di maio grillo di battista

IERI SUL PALCO DI NETTUNO E’ ANDATA IN SCENA LA ROTTAMAZIONE DI LUIGI DI MAIO, UCCELLATO DA “LA JENA”: “PER IMPARARE A ESSERE UN BUON PREMIER, IMPARI A DIRE MEGLIO LE BUGIE” - INTANTO LA SUA ASCESA E’ STATA FERMATA DA BEPPE GRILLO CHE HA LANCIATO ALESSANDRO DI BATTISTA

LUIGI DI MAIO - ALESSANDRO DI BATTISTALUIGI DI MAIO - ALESSANDRO DI BATTISTA

1 - MEGLIO

Jena per “la Stampa” - Per essere un buon premier, Di Maio deve imparare a dire meglio le bugie.

 

2 - SMS E MAIL, CROLLA LA BUGIA DI DI MAIO "ORA NON È PIÙ CANDIDATO PREMIER"

Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

C' è sempre una bugia di troppo, nel braccio di ferro ingaggiato da Luigi Di Maio con la realtà. Un gioco dell' oca in cui il reggente del Movimento è puntualmente un passo indietro alla cronaca. Cambia versione una, due, tre volte. Si contraddice.

LA MAIL DI PAOLA TAVERNA A LUIGI DI MAIOLA MAIL DI PAOLA TAVERNA A LUIGI DI MAIO

 

E ogni volta una dichiarazione, una mail o un messaggio si incaricano di smentirlo. Un disastro di comunicazione, una sequenza di acrobazie crollate dopo i messaggi pubblicati ieri da Repubblica in cui lo stesso Di Maio chiedeva alla deputata Paola Taverna e all' europarlamentare Fabio Massimo Castaldo notizie su Muraro e ne riceveva una risposta chiarissima: «È indagata».

 

RAGGI MURARORAGGI MURARO

Ieri il castello di bugie è crollato. Dal palco di Nettuno, non potendo più negare, Di Maio ammette di aver letto i messaggi e di aver sbagliato a non avvertire i suoi compagni di direttorio. Di aver «sottovalutato» le informazioni ricevute: «Ho commesso un errore. Pensavo che l' accusa alla Muraro venisse da un manager del Pd (Alessandro Fortini di Ama, ndr)». Nei fatti, il prescelto del grillismo accetta il brutale commissariamento imposto dai suoi avversari interni, fino a mettere a repentaglio anche la sua corsa verso Palazzo Chigi. Ma pure la sua ultima versione ha un baco: se anche fosse stato un esposto del massimo dirigente dell' Ama a provocare l' indagine sull' assessora, perché nascondere la notizia?

 

VIRGINIA RAGGI E PAOLA MURAROVIRGINIA RAGGI E PAOLA MURARO

Il primo tassello pubblico di questo serpentone di menzogne è datato 4 settembre. Durante la festa del Fatto quotidiano, Di Maio si aggrappa a un distinguo lessicale per dribblare il problema: «A oggi Muraro afferma di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia - giura - Non esistono le carte per poter valutare e io non dichiaro sui "se"». Quando poi l' assessora - accompagnata dalla Raggi - ammette in commissione ecomafie di essere indagata, allora filtra alla stampa una seconda bugia: «Il direttorio non sapeva».

 

BEPPE GRILLOBEPPE GRILLO

Sempre un passo indietro, Di Maio, perché quasi subito spunta invece una mail con cui il direttorio romano aveva informato il reggente. E la situazione sfugge davvero di mano.

Il vero spartiacque, però, è un altro. Due sere fa, nel chiuso di un piccolo ufficio del gruppo grillino di Montecitorio e al culmine di un processo che assomiglia a un massacro, i big del Movimento concordano con Di Maio una nuova versione. Che filtra puntualmente alla stampa, così: il vicepresidente ha sottovalutato le informazioni, sbagliando a leggere la mail del mini direttorio romano. Il tentativo, studiato nei dettagli, ha l' ambizione di invertire la rotta. Se non fosse che Repubblica svela che oltre alla mail esistono anche dei messaggi che inchiodano Di Maio.

beppe grillo beppe grillo

 

«Quale reato viene contestato a Muraro?», domanda il leader il 4 agosto scorso all' eurodeputato Fabio Massimo Castaldo. E lui: «Attività di gestione dei rifiuti non autorizzata». E poco dopo, stavolta rivolgendosi alla senatrice Taverna: «Muraro è iscritta nel registro degli indagati?».

 

«Posso essere più precisa domani ». Il reggente insiste: «Posso almeno sapere se il 335 è pulito o no?». Risposta: «No, non è pulito ». Tradotto: l' assessora è indagata. Di Maio non ha più spazio per i non detti. E l' unica strada resta il lavacro di Nettuno.

La reazione a questo ennesimo inciampo è cronaca di ieri.

 

Paola Taverna Paola Taverna

Beppe Grillo è costretto a catapultarsi sulla Capitale. Assieme al direttorio, incontra il vicepresidente della Camera. La distanza tra quanto accade nel chiuso del vertice e lo show serale è siderale. Davanti alla platea grillina Di Maio si scusa con i vertici del direttorio: «Non l' ho detto a Roberto, Carla, Carlo, Alessandro, l' ho sottovalutato e sono qui a dirvelo negli occhi». Ma in privato occorre un mea culpa ben più corposo per siglare la tregua interna. «Virginia mi ha fregato - dice, riferiscono - e io ho sbagliato a fidarmi».

 

ALESSANDRO DI BATTISTA SERVE LE PIZZEALESSANDRO DI BATTISTA SERVE LE PIZZE

Basta poco ai suoi nemici interni per circondarlo. «Archiviato un Di Maio se ne fa un altro», ripete in privato Carla Ruocco nel pieno dello scontro. Come lei, anche il resto dei pesi massimi grillini considerano indispensabile ridimensionare il reggente. Come? L' idea appartiene ad Alessandro Di Battista, e si tratta di un vecchio pallino confidato a diversi interlocutori anche nelle scorse settimane a Montecitorio: «Chi l' ha detto che dobbiamo avere un candidato premier? La legge elettorale non ce lo impone, possiamo candidare il Movimento e decidere il capo del governo dopo aver vinto le elezioni».

Un ultimo dettaglio, infine.

 

ALESSANDRO DI BATTISTAALESSANDRO DI BATTISTA

Di Maio ha sottovalutato, parole sue, la notizia dell' indagine su Muraro perché presumeva fosse riconducibile a un esposto di un uomo del Partito democratico. Con modalità simili all' assessora (alcuni esposti di un senatore del Pd) è finito sotto indagine anche Federico Pizzarotti, scaricato dai cinquestelle per non aver comunicato l' avviso di garanzia ricevuto. L' unica differenza? Il sindaco di Parma è stato sospeso dal Movimento.

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....