RENZI RIMANDATO A MARZO - I FALCHI DELLA COMMISSIONE EUROPEA VOLEVANO PROCEDERE CONTRO L’ITALIA PER IL DEBITO ECCESSIVO, E SI RISCHIAVA IL COMMISSARIAMENTO - JUNCKER LI HA FERMATI, MA IN PRIMAVERA SI RIAPRE TUTTO

Alberto D’Argenio per “la Repubblica

 

Renzi Juncker Van RompuyRenzi Juncker Van Rompuy

Si va verso il via libera europeo alla manovra del governo Renzi. Il grande giorno per l’economia dell’Unione sarà lunedì, quando la Commissione guidata da Juncker emetterà le opinioni sulle Finanziarie dei Paesi dell’eurozona e approverà il piano di investimenti da 300 miliardi, oltre a un documento sul funzionamento della governance della moneta unica e il “Growth annual survey”, il rapporto sulle priorità economiche dell’Unione per il 2015.

 

Messo insieme, il pacchetto potrebbe segnare una svolta nella gestione dell’economia da parte di Bruxelles. Se non si esclude che vengano messi nero su bianco anche alcuni elementi della flessibilità, in molti ai aspettano che il big bang di lunedì possa riequilibrare il rapporto tra falchi del rigore e colombe.

 

Dell’intero pacchetto destinata a fare notizia, almeno in Italia, è l’opinione sulla legge di Stabilità. A fine ottobre non era stata rimandata al mittente grazie ad un accordo tra Renzi e la Commissione con il quale il governo ha corretto il deficit strutturale solo di 0,2 punti decimali. Ora arriva il giudizio definitivo.

 

JIRKY 
KATAINEN 
JIRKY KATAINEN

Inizialmente a Bruxelles circolava l’ipotesi di chiedere una ulteriore correzione dello stesso importo, circa 3,3 miliardi, accompagnata da un early warning sul debito, il primo passo di una procedura di infrazione che avrebbe potuto commissariare l’Italia e tracciare un percorso di risanamento socialmente e politicamente esplosivo. Almeno questa era la linea dei due vicepresidenti della Commissione, Katainen e Dombrovskis. Ma il presidente Juncker, insieme al suo vice di maggior peso, l’olandese Timmermans, ha avocato a sé tutti i dossier e al momento sembra prevalere una linea più morbida.

 

La stessa che Juncker ha fatto intuire a Renzi nella bilaterale a margine del G20 di Brisbane: nessuna bocciatura e nessun early warning , ma un via libera condizionato. Non a caso ieri Padoan diceva: «Mi aspetto che sarà riconosciuto lo sforzo qualitativo sul bilancio e sulle riforme». L’opinione della Commissione sulla manovra dovrebbe limitarsi a contenere una serie di raccomandazioni che picchieranno sulla necessità di portare a termine le riforme e sui rischi legati al deficit e al debito, ma niente di vincolante.

Il primo ministro lettone Valdis DombrovskisIl primo ministro lettone Valdis Dombrovskis

 

In pratica si dovrebbe rinviare tutto a marzo, quando Bruxelles pubblicherà le nuove previsioni economiche e tirerà le somme: sarà allora che si deciderà se procedere o meno contro l’Italia.

 

Questo lo scenario anche se, avvertono fonti Ue, fino a lunedì nulla può essere dato per scontato: «Dobbiamo trovare un equilibrio tra tutti i giudizi, ad esempio tra quello sull’Italia e quello sulla Francia, e tra le avverse condizioni economiche e la credibilità delle regole, ma andiamo verso un’interpretazione flessib ile», confermava ieri un commissario di peso parlando a taccuini chiusi. Dunque per l’Italia si va verso il via libera. Non solo perché Juncker è indebolito dallo scandalo Lux-Leaks, ma anche perché i bilanci nazionali saranno esaminati nel 2015 alla luce del nuovo pacchetto di regole in preparazione.

