volodymyr zelensky in collegamento con il g7 in germania

ANCHE I LEADER DEL G7 COMINCIANO A PREOCCUPARSI: QUANTO PUÒ DURARE ANCORA LA GUERRA? - L'AUSPICIO DI ZELENSKY È CHE IL CONFLITTO FINISCA ENTRO NATALE, MA TRA GLI ALLEATI, SPECIALMENTE A WASHIGNTON, SERPEGGIANO I DUBBI SULLE REALI CAPACITÀ DEGLI UCRAINI DI RIPRENDERSI I TERRITORI OCCUPATI DAI RUSSI - KIEV DOVREBBE CAMBIARE STRATEGIA, MA FONTI AMERICANE DICONO SIBILLINE: "IL FATTO È NON ABBIAMO CAPITO QUALE SIA..."

Alberto Simoni e Alessandro Barbera per “La Stampa

 

G7 IN GERMANIA - BORIS JOHNSON - JOE BIDEN - OLAF SCHOLZ - EMMANUEL MACRON - MARIO DRAGHI

Elmau, ieri. Mentre al vertice dei Sette i leader ascoltano Volodymyr Zelensky e l'auspicio che la guerra abbia fine entro Natale, a Washington negli ambienti del Pentagono la mappa dell'Ucraina viene osservata con dovizia di particolari e una certa preoccupazione.

 

Un funzionario dell'Amministrazione americana citato dalla Cnn confessa che persino alla Casa Bianca stanno montando i dubbi sulla capacità degli ucraini di riprendersi tutto il territorio conquistato dai russi.

 

mario draghi g7 germania 2

All'interno dell'Amministrazione sono sempre più forti le pressioni di quanti vorrebbero chiedere a Zelensky di modificare la sua strategia. Il fatto è che - spiega alla Stampa una fonte vicina alla Difesa americana - «non abbiamo capito quale sia. È chiaro che non può andare a dire, molliamo e sediamoci a parlare con Putin in queste condizioni», poiché ad oggi la bilancia pende dalla parte russa.

 

VOLODYMYR ZELENSKY IN COLLEGAMENTO CON IL G7 IN GERMANIA 1

Ma continuare a battere il tasto della vittoria e delle scacciata degli invasori - dicono gli apparati - rischia di essere controproducente.

 

Secondo quanto riferiscono fonti diplomatiche, la questione è stata anche oggetto della riunione ristretta convocata da Joe Biden con i principali alleati europei al castello di Elmau nel formato «quintet»: Francia, Germania, Gran Bretagna e Italia.

 

Durante la conferenza stampa di chiusura del vertice dei Sette Mario Draghi lascia una traccia dei dubbi americani: «Noi veniamo da giorni in cui il progresso della Russia (sul campo, ndr) è stato costante».

 

G7 IN GERMANIA

La domanda sulla possibilità di successo di una controffensiva ucraina rispetto ai territori persi dall'inizio della guerra «se la fanno in tanti. Il Presidente Zelensky si è detto fiducioso che questo possa riuscire». Più che dubbi sulla riuscita dell'obiettivo - dice il premier - quella espressa dal Presidente Biden è «preoccupazione».

 

La linea concordata dagli alleati occidentali durante il vertice in Baviera si muove su un doppio binario. Da un lato - ufficialmente - massimo sostegno militare agli sforzi di Kiev, dall'altra la consapevolezza che senza una strategia di medio termine da parte ucraina la guerra potrebbe protrarsi per anni, con costi umani e finanziari incalcolabili per Kiev.

 

volodymyr zelensky.

Draghi, dopo aver sottolineato che «la pace dovrà essere quella che deciderà l'Ucraina», a proposito di quanto tempo sarà necessario per raggiungerla, lascia un'altra traccia dei dubbi occidentali: «È molto difficile far previsioni sulla durata della guerra. Davamo per scontato che l'Ucraina sarebbe stata invasa e poi avrebbe sottoscritto rapidamente la pace, perché nessuno avrebbe pensato potesse difendersi così».

 

Dunque «la durata della guerra sta a manifestare il successo della difesa ucraina, il successo del sostegno di G7 e Nato all'Ucraina». Ma «di certo», quel che «da questo summit esce, insieme alla fermezza» a sostegno di Kiev, è «la possibilità di negoziati». Se c'è, «qui siamo».

 

antony blinken

Fra dieci giorni il segretario di Stato Antony Blinken sarà al vertice del G20 in Indonesia. A meno di colpi di scena, lì ci sarà anche il capo della diplomazia russa Sergei Lavrov.

I due staff hanno già fatto filtrare che non ci sarà alcun contatto. Ma la presenza dell'americano sottolinea che Washington vuole tenere tutte le porte aperte.

 

Partendo da un punto irrinunciabile, come spiega il consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan: «mettere Zelensky in una posizione di forza quando si apriranno i negoziati».

 

A spiegare i dubbi americani sull'effettiva capacità di Kiev di prevalere è anche la lista delle armi fin qui fornite. Vero è che Washington nei 125 giorni di conflitto ha sempre aumentato qualità e quantità degli equipaggiamenti. Ma non è mai uscita dalla funzione difensiva.

 

lloyd austin volodymyr zelensky antony blinken

Gli analisti che studiano il dossier insieme al Pentagono evidenziano che quando Sullivan dice che «le armi in consegna a breve (sistema anti-missili Nasasm) sono cucite addosso alle necessità del mondo», dimentica di aggiungere le loro caratteristiche difensive.

 

«Agli ucraini non sono state date mai armi per cambiare la dinamica del conflitto», spiega un ex ufficiale dell'esercito statunitense. Un esempio: Kiev ha chiesto 48 lanciatori anti-missili multipli, dal Pentagono fin qui ha avuto la promessa di otto.

 

Ieri Biden, durante un inconto a Madrid con il re Felipe VI ha ribadito che quella in atto è «una gara fra democrazie e autocrazie che dobbiamo vincere». La proiezione militare americana nel mondo fa parte degli ingredienti per la vittoria. Ma dietro le quinte forse c'è anche spazio per la diplomazia.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?