1. MENTRE ‘’IL GIORNALE’’ DI BERLUSCONI, TESSERA P2 NUMERO 1812, SCALDA I MOTORI SUL QUIRINALE E DENUNCIA IMPROVVISAMENTE LA PRESUNTA AFFILIAZIONE DI RE GIORGIO ALLA MASSONERIA ANGLO-AMERICANA, IL GOVERNINO DI LETTA VIENE COSTRETTO ALLE FORCHE PARLAMENTARI, VISTO CHE LA SUA MAGGIORANZA SI È RISTRETTA 2. QUELLA DI NAPO ORSO CAPO È UN’IMBARAZZANTE RETROMARCIA, ANCHE SE OGGI I GIORNALONI DI LOR SIGNORI FANNO A GARA A NASCONDERE L’EVIDENZA E A DIRE CHE LETTANIPOTE “L’HA PRESA BENE”. MA INCASSATA LA DECADENZA DEL BANANA DA SENATORE, E IN ATTESA DEL CICLONE RENZIE, RE GIORGIO SI TROVA PERICOLOSAMENTE IN PRIMA LINEA E IERI HA ADDIRITTURA MINACCIATO LE DIMISSIONI SE NON SI APPROVA AL PIÙ PRESTO UNA NUOVA LEGGE ELETTORALE. SCOMMETTIAMO CHE NELLE PROSSIME SETTIMANE SUL COLLE PIÙ ALTO FARÀ MOLTO, MOLTO CALDO?

a cura di COLIN WARD (Special Guest: Pippo il Patriota)

1. L'INVERNO CALDO DI RE GIORGIO
Mentre il Giornale di Berlusconi, tessera P2 numero 1812, scalda i motori sul Quirinale e denuncia improvvisamente la presunta affiliazione di Re Giorgio alla massoneria anglo-americana, il governino di Aspenio Letta viene costretto a un qualche passaggio parlamentare, visto che la sua maggioranza si è evidentemente ristretta.

Quella di Napo Orso Capo è un'imbarazzante retromarcia, anche se oggi i giornaloni di Lor signori fanno a gara a nascondere l'evidenza e a dire che Lettanipote "l'ha presa bene". Ma incassata la decadenza del Banana da senatore, e in attesa del ciclone Renzie, Re Giorgio si trova pericolosamente in prima linea e ieri ha addirittura minacciato le dimissioni se non si approva al più presto una nuova legge elettorale. Scommettiamo che nelle prossime settimane sul Colle più alto farà molto, molto caldo?

"Basta il voto di fiducia sulla legge di Stabilità", faceva scrivere Bellanapoli solo martedì scorso. Oggi invece tocca vedere l'impassibile Corazziere della Sera annunciare a tutta prima: "Verifica in Aula per il governo. Napolitano riceve Forza Italia: serve un passaggio parlamentare". Dentro, Marzio Breda si chiede: "Un mezzo cedimento? Un gesto d'attenzione?

Una prova di sensibilità, chiamiamola così, verso i componenti di una delegazione che apparivano ancora emotivamente piuttosto scossi per la decadenza del loro leader?". Nulla di tutto questo. La risposta che si dà il quirinalista-capo è quella di "un'apertura mirata a sdrammatizzare i toni, svelenire il clima e sterilizzare l'escalation di tensione" (p. 3).

In realtà, Re Giorgio sente che con il Banana politicamente a piede libero la partita si fa sempre più dura. E nelle ultime righe del suo pezzo per Repubblica, Claudio Tito butta lì la vera bombetta di giornata: "Il capo dello Stato ieri pomeriggio ha congedato i suoi ospiti con una battuta che ha raggelato un po' tutti: ‘Non vorrei chiedere a questo Parlamento un altro voto per eleggere un nuovo presidente della Repubblica" (p. 4). Un presidente della Repubblica, di questi tempi, sarebbe un bel ritorno alla normalità.

Un ritorno a qualcosa di antico, invece, sembra la paginata del Giornale dell'appitonato Sallustioni dedicata a Re Giorgio. "Urss, Kissinger, massoneria. Ecco i misteri di Napolitano. Da dirigente Pci intrattenne rapporti riservati con Unione sovietica e Usa, dove andò durante il sequestro Moro.

E da allora la ‘fratellanza' mondiale lo tratta con riguardo". Gran parte del pezzo di Paolo Bracalini si basa sul libro inchiesta di Ferruccio Pinotti e Stefano Santachiara "I panni sporchi della sinistra". Pare che "già il padre di Giorgio Napolitano fosse un importante massone" di area francese. Mentre Re Giorgio sarebbe stato "iniziato alla fratellanza anglosassone" (p. 10). Domani, prevista la seconda puntata sul confratello Silvio?

2. NEXT STOP, SUGHERELLO LETTA
"Evidentemente al Quirinale si è modificata la percezione della crisi che è appena venuta", ironizza Paolo Romani intervistato dal Corriere (p. 6). Ma in verità quello che forse comincia a percepire qualcosa di nuovo è quel galleggiante con gli occhiali chiamato Letta Enrico. Lo scrive senza mezzi termini la Repubblica dei renziani: "Premier spiazzato dalla mossa del Colle. ‘Ma voglio subito una nuova fiducia'.

