1- QUALCHE ANIMA PIA DI COMUNIONE & FATTURAZIONE AVVISI IL VERGINE CHE IL WEB FA MALE 2- I VIDEO SU YOUTUBE DEL VERGINE ULTRASSESSANTENNE CHE PROVA A FARE POLITICA “GGIOVANE”, SONO DIVENTATI NON UN CASO DA STUDIARE MA DA PRONTO RICOVERO 3- ECCOLO CHE GIOCA A PALLE DI NEVE, TIRA DI SCHERMA, BALLA E RAPPA, FA IL CAFFÈ, FA BENZINA, MANGIA SALUMI, PARLA DI CALCIO, BRANDISCE SCARPE AMMICCANDO CHE GLI VOGLIONO FARE LE SCARPE (BATTUTONA!). BEH, UNA “COMUNICAZIONE” CHE FA LO STESSO EFFETTO DELLE FREDDURE DI RIGOR MONTIS: UN MISTO TRA COMPASSIONE E IMBARAZZO 4- L’ULTIMA GENIALATA? IL “FORCAFFÈ”, CON IL CELESTE FORMINCHIONI CHE COMMENTA I FATTI DEL GIORNO ALLA FIORELLO, MENTRE ARMEGGIA DIETRO IL BANCONE DEL BAR 5- L’ESPERTO DI MARKETING: “LA LINEA TRA L'IRONIA E L'ESSERE RIDICOLI È MOLTO SOTTILE E UN MESSAGGIO CHE PUÒ EMERGERE È 'MA QUESTO MI STA PRENDENDO IN GIRO?'"

Mauro Munafò per "L'Espresso"
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/se-il-politico-perde-la-testa/2176600

Videoclip in cui corre nella neve, tira di scherma, balla, fa il caffè, fa benzina, mangia salumi, parla di calcio, brandisce scarpe. È la formula pop della comunicazione di Roberto Formigoni. Un modo per reagire alla crisi dei partiti o il segno che il Web può far male ai politici?

Cosa si inventerà oggi Roberto Formigoni per deliziare i suoi fan su YouTube? Forse insegnerà loro a fare benzina al self service, o si prenderà a palle di neve con i collaboratori, magari commenterà il campionato del Milan o li delizierà con un rap. Impossibile prevederne le mosse, perché negli ultimi anni il numero uno del Pirellone ha fatto tutto questo e molto altro, diventando un vero e proprio caso di comunicazione online. Un caso per certi versi esilirante, ma poco 'felice' a giudicare dai commenti di molti utenti ed esperti.

Dall'11 dicembre del 2009, data della sua iscrizione su YouTube, Roberto Formigoni e il suo staff hanno caricato online oltre cinquecento video con una frequenza che negli ultimi tempi è diventata quasi quotidiana. L'ultima perla del governatore è "Forcaffè": un mini video settimanale (arrivato alla quindicesima puntata), in cui il politico commenta fatti di cronaca mentre armeggia con una macchina del caffè. La sigla con l'inno d'Italia eseguito da una chitarra elettrica e l'imperdibile saluto finale "Buon Forcaffè a tutti" declamato da un sorridente governatore valgono da soli il click che richiedono.

"I video di Formigoni sono davvero spiazzanti dal punto di vista estetico, e le reazioni negative che hanno riscosso nei commenti in rete lo dimostrano", commenta Agnese Vardanega, docente di sociologia ed esperta di comunicazione politica sul web, "Mi sembra evidente però che negli anni abbia investito con forza sui video, quindi non si può parlare di gaffe o di cadute di stile casuali, quanto di una precisa strategia".

