1. LA MINISTRA CHE ABITAVA IN UNA PALESTRA A SUA INSAPUTA CONTINUA A NON DIMETTERSI 2. MENTRE “LIBERO”, “IL FATTO”, “CORRIERE” LA SBATTONO AL MURO, CI PENSA “REPUBBLICA” AD ASSOLVERE LA IDEM IN UNA FLUVIALE INTERVISTA CON CONCIATA DE GREGORIO 3. LA MINISTRA CARA A BERSANI PROMETTE DI “VERSARE LE SANZIONI PER NON AVER PAGATO L’ICI” SULLA PALESTRA SPACCIATA PER PRIMA CASA. MA LA STORIA NON È CHIUSA 4. LA “JAJO GYM” DI RAVENNA, NON SOLO NON ERA L’ABITAZIONE DELLA MINISTRA, MA NON ERA NEANCHE REGISTRATA AL COMUNE. E SAPETE CHIE ERA L’ASSESSORE? LA IDEM! 5. I CONTI NON TORNANO: IDEM DICHIARA 1.200 EURO DI IMU. MA COL MARITO HANNO 5 IMMOBILI

1. MEDAGLIA D'ORO, FACCIA DI BRONZO
Maurizio Belpietro per "Libero"

La ministra che abitava in una palestra a sua insaputa continua a non dimettersi. Mercoledì, dopo che erano cominciati ad emergere i particolari della vicenda, la responsabile delle Pari opportunità ha provato ad addossare la colpa al suo commercialista, negando di essere mai stata informata delle questioni formali, come appunto la residenza.

E all'obiezione di chi le faceva presente che aver dichiarato che la sua prima casa era all'interno di un locale attrezzato per fare ginnastica le aveva consentito di non pagare l'Ici, Josefa Idem si è dichiarata pronta a versare il dovuto. Per la pluricampionessa il ravvedimento operoso chiuderebbe la questione, rimettendo le cose a posto e consentendole di rimanere ai vertici del ministero. In realtà la vicenda è tutt'altro che chiusa e, anzi, più emergono nuovi particolari (li raccontiamo nelle pagine interne) e più si capisce che in tutta questa storia c'è qualcuno che non la racconta giusta.

Da quando il caso è esploso, prima sulle pagine dei giornali locali, poi su quella dei quotidiani nazionali, in particolare Libero, da parte della canoista c'è stata una corsa a minimizzare, quasi che la faccenda si riducesse a un semplice errore formale, una banale dimenticanza di notifica della nuova residenza in conseguenza di un trasloco. Invece si scopre che la questione di dove abitasse il ministro, se a casa propria oppure in quella che è una palestra a tutti gli effetti, è l'aspetto meno rilevante di tutto il pasticcio.

Già, perché il problema principale è che nei locali in cui Josefa dichiarava di risiedere, evitando così di pagare le tasse, al Comune di Ravenna non risultava affatto esserci una palestra. Tuttavia, dopo un accertamento compiuto dai tecnici del comune, si è scoperto che lì non c'è né una prima né una seconda casa, ma tapis roulant e cyclette, macchinari cui - previo pagamento - aveva accesso chiunque volesse tenersi in forma.

La palestra aveva anche un nome: Jajo Gym e a quanto pare nel 2011 era stata segnalata da un opuscolo dell'assessorato allo sport del Comune di Ravenna, dipartimento che per ben due legislature è stato retto dalla campionessa diventata ministro. In genere le palestre aperte al pubblico dovrebbero essere registrate, avere l'agibilità e rispettare una serie di requisiti previsti dalla legge. Ma quella posta in via Carraia Bezzi, cioè dove per il Fisco abitava la responsabile delle Pari opportunità, non risulta, anche se sul web si possono reperire facilmente le fotografie interne dei locali, con tanto di clienti impegnati negli esercizi fisici.

Un impianto sportivo fantasma che però sul libretto del Comune veniva pubblicizzato con recapito telefonico e nome del gestore, che guarda caso è il marito di Josefa Idem. Adesso la palestra è chiusa «per motivi familiari» e da Facebook da ieri sono spariti i riferimenti per rintracciarla.

Ma il sito Ravenna e dintorni.it è riuscito comunque a parlare conuno degli istruttori che vi lavorano, il quale ha spiegato che in certe ore c'è il pienone di gente che vuole tenersi in forma, precisando anche le condizioni per abbonarsi. Cosa che contrasterebbe con la spiegazione secondo cui l'impianto affittato a titolo gratuito a un'associazione privata, aggiungendo mistero a mistero, perché il titolare dell'associazione nega di esserlo, precisando di svolgere solo una collaborazione con il marito del ministro. Dunque, più ci si addentra in questa storia e più si capisce che sono molte le cose da chiarire. Una prima casa che non è una prima casa.