Alle Camere già la prossima settimana. ‘Escluso un rimpasto'. Contatti con Alfano e Franceschini, poi il premier decide di non aspettare il congresso del Pd" (p. 3). La Stampa invece registra un certo ottimismo: "Letta: ‘Così ci rafforziamo'. E vuole subito la legge elettorale" (p. 3). Insomma, ieri ha vinto lui, da Vilnius.

3. NANO DECADENCE
In ritiro ad Arcore con la famiglia, il più famoso extraparlamentare brianzolo che la storia ricordi si lecca il mascara e lucida gli artigli. "Berlusconi pronto alla campagna elettorale: io un leone. La prima giornata da ex senatore del Cavaliere. E cresce l'ipotesi di una sua candidatura alle Europee in un Paese estero. In Aula sarà opposizione dura. ‘Ma se presenteranno cose popolari come il taglio dei parlamentari, le voteremo" (Corriere, p. 2).

Per Repubblica, "Nel day after Berlusconi cova la vendetta. ‘No daremo tregua, Letta deve lasciare. Se no si scordino le riforme'. Ad Arcore coi figli e Confalonieri. Il vecchio leader è apparso provato e spaventato: ‘Ora qualsiasi pazzo può sbattermi dentro" (p. 6). Sempre complicato fare la tara all'abile vittimismo del Cainano. Sulla Stampa, Mattia Feltri osserva: "Alla corte del Cavaliere la vecchia guardia non ha più udienza. Da Gianni Letta a Bonaiuti, si sono dileguati i consiglieri storici, ma nessuno li ha sostituiti" (Stampa, p. 5).

Un mezzo dispiacere al Banana arriva anche dalle colonne del Messaggero: "Il Ppe punta su Angelino: pronti a espellere il Cav. Tra i moderati europei cresce il fronte di chi preme per l'uscita di Berlusconi ‘troppo anti Ue'" (p. 9). Ma non sarebbe bellissimo un comizio a tre Banana-Marina Le Pen-Alessandra Mussolini?

4. L'IMU-RTACCI LORO
La cifra del governillo di Mezze Intese viene offerta ancora una volta dalla saga dell'Imu. Il Messaggero ci apre la prima pagina: "Imu, mini-stangata a gennaio. Più pesante la quota aggiuntiva da pagare. Coinvolta anche Roma. Costo medio: 80 euro. Interessati oltre 2.000 comuni. L'ira dei sindaci: ‘Non siamo il bancomat del governo". Su Repubblica s'incavola perfino il sindaco di Milano, il pacioso Pisapippa: "Letta non tradisca gli impegni o il Parlamento lo sfiducerà. Ci siamo fidati, voltafaccia vergognoso. Ci sono le condizioni per sollevare la questione di incostituzionalità" (p. 13).

Utile, però, approfondire la faccenda sul Sole 24 Ore, dove Salvatore Padula indica i due errori commessi dal governo: "Abolire un'imposta che tra prima casa e altre esclusioni vale quasi 5 miliardi, senza avere le adeguate coperture e non aver chiarito con i sindaci che avrebbe rimborsato solo l'Imu senza tenere conto degli aumenti di aliquota decisi nel 2013". Però svela anche "il bluff dei sindaci", laddove "pur sapendo che il governo avrebbe eliminato l'Imu sulla prima casa, molti comuni hanno deciso di aumentare le aliquote, confidando che in questo modo avrebbero ricevuto un maggior rimborso dalla Stato" (p. 3).

5. IL VICEMINISTRO HA UN PROBLEMA
Vincenzino De Luca, il fasciocomunista salernitano che colleziona avvisi di garanzia come uova di Fabergè, ha un nuovo guaio. Lo denuncia Marco Lillo sul Cetriolo Quotidiano: "Corruzione, indagato De Luca. Inchiesta sul viceministro e sindaco di Salerno. Sotto accusa anche il figlio, capolista di Renzi. Secondo i pm, le spese di un comizio elettorale nel 2010 sarebbero state pagate da un imprenditore che aveva un affare immobiliare con il Comune" (p. 7). Verrà rottamato anche lui, oppure Renzie è un sincero garantista?

6. SPV, SISTEMA PROTEZIONE VELENI
"Dall'amicizia con il ministro Clini alle raccomandazioni di Vendola. Così funzionava il Sistema Ilva". Repubblica mette in fila "tutte le telefonate intercettate di Archinà a politici e sindacalisti". "L'allora capo delle relazioni esterne lusinga, blandisce e minaccia i suoi interlocutori per ottenere favori. E si offre di fare da mediatore per Vendola: ‘Bersani? Si sentono tutte le settimane. Ora diamo uno scossone al centro-destra: ti faccio incontrare Marcegaglia" (p. 17).

Come questa modestissima rassegna provò a far notare all'epoca del governo Monti, Clini non si presentò mai all'Argentario per la Costa Concordia, ma corse velocemente (con il suo amico Passera) al richiamo dell'ex prefetto Ferrante.

7. LA MODERNITA' A MEDIO-SBANCA
Assai toccante la prima pagina del dorso Finanza & Mercati del Sole di oggi: "Ecco come cambia il patto Mediobanca. Confermata la natura di sindacato con durata biennale. Si lavora a una nuova governance che rappresenti i pesi dei singoli azionisti della banca. Accordo più snello e moderno, non solo di consultazione. Superata la logica dei gruppi. UniCredit primo socio". I tir di Palenzona sono già in viaggio per piazzetta Cuccia. Ci sarà da divertirsi.

colinward@autistici.org

 

 

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