bruno tinti arturo soprano

‘IL CSM IN MANO A GRUPPI DI POTERE’. COME PUÒ FINIRE UNO SCONTRO IN TRIBUNALE TRA MAGISTRATI? MALISSIMO! - IL GIUDICE ARTURO SOPRANO HA QUERELATO IL PUBBLICO MINISTERO BRUNO TINTI, CHE SUL ‘FATTO’ AVEVA ATTACCATO LA SUA NOMINA ALLA CORTE D’APPELLO DI TORINO, QUANDO IL CSM LO PREFERÌ A DAVIGO, RICOPRENDO DI IMPROPERI L’ORGANO DEI MAGISTRATI

bruno tinti

Giuseppe Salvaggiulo per la Stampa

 

 

Quella che andrà in scena questa mattina davanti al tribunale di Roma non sarà una normale udienza di un normale processo per diffamazione. Perché l' oggetto del procedimento 58411/15 è l' annosa questione della politicizzazione della magistratura.

Perché sia l' imputato che la parte offesa sono due alti magistrati (uno in carriera, l' altro in pensione). E perché oggi entrambi saranno interrogati in udienza pubblica.

 

I protagonisti del duello rusticano sono Bruno Tinti, già procuratore di Ivrea e procuratore aggiunto di Torino (sua l' inchiesta Telekom Serbia) poi autore di libri di successo come «Toghe rotte», e Arturo Soprano, 40 anni di carriera dalla pretura di Gavirate al Palazzo di giustizia di Milano.

arturo soprano

 

I fatti risalgono a tre anni fa, quando il Csm deve nominare il presidente della Corte d' appello di Torino. Soprano, allora presidente di sezione di Corte d' appello a Milano, si candida. A contendergli il posto è Piercamillo Davigo, ex pm di Mani Pulite, allora giudice di Cassazione. Il Csm sceglie Soprano a larghissima maggioranza. Tinti scrive sul «Fatto» un articolo che contesta la decisione.

 

Soprano non ci sta. Si rivolge all' avvocato Jacopo Pensa e sporge un' articolata querela, oltre 60 pagine allegati compresi. Lamenta che l' articolo di Tinti, «da me mai conosciuto e mai incontrato», sia «altamente diffamatorio, gettando ampio discredito su di me, sia come persona sia come magistrato nonché sferrando un duro attacco al mio onore e al mio decoro professionale (...) con il chiaro scopo di screditarmi e svalutarmi». Trattasi, sostiene Soprano, di «un attacco gratuito alla sfera morale della mia persona» a colpi di «accostamenti allusivi e denigrazioni intollerabili».

arturo soprano

 

Raro imbattersi in parole così pesanti tra colleghi magistrati. Dunque, che cosa aveva scritto Tinti? Paragonava la promozione di Soprano ad altre contestate nomine del Csm. Quella di Antonino Meli, «giudice senza infamia e senza lode», al posto di Giovanni Falcone (1988) e quella di Alfonso Marra, «altro magistrato di ordinaria caratura» poi dimissionario per lo scandalo P3, al posto di Renato Rodolf (2010).

 

Tinti elogiava il curriculum e le qualità di Davigo al cospetto della «vita professionale che più ordinaria non si può» di Soprano: «Pretore per un sacco di anni (...) e alla fine presidente di sezione (ce ne sono una ventina)», con un solo processo importante gestito, in realtà nemmeno così importante («processi come questo andavano un tanto al mazzo, ce n' erano centinaia»). Eppure, sosteneva Tinti, il Csm ha preferito Soprano a Davigo: «motivazioni risibili» e «sconcertanti considerazioni» professionali celano, a prezzo di «vergogna o improntitudine», una «verità politica»: Davigo aveva contro tutte le correnti delle toghe.

 

bruno tinti

Non solo quella di Soprano, la centrista Unicost, ma anche quella di sinistra Area (che da sempre contesta) e quella di destra Magistratura Indipendente, cui lo stesso Davigo apparteneva prima di promuovere una polemica scissione. Quanto ai membri laici del Csm, «sono due politici: volete che abbiano simpatia per un pm di Mani Pulite?».

 

Legittimo esercizio del diritto di critica? No, secondo Soprano che rivendica le sue performance di produttività, lamenta di essere stato «descritto come un magistrato senza valore né meriti, di assoluta mediocrità e inettitudine» e ritiene «gratuita offesa» l' accostamento a Meli e Marra, uno «senza infamia e senza lode» l' altro coinvolto nell' inchiesta P3: «Dunque io sarei nominabile solo a seguito di una decisione delittuosa, con atto vergognoso e sfrontato. Peggiore aggressione, peggiore attacco, peggiore lesione della mia reputazione e del mio onore di uomo e magistrato non è immaginabile».

davigo

Argomenti che oggi Soprano ripeterà in tribunale. Poi toccherà a Tinti difendersi.

 

Con una memoria altrettanto corposa, firmata dal suo difensore Gian Maria Nicastro, e poi nell' interrogatorio in cui sosterrà che Soprano non deve offendersi per essere stato definito «magistrato ordinario» e non «eccezionale» come Davigo, perché il suo obiettivo polemico era «la degenerazione correntizia del Csm», in mano «a gruppi di potere» che attuano «una gestione clientelare dei propri adepti» spartendosi gli incarichi.

 

Tesi che da anni sostiene in articoli, libri e dibattiti, citando documenti, mail e interventi di altri magistrati e perfino un discorso di Giorgio Napolitano, allora presidente della Repubblica, proprio davanti al Csm.

 

Consiglio Superiore della Magistratura

Mai una questione interna alla politica e alla magistratura era diventata scontro processuale, in modo plateale.

 

 

 

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...