Una palestra che ufficialmente non è una palestra. Un'associazione privata che non si sa di chi sia. Un'autorizzazione a svolgere un'attività che non risulta. Ce n'è abbastanza per interrogarsi sul rispetto delle regole, anche se mercoledì Josefa Idem ha dichiarato alla stampa che il principio fondamentale della sua esistenza è proprio il rispetto delle regole. Di certo una regola la signora l'ha violata ed è quella delbuongusto: se si vuole essere un testimone dell'Agenzia delle entrate, facendosi premiare dal Fisco con tanto di medaglia ed encomio solenne, bisogna almeno ricordarsi di pagare le tasse sulla casa. Altrimenti si passa dalla medaglia d'oro alla faccia di bronzo.


2. I CONTI NON TORNANO - SOLO 1.200 EURO DI IMU PER 5 ABITAZIONI?
Franco Bechis per "Libero"

Il nucleo familiare di Josefa Idem possiede cinque abitazioni e due terreni, anche se non è chiaro a quasi nessuno in quale di queste abitino. Alla ex campionessa, ora senatrice del Pd e ministra del governo di Enrico Letta, sono intestate in tutto due abitazioni. La prima è intestata al 100% alla Idem ed è un appartamento accatastato A/2 a Ravenna allo stesso indirizzo della ormai famosa palestra (via Carraia Bezzi 104), con una consistenza di 11,5 vani e una rendita catastale di 1.306,64 euro.

Inserendo le caratteristiche di quella palestra come fosse una semplice seconda abitazione (è ancora accatastata così) nella banca dati del comune di Ravenna,la Idem avrebbe dovuto versare entro il 17 giugno scorso una prima rata Imu di 1.163 euro. L'aliquota al momento è la stessa del 2012, ma la banca dati non calcola anche la seconda rata (più o meno uguale alla prima) perché in teoria quell'aliquota potrebbe ancora essere aumentata o ridotta. La Idem ha detto : «Io ho una casa di proprietà e una assieme a mio marito. Ho pagato 1.200 euro di Imu».

Per una casa e mezza in un anno dunque avrebbe pagato di Imu la stessa cifra che avrebbe dovuto pagare solo per la prima rata dell'abitazione in gran segreto trasformata in palestra. Ma le case e i terreni in famiglia sono più di quelli dichiarati dal ministro. Oltre alla palestra c'è in effetti un appartamento A3 diviso a metà con il coniuge Guglielmo Guerrini, in viale Piccarda a Ravenna. Acquistato nel maggio 2004 ha 4 vani e una rendita catastale di 392,51 euro.

I due coniugi risultano usufruttuari anche di un terzo appartamento, sempre categoria A3, in viale Lungomare a Marina di Ravenna. È più piccolo - ha 3,5 vani - e la nuda proprietà è divisa fra i due figli Janek (classe 1995) e Jonas (classe 2003). L'appartamento è stato acquistato il 13 febbraio 2012 dalla locale Euroimmobiliare costruzioni srl di Matteo Raggi. È una casa di nuova costruzione, realizzata con materiali all'avanguardia con interni tutti in vetro e legno. Sempre al ministro è intestato un piccolo terreno di 5 are e 38 centiare, accatastato come frutteto.

Ben più grande quello intestato solo al marito Guglielmo: un vigneto di un ettaro e 18 are. Sempre a lui però risultano interamente intestati due altri immobili a Ravenna: un villino (A7) di 13 vani con rendita catastale di 1.712,05 euro, in via Argine Destro Lamone e un contiguo appartamento (A2) di 5,5 vani con rendita catastale di 525,49 euro. In tutto dunque cinque case e due terreni.

Di Imu la famiglia dovrebbe pagarne assai più di quei 1.200 euro rivelati dalla ministra, anche ora nel 2013 con l'ipotesi di esenzione sulla prima casa (che però non sappiamo quale sia con questa confusione di carte). I coniugi Idem hanno anche altre attività mobiliari. Dal 2011 hanno costituito congiuntamente una società in nome collettivo, la Mitica, che ha gestito l'immagine della campionessa durante le Olimpiadi 2012 e che si propone di farlo anche per altri «personaggi pubblici o aspiranti tali: attori, registi, soubrettes, vallette, coreografi, scrittori, fotografi, sportivi, politici, presentatori, conduttori e in genere persone del mondo dello spettacolo ».