 

matteo renzi pier carlo padoanmatteo renzi pier carlo padoan

Ecco perché saranno fondamentali gli altri documenti che Bruxelles sfornerà lunedì, al momento ancora in fase di gestazione, come testimonia l’eccezionale maratona alla quale saranno sottoposti nel fine settimana i capi di gabinetto dei 28 commissari Ue chiamati a finalizzare l’intero pacchetto. Nel quale il piano da 300 miliardi per rilanciare l’economia avrà un ruolo fondamentale. Non ci sarà denaro fresco dai governi, ma qualche decina di miliardi proveniente dal bilancio dell’Unione che ricapitalizzeranno la Banca europea degli Investimenti che a sua volta con l’emissione di project bonds li moltiplicherà.

 

LUXLEAKS imageLUXLEAKS image

Centrale sarà anche il ruolo dei privati, che dovranno co-finanziare i progetti scelti da Bruxelles tra una rosa di proposte che i governi dovranno selezionare entro dicembre. I 300 miliardi verranno indirizzati in questi settori chiave: innovazione ed economia digitale, energia e trasporti, educazione, salute, ambiente, servizi urbani e risorse naturali. Infine il rapporto sul funzionamento della zona euro, premessa di un lavoro più ampio al quale parteciperà anche Draghi che Juncker porterà al summit europeo di dicembre.

 

 

Ultimi Dagoreport

antonio tajani pier silvio marina berlusconi forza italia

DAGOREPORT: CHE CE FAMO CON FORZA ITALIA? È IL DUBBIO CHE ASSILLA I FRATELLI BERLUSCONI: MOLLARE AL SUO DESTINO IL PARTITO FONDATO DA "PAPI" O NE CAMBIAMO I CONNOTATI, A PARTIRE DAL "MAGGIORDOMO" DI CASA MELONI, ANTONIO TAJANI? -CON PIER SILVIO CHE SCALPITA PER SCENDERE IN POLITICA ALLE POLITICHE 2027, I DUE FRATELLI HANNO COMMISSIONATO UN SONDAGGIO SUL BRAND BERLUSCONI IN CHIAVE ELETTORALE. RISULTATO: L’8% DEI CONSENSI DI CUI È ACCREDITATO IL PARTITO, LA METÀ, CIOÈ IL 4%, È RICONDUCIBILE AL RICORDO DI SILVIO BERLUSCONI - ALTRO DATO: SE SCENDESSE IN CAMPO “UN” BERLUSCONI, I CONSENSI DI FORZA ITALIA CRESCEREBBERO FINO QUASI A RADDOPPIARSI - QUEL CHE COLPISCE È CHE IL PARTITO RACCOGLIEREBBE PIÙ VOTI CON PIER SILVIO LEADER DI QUANTI NE CONQUISTEREBBE CON MARINA - (SE SCENDERÀ IN CAMPO, SARÀ DIVERTENTE VEDERE UN PIER SILVIO CHE PRENDE ORDINI DALLA DUCETTA...)

tommaso labate mario giordano

DAGOREPORT - VA AVANTI IL PROGETTO DI PIER SILVIO BERLUSCONI DI “RIEQUILIBRARE” POLITICAMENTE LE RETI MEDIASET (TROPPO SOVRANISMO FA MALE ALL'AUDIENCE): L'ULTIMO ARRIVATO E' L’ACERBO TOMMASO LABATE, IN ODORE DI SINISTRA DEM, A CUI È STATO AFFIDATA LA PRIMA SERATA DEL MERCOLEDÌ - LA SUA SCELTA HA FATTO INVIPERIRE MARIO GIORDANO, SBATTUTO ALLA DOMENICA SERA CON IL SUO “FUORI DAL CORO”. E, GUARDA CASO, GIORDANO È DIVENTATO IMPROVVISAMENTE OSTILE AL GOVERNO MELONI: “NON STA DANDO LE RISPOSTE CHE SI ASPETTAVANO GLI ITALIANI, SEMBRA UN GOVERNO MELONI-FORLANI”

beppe sala manfredi catella giancarlo tancredi stefano boeri

MILANO TREMA: L’INCHIESTA SU “PALAZZOPOLI” POTREBBE INGROSSARSI – NELLA CAPITALE A-MORALE DEL PAESE, IMPRENDITORI, POLITICI E BUSINESSMAN SONO AMMUTOLITI E TERRORIZZATI DALLE POSSIBILI INDAGINI – SE IL GIP, DOPO GLI INTERROGATORI DI OGGI, DOVESSE CONFERMARE LE MISURE CAUTELARI RICHIESTE DALLA PROCURA, L’INCHIESTA TROVEREBBE NUOVO VIGORE, E LO SCANDALO ESPLODEREBBE IN MODO ANCORA PIÙ DECISO. A QUEL PUNTO IN TANTI, DI FRONTE AL RISCHIO DI FINIRE INDAGATI E INGUAIATI, POTREBBERO INIZIARE A PARLARE…

luigi lovaglio giorgia meloni giancarlo giorgetti alberto nagel milleri caltagirone

FLASH! – ENTRO LA FINE DI LUGLIO, AL MASSIMO ENTRO L’8 SETTEMBRE, ARRIVERÀ IL VERDETTO DELLA PROCURA DI MILANO SULL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO BPM, ANIMA SGR, LA DELFIN DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO E CALTAGIRONE AD ACQUISTARE IL 15% DI AZIONI MPS ATTRAVERSO BANCA AKROS, MERCHANT BANK DEL BPM SU SPECIFICO MANDATO DEL MINISTERO DEL TESORO DI GIORGETTI – UN VERDETTO CONTRO L’OPERAZIONE MPS È RIMASTO L’ULTIMA SPERANZA PER MEDIOBANCA E GENERALI DI NON FINIRE NELLE FAUCI DI CALTARICCONE…

donald trump tulsi gabbard vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVONO LE AGENZIE DI SPIONAGGIO A TRUMP E PUTIN? - ANZICHÉ PROTEGGERE LA SICUREZZA DELLO STATO, ANTICIPANDO RISCHI E CRISI, OGGI LA MISSIONE DI CIA E FBI IN AMERICA E DI FSB, SVR, GRU IN RUSSIA, È DI REPRIMERE IL DISSENSO CONFERMANDO IL POTERE - CIRO SBAILÒ: ‘’PER LA PRIMA VOLTA, IL VERTICE POLITICO NON SI LIMITA A INDIRIZZARE: PUNTA A SVUOTARE LA FUNZIONE DELL’INTELLIGENCE, RIDUCENDOLA A UNA MACCHINA DI STABILIZZAZIONE POLITICA AD USO PERSONALE...’’

ali larijani khamenei vladimir putin xi jinping

A TEHERAN QUALCOSA STA CAMBIANDO – SI NOTANO CURIOSI MOVIMENTI NEL SISTEMA DI POTERE IRANIANO: MENTRE RICOMPAIONO VECCHI VOLPONI COME ALI LARIJANI, STA NASCENDO UN NUOVO CENTRO DECISIONALE NON UFFICIALE, A GUIDARE LE MOSSE PIÙ DELICATE DEL REGIME. I PASDARAN PERDONO QUOTA (LA LORO STRATEGIA È FALLITA DI FRONTE ALL’ANNIENTAMENTO DI HEZBOLLAH, HAMAS E ASSAD), AVANZA UN “CONSIGLIO OMBRA” DI TRANSIZIONE, CON IL CONSENSO DI KHAMENEI – “L’ASSE DEL MALE” CON RUSSIA E CINA PROSPERA: TEHERAN HA BISOGNO DELLE ARMI DI PUTIN E DEI SOLDI DI XI JINPING. ALLA FACCIA DI TRUMP, CHE VOLEVA RIAPRIRE IL NEGOZIATO SUL NUCLEARE…