giuseppe conte beppe grillo luigi di maio gennaro vecchione virginia raggi

I GUAI DEL GIOVANE CONTE - DALLA SFIDA A ENRICO LETTA ALLO SMARCAMENTO DAL GRILLO CINESIZZATO - LA PROMESSA A VECCHIONE FURIOSO: LA CANDIDATURA IN PARLAMENTO NEL 2023 (CAMPA CAVALLO!) - LA ROGNA CHIAMATA VIRGINIA RAGGI: CARA SOLO A GRILLO - IL TEOREMA DI BEPPE-MAO SU PECHINO E STATI UNITI: CHI PRIMA ARRIVA, FA AFFARI - DI MAIO ASPETTA E GUFA MA LE SUE TRUPPE DEMOCRISTIANE SONO ANCORA ESIGUE...

Dagoreport

 

grillo e conte

Più di un pensiero affligge la testolina catramata di Giuseppe Conte. Il leader in pectore del M5s, dopo lunghi traccheggiamenti, si è reso conto che l'alleanza strutturale con il Pd non è solo impossibile ma controproducente: se vuole risalire nei sondaggi, il Movimento deve porsi in concorrenza con i dem.

 

E lui deve sfidare Enrico Letta a cui non può far passare ogni supercazzola, dallo Ius soli al voto ai sedicenni: marcare una distanza serve a darsi un briciolo d'identità politica, che magari qualcuno possa riconoscere e forse votare.

 

BEPPE GRILLO LI JUNHUA

Anche perché gli umori elettorali sono magmatici e sfuggenti. Il M5s, che oggi guarda a sinistra con Conte e a destra con Di Maio, potrebbe ritrovarsi presto a sfidare nuovamente il Pd, con cui ha mantenuto intatto un latente e reciproco disprezzo (nonostante i tentativi di matrimonio di Goffredone Bettini, vero becchino affossatore del Partito democratico).

 

Se Gualtieri sente il bisogno di precisare che, in caso di elezione al Campidoglio, non avrà alcun grillino in giunta, è chiaro che al Nazareno temono che, da un inciucio, ne possa approfittare l'anti-grillismo di Carletto Calenda.

 

goffredo bettini gianni letta giuseppe conte

Anche perché gira un sondaggio riservato, e quindi non pubblicato, sulle elezioni comunali a Roma che azzarda addirittura un ballottaggio tra Virginia Raggi e Carlo Calenda.

 

E' uno scenario bombastico, politicamente un terremoto per Letta e compagni, ma aiuta a far capire gli umori dell'elettorato romano, stanco di monnezza, cinghiali a passeggio e tombini intasati.

 

L'unica certezza è che, se dovesse finire al ballottaggio, "Virgi" non potrà contare sui voti degli elettori Pd. (Se a Roma non si ride, a Napoli si piange: il candidato Pd-M5s Manfredi nei sondaggi è sotto al candidato del Centrodestra, Catello Maresca).

 

grillo raggi

Il povero Conte, da perfetto borghese privo di vaffa, si barcamena, svolazza come una farfallina, per evitare i quotidiani triboli che il M5s gli lascia sulla strada.

 

L'ultimo caso? L'incontro di Beppe Grillo con l'ambasciatore cinese Li Junhua. L'avvocato di Padre Pio(niente) ha capito con qualche giorno di ritardo che esporsi in un modo così plateale a favore dei "democratici" cinesi, proprio nei giorni del G7 con al centro i difficili rapporti con il Dragone, avrebbe macchiato la sua reputazione di mite mediatore neo-democristiano. Così si è attaccato al telefono con Grillo e gli balbettato che un gesto così di rottura se lo può permettere solo il Fondatore e Garante del movimento, che non ha voti da raccattare, non Conte che infatti ha frignato: "E' meglio se non vengo".

 

valeria ciarambino luigi di maio giuseppe conte gaetano manfredi da michele

"Giuseppi" passa dalla padella alla brace, dove ha in cottura altre due patatine roventi. La prima porta il nome di Virginia Raggi. Insieme a Di Maio e a gran parte del M5S, ha provato in tutti i modi a silurarla, a convincerla al passo indietro per favorire un accordo con il Pd bettiniano e invece "Virgi" si è incaponita, è rimasta in campo, ben sapendo che avrebbe ricevuto l'endorsement dell'amico Grillo. E domani, grazie alla pochezza dei suoi competitor, potrebbe addirittura arrivare al ballottaggio.

 

Qualche smaliziato grillino si chiede: cosa succederà alla fresca leadership di Conte se la sindaca cara al cuore di Beppemao, dovesse clamorosamente rivincere le elezioni, nonostante i tentativi di sabotaggio da parte dei vertici M5s?

 

conte di maio

La seconda patatona bollente porta a Gennario Vecchione. Il generale della Guardia di Finanza è ancora fuori di sé per essere stato cacciato a pedate da Draghi e Gabrielli fuori dal Dis.

 

Una spia della sua furia si è manifestata per interposta persona quando Conte chiamò Draghi, in pieno stato d'agitazione, per manifestare indignazione per lo sgarbo "personale". Si vocifera che per lenire le ferite di Vecchione, Conte abbia usato la più dolce delle promesse: un seggio in Parlamento alle prossime elezioni politiche. Ma si parla del lontano 2023. E quindi, campa cavallo e chi vivrà vedrà.

conte vecchione

 

Il siparietto Grillo-Cina, e le successive polemiche, hanno fatto godere Di Maio, che attende sulla sponda del fiume il lento logoramento di Conte e Grillo, visto che le sue "truppe" non sono ancora così consistenti da ribaltare i rapporti di forza

nel Movimento.

 

Luigino, da ministro degli Esteri, è stato costretto a minimizzare l'incontro Grillo-Junhua ("Non c'è nessuna volontà di mettere in discussione Ue e Nato”) ma l'iniziativa del Fondatore e Garante del M5s non si può accartocciare e archiviare neanche fosse la solita gaffe di un Toninelli qualsiasi. E infatti all'ambasciata americana a Roma l'hanno presa molto sul serio e qualcuno ha avuto un giramento di "pale" da poter generare energia elettrica per tutta la Capitale…

ciro e beppe grillo

 

Quel che gli "addetti ai livori" si chiedono è: perché Grillo ha accettato l'invito all'ambasciata cinese, fatto solo per dimostrare a Biden che non tutti i paesi europei erano ai suoi piedi?

 

BeppeMao, che è ancora incazzato nero per essere stato mollato dai miracolati grillini dopo il video-embolo a difesa del figlio Ciro accusato di stupro, ha voluto rimettere se stesso al centro del villaggio. Come a dire: io so' io, voi non siete un cazzo, a me dovete il vostro stipendio e ora vi dimostro che sulla Cina mi muovo in solitaria senza il vostro consenso.

 

mario draghi e joe biden 3

L'incontro, d'altra parte, è figlio di una visione dei rapporti di forza geopolitici che Grillo non ha mai nascosto. E' convinto, ma lo pensano anche i tedeschi (freddini sulla dottrina anti-cinese di Biden), che gli americani prima spingano gli alleati a rompere con la Cina per poi trovare loro un accordo e fare affari con Pechino, scavalcando tutti gli altri.

 

Perché - è il senso del ragionamento dell'Elevato - non possiamo muoverci in autonomia e creare opportunità di business per l'Italia? Non la pensa così Mario Draghi che, al G7, ha ribadito ai suoi interlocutori che il progetto della "Nuova via della Seta", il piano per potenziare gli interscambi collegamenti commerciali tra Cina e paesi nell'Eurasia, va congelato…

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…