Fra gli oggetti sociali previsti oltre all'organizzazione di eventi legati a quei personaggi e la produzione e commercializzazione di video o marchi, ci sono sia «la prestazione di servizi di coaching di tipo sportivo e manageriale», sia «la realizzazione, la gestione e la locazione, attiva e passiva, di strutture ed impianti sportivi di ogni genere e tipo, saune, solarium, fitness center, centri creativi, di cura del corpo e della salute». Chissà se l'alloggio palestra per cui la Idem si è auto scontata l'Imu da pagare rientrava negli interessi della Mitica...


3. AFFARI E ABUSI I MISTERI DI VIA CARRAIA BEZZI
Francesco Specchia per "Libero"

«La macchina umana è l'unica macchina che migliora la sua funzione attraverso il movimento...», recita il sito - intasato di foto dell'illustre testimonial Josefa Idem- della palestra JaJoGym «via Carraia Bezzi, 104 - 48020 Santerno (Ravenna) ». Di movimento, in effetti, da queste parti, ce n'è fin troppo. Ispettori comunali, politici nazionali, giornalisti, bersaniani spezzati, curiosi, atleti con o senza canoa: tutti girellano qua attorno per svelare il mistero della palestra- abitazione-ex prima casa che rischia ora di far dimettere la ministra delle Pari Opportunità.

Ma di misteri la palestra Jajo Gym ne evoca più d'un giallo di Agatha Christie. Per dire. Se la palestra, secondo i documenti comunali, risulta totalmente «abitazione», perchè è stata affittata ad una Ads, associazione sportiva dilettantistica, come palestra ? (E palestra, di fatto, lo è: una parte dei 11,5 vani è occupata da macchinari, pesi, bilancieri e tapis roulant da dietro i quali sbuca perfino l'ex sindaco di Ravenna Virmer Mercatali, già potente parlamentare Pd...).

E nel contratto d'affitto stipulato tra il proprietario Idem e la Ads, come fa ad essere specificata la «parte palestra», se per il Comune non risulta alcuna S.C.I.A, e quindi nessun cambio d'uso rispetto a quello originale abitativo? Nel contratto d'affitto è stato stato dichiarato il falso?

Soprattutto, esiste un contratto d'affitto? A proposito di affittuario e proprietario. Per il Comune il primo - anche gestore- è l'Ads «Sicul Motori e Sport» di Maurizio Patanè, il quale a Repubblica nega però d'essere gestore «ma un semplice collaboratore del marito di Idem». Ma il marito di Idem, Guerrini, risulta invece presidente dell'Associazione Sportiva dilettantistica dell'«Canoa Kayak Standiana» che ha ospitato per anni Josefa Idem come unica atleta e che da poco propone -a tutti- attività di «preparazione triatleti, motricità per bambini di materna e primo ciclo elementari, rimessa in moto adulti». Almeno a detta del volantino pubblicitario della «Kayak».

La quale, indovinate dove dovrebbe aver sede? Via Carraia Bezzi 104. Ça va sans dire,. Sicchè il mistero s'infittisce. Quanti ads affollano quella palestra? Che -si diceva- non è un palestra. Però. Se non è una palestra perchè nella pubblicazione ufficiale Sport per tutti a cura dell'assessorato del comune di Ravenna, nell'elenco degli impianti sportivi risulta la palestra di Carraia Bezzi, (che non è palestra)?

E il bello è che risulta pure negli anni in cui Josefa era assessore allo sport: un ipnotico e cortocircuitante conflitto d'interes - se. Eppoi: perchè è scomparsa la sua pagina Facebook e non il sito? Due gestori diversi, anche lì?

E ancora: come ci si iscrive ad una non-palestra? «Basta un certificato medico», spiega un istruttore Jajo Gym, adescato da un finto cliente in realtà cronista di Ravenna e dintorni. Prosegue l'adescato: «abbiamo sala attrezzi e pesi. È aperta a tutti, non occorre essere iscritti a qualche società sportiva (non occorre? Per le Ads è indispensabile, ndr).

Ci sono istruttori che preparano schede e poi seguono lepersone negli allenamenti ». Per il periodo estivo è disponibile la promozione: «Invece di 60 euro al mese c'è lo sconto a 45: il prezzo di solito fatto a chi compra un abbonamento stagionale». A settembre cambia la tariffa, non si sa su quale base.

Ora la Jajo è chiusa per accertamenti. Ma non basta la Finanza per definire la posizione contributiva e retributiva dei dipendenti e/o collaboratori. Occorre almeno Hercule Poirot. Ieri a Santerno, all'affollato consiglio comunale, tirava un'aria che non ti dico. Josefa un giorno disse: «Vorrei andarmene da 'sto paese ». Basterebbe dal governo...

 

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