti proporzionalmente sulla base delle scelte espresse.

corte conticorte conti

 

Prendiamo il caso dei soldi 2015: i contribuenti che hanno espresso una preferenza sono stati il 44,6% e, sulla base delle loro scelte, è stato assegnato anche l' 8 per mille di chi non ha firmato niente. In soldi significa che la Chiesa cattolica, pur avendo dalla sua solo il 36,7% dei contribuenti, incassa l' 80% del malloppo: un miliardo e più invece di 450 milioni.


Scrive la Corte: "I contribuenti possono essere a ragione indotti a ritenere che solo con una scelta esplicita i fondi vengano assegnati".

8 X MILLE CHIESA CATTOLICA 8 X MILLE CHIESA CATTOLICA


La faccenda è semplice: "In un periodo di generalizzata riduzione delle spese sociali, le contribuzioni a favore delle confessioni continuano, in controtendenza, a incrementarsi" e non solo attraverso l'8 per mille. Tradotto: il minor gettito Irpef 2015 è di 1,25 miliardi, ma agli enti ecclesiastici finiscono parecchi soldi anche per altre vie.

 

Tutto questo - ha detto Francesco Margiotta Broglio della Commissione governativa per l' attuazione dell' accordo tra Italia e Santa Sede - ha "contribuito ad un rafforzamento economico senza precedenti della Chiesa italiana". Scriveva nel lontano 1996 la Commissione paritetica Italia-Cei: "Non si può disconoscere che la quota dell' 8 per mille si sta avvicinando a valori, superati i quali, potrebbe rendersi opportuna una proposta di revisione". Tradotto: è ora di abbassare l' aliquota. Da allora i governi hanno fatto finta di niente: la Chiesa oggi incassa 1 miliardo, nel '96 meno della metà.

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"Il ricorso alla pubblicità da parte delle confessioni religiose per ottenere una quota sempre più rilevante della contribuzione pubblica rischia di creare la necessità di convogliare ingenti risorse a fini promozionali a discapito del loro utilizzo per le finalità proprie". Non solo, la Corte dei conti rileva pure come sia impossibile il controllo sulla coerenza tra le spese effettive delle chiese e le finalità di legge, "nonostante i dubbi" sollevati dagli esperti del governo alla Cei "su alcune poste e sulla ancora non soddisfacente quantità di risorse destinate agli interventi caritativi".

8 X MILLE CHIESA CATTOLICA8 X MILLE CHIESA CATTOLICA

 

Su questo, peraltro, si sfiora il grottesco: finora i rendiconti del Viminale al Tesoro si sono persi ("i rendiconti trasmessi non sarebbero giunti agli uffici che dovrebbero trattare la materia"). Qualcosa è cambiato sui numeri generali: ora sono sul sito del Tesoro.


Gustosissima la parte della relazione dedicata ai controlli che l' Agenzia delle Entrate ha fatto nei Caf durante il 2014: poca roba, 4.968 schede in tutto. Ebbene nel 7% dei casi ci sono state irregolarità di qualche tipo: la scelta comunicata al Fisco è diversa da quella fatta dal contribuente; oppure nessuna scelta si è trasformata nella scelta a favore di qualche confessione; spesso mancano le schede originali firmate. Magari si tratta di semplici sviste, ma è notevole che l' 80% delle irregolarità siano a favore della Chiesa cattolica. L' Agenzia delle Entrate ha promesso di intensificare i controlli.

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" In violazione dei principi di buon andamento, efficienza ed efficacia della Pa, lo Stato mostra disinteresse per la quota di propria competenza, cosa che ha determinato la drastica riduzione dei contribuenti a suo favore". Come prima prova, la Corte dei conti cita il fatto che lo Stato è l' unico beneficiario dell' 8 per mille a non farsi pubblicità: Palazzo Chigi ha risposto che forse ne farà una nel 2017.

 

Poi c' è il tema di come lo Stato impiega quei soldi (195 milioni nel 2015). Per legge, devono finanziare: lotta al la fame nel mondo, assistenza ai rifugiati, calamità naturali, beni culturali e edilizia scolastica. Solo che, da sempre, i governi hanno usato quei fondi per pagare di tutto: dalle missioni militari alle pensioni, dai Vigili del Fuoco alle carceri. Nel 2011 e 2012 la quota statale fu "zero", nel 2013 " si è ridotta alla cifra irrisoria di 400mila euro".

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La beffa finale: quando i soldi ci sono, finiscono alla Chiesa. "È stato rilevante, negli anni, l' apporto finanziario agli enti ecclesiastici e alle organizzazioni confessionali rispetto ad altre tipologie di enti". Un esempio? Il restauro di facciata e cortile della Pontificia università gregoriana (che peraltro non sta nemmeno in Italia e non è un granché).

 

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