La strategia sarà pure precisa, ma gli esperti consultati dall'Espresso hanno confessato di non riuscire a decifrarla tanto facilmente. "Bisognerebbe capire qual è la strategia e l'obiettivo di questo riposizionamento che negli ultimi anni Formigoni sta tentando, dalle camicie in avanti. Ma io stesso ho delle difficoltà a capirlo da quanto vedo", spiega Marco Cacciotto, consulente politico e autore di pubblicazioni sul marketing elettorale,

"Formigoni tenta una comunicazione informale, ma non è naturale. E' poi bisogna chiedersi se questa comunicazione è coerente con la sua figura politica. Personalmente non ritengo molto efficace questo taglio molto ironico. La linea tra l'ironia e l'essere ridicoli è molto sottile e un messaggio che può emergere è 'ma questo mi sta prendendo in giro?'"

L'uso di video informali ed ironici può inoltre rivelarsi pericoloso sotto vari aspetti. "Non conta solo quanta gente raggiungi ma anche l'idea che queste persone si fanno di te", continua Cacciotto, "Il video da centomila visualizzazioni in cui tira di scherma e balla è davvero un successo? Bisogna sfatare il mito che 'l'importante è che se ne parli'. Oggi non funziona più così".

Piuttosto critica sugli effetti di questa comunicazione è anche la Vardanega: "Visto l'apprezzamento medio per i partiti, per un politico oggi va di moda essere spiazzanti e outisider, far credere di essere fuori dall'apparato. Ma un ragazzo che vede un ultrasessantenne comunicare come un giovane come lo giudica? I commenti (spietati ndr) su YouTube qualcosa ce lo dicono". E sempre la Vardanega nota come il continuo uso del tricolore nel sito e nei video di Formigoni, potrebbe costargli anche l'appoggio dei suoi sostenitori leghisti, con cui governa la Regione.

Più possibilista sulla bontà dell'operazione è invece Francesco Pira, docente di comunicazione e relazioni pubbliche e autore di un testo su politica e web. "C'è di sicuro una strategia dietro questi video e a Formigoni va riconosciuto di aver creduto e lanciato prima di tutti una web radio e di avere una presenza capillare sui social network. In ogni caso un banco di prova per valutare questo modo di comunicare lo si avrà solo alle prossime elezioni. Di sicuro dobbiamo evitare di valutare il successo di una campagna in base al numero di amici su Facebook".

Le varie critiche piovute in questi anni sul Formigoni digitale non sembrano invece scalfire il suo team, che anzi rivendica con orgoglio il lavoro fatto fino ad oggi e il suo aspetto per molti versi sperimentale. "I feedback negativi spesso sono viziati dal giudizio politico ed è l'occhio di chi guarda a fornire un'interpretazione al video. Per noi il web è una palestra per sperimentare ogni giorno qualcosa di nuovo e crediamo che questa cronaca piaccia", spiega Filippo Poletti, coordinatore della redazione che anima Formigoni.it, "In campagna elettorale abbiamo lavorato anche con Google e abbiamo conosciuto membri dello staff di Obama. Sono stati loro a dirci che bisogna sperimentare e che l'esempio americano non può essere semplicemente copiato in Italia".

E' poi lo stesso Poletti a spiegare la "non-strategia" comunicativa tanto criticata. "Ci fanno sorridere quando parlano di agenzie, strategie o altro. Formigoni non è un burattino a cui dici come comportarsi ed è dotato di un'autoironia che gli permette di fare video che altri politici non potrebbero. Noi ci limitiamo a fare i cronisti e a raccontare quello che fa ogni giorno. Quindi non inventiamo proprio nulla. Fa tutto lui".

 

FORMIGONI SU YOUTUBE FORMIGONI SU YOUTUBE FORMIGONI SU YOUTUBE FORMIGONI SU YOUTUBE FORMIGONI SU YOUTUBE FORMIGONI SU YOUTUBEROBERTO FORMIGONI NEL SUO VIDEO PROMOZIONALE ROBERTO FORMIGONI NEL SUO VIDEO PROMOZIONALE ROBERTO FORMIGONI NEL SUO VIDEO PROMOZIONALE

Ultimi Dagoreport

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...