1- TOCCA DARE RAGIONE A SGARBI: “GALAN È RIUSCITO DOVE BONDI HA FALLITO: RIUSCIRE A MANDAR VIA BARATTA”. LA DIFFERENZA È CHE SGARBI È CONTENTO E NOI SCONCERTATI 2- IN DIECI GIORNI GALAN HA FATTO FUORI I VERTICI (COMPETENTI) DI DUE TRA LE ISTITUZIONI PIÙ IMPORTANTI DELLA CULTURA ITALIANE. CINECITTÀ-LUCE E LA BIENNALE. E HA INAUGURATO, CON MALGARA E CIPRIANI, L’ORA DEL DILETTANTE, PURCHÈ DI AREA MEDIASET 3- PRIMA GAFFE DI MALGARA: GIÀ CONFERMA MULLER ALLA TESTA DELLA MOSTRA DEL CINEMA. IN OGNI CASO NON SARA’ COSÌ FACILE LA NOMINA DEL NUOVO PRESIDENTE BIENNALE 4- PARTITO IL TOTO NOMINE PER IL CONSIGLIO: in pole MIRACCO, FEDELISSIMO DI GALAN

1- ARIDATECE BONDI
Alessandra Mammì per http://mammi.blogautore.espresso.repubblica.it/2011/10/07/aridatece-bondi/

Tocca dare ragione a Sgarbi: " Galan è riuscito dove Bondi ha fallito: riuscire a mandar via Baratta" (il presidente della Biennale colpevole di buona gestione e troppi successi) . La differenza è che Sgarbi è contento e noi sconcertati. Perchè ci si era davvero illusi che il ministro Galan fosse un uomo di cultura e amante della cultura. Invece è solo il fratello decisionista di Bondi, il quale se non altro perché piuttosto pavido non si divertiva a giocare a scassacase.

Galan invece è uomo di polso e lo dimostra. In dieci giorni ha fatto fuori i vertici (competenti) di due tra le istituzioni più importanti della cultura italiane. Cinecittà -Luce e la Biennale. E ha inaugurato l'ora del dilettante, purchè di area Mediaset. Ed ecco che emarginato l'ottimo Luciano Sovena in un gioco di carte, arriva alla presidenza di Cinecittà Luce Rodrigo Cipriani, carriera in Publitalia, ex amministratore delegato di Mediashopping, società del gruppo Mediaset.

Mentre ai vertici della Biennale è notizia di oggi l'insediamento di Giulio Malgara, il manager ottimo amico di Berlusconi che fondò l' Auditel e che come ricorda Natalia Aspesi su Repubblica si è distinto per i successi in campi di "calzature, alimenti per cani e gatti prodotti da forno senza glutine". Insomma per la biennale arte-cinema-danza e architettura, un uomo una garanzia.
E allora, correggendo Sgarbi, va detto che la vera missione impossibile in cui è riuscito Galan è farci rimpiangere Bondi.

2- LETTERA DI MICHELE ANSELMI
Caro Dago, vedo che Giulio Malgara già conferma Marco Muller alla testa della Mostra del cinema tramite intervista sul "Corriere delle Sera". Massima mancanza di stile. Del resto prevista. In ogni caso non vedo così facile la nomina del nuovo presidente Biennale: nelle due commissioni Cultura di Camera e Senato la Lega voterà contro; e i tre enti locali, Regione, Provincia e Comune, due di centrodestra e uno di centrosinistra, sono pronti a dare battaglia. Tre contro due nel Cda. Mi pare una navigazione ardua per l'uomo dell'Auditel.
Michele Anselmi

3- LETTERA
Un, due, tre...la Biennale ritorna a me.
Con un nuovo colpo di teatro il Ministro Giancarlo Galan è ritornato a "governare" la città lagunare dopo l'esproprio subito nel 2010.
Grazie alla designazione alla presidenza dell'ente veneziano di Giulio Malgara, l'ex Governatore del Veneto ha iniziato a togliersi alcuni sassolini dalle scarpe.
Solite voci urlanti a sinistra con il sindaco Orsoni ad accogliere in "grande stile" il neo-presidente, cui hanno fatto seguito le voci sbraitanti dei soliti amici della sinistra, a cui si sono aggiunti i silenti mugugni leghisti.

Primo colpo: Zaia subisce una nomina da Roma, via Venezia, senza poterci far nulla.
Secondo colpo: il Sindaco Orsoni se vorrà costruire il nuovo Palazzo del Cinema non potrà che dialogare con Galan (ma viste le premesse...)
Terzo colpo: il presidente uscente, Baratta, persona di grande profilo(!), ha pagato politicamente la nomina rutelliana.
Quali scenari?

Se da un lato c'è la preoccupazione del personale che dopo anni di stabilità torna a vivere i ricordi (rimossi ed ora risotterrati) della presidenza Bernabè, dall'altro, è già partito il toto nomine.
Primo nome per il consiglio? Franco Miracco, fedelissimo del Ministro Galan, uomo che ben conosce la macchina e che soprattutto ha sempre avuto a cuore la cultura veneta.
A seguire, poi, servirà un nuovo direttore generale, con poteri forti e in grado di gestire una macchina mal governata da alcuni dirigenti.

Marco Muller, poi, potrà stare tranquillo alla guida della Mostra del Cinema, Galan lo apprezza e lo riconfermerà.
Attori e registi, infine, invocano il mitico Franco Mariotti per il cerimoniale (passerella compresa) del Cinema.

Due anni fa fu fatto fuori ed ancora se ne sente la mancanza.
Chiedete ai competitor della Festa di Roma: per loro rimane il numero uno e per gli altri pure. E per Venezia?
La solita storia italiana in attesa di nuove puntate.

4- INTERVISTA A MALGARA
Paolo Conti per il Corriere della Sera

Giulio Malgara, uomo d'impresa e pubblicità, lei è il nuovo presidente della Biennale di Venezia. Prenderà il posto di Paolo Baratta a metà dicembre. Le polemiche fioccano...

«Paolo Baratta è stato un presidente eccellente, ha operato benissimo e sarà un'impresa titanica prendere il suo posto. Lo conosco e lo stimo da anni e mi dispiace che sia toccato a me l'ingrato compito di succedergli. Ma capita a tutti di essere sostituiti. È capitato a me. È capitato persino a Maradona. Siamo tutti maturi, cresciuti, adulti. Mi pare sia la vita».

A Venezia temono una forte inversione di rotta.
«E sbagliano. Perché il mio pensiero più profondo è proprio proseguire nel solco di Baratta, continuare il suo lavoro. Non sono mica un matto che cambia ciò che funziona bene solo per cambiare. Spero che Baratta vorrà aiutarmi e consigliarmi».

A proposito di continuità. Cosa accadrà al Cinema?
«Credo che Marco Müller continuerà a far parte della nostra squadra e proseguirà nel lavoro svolto, considerato molto buono e riconosciuto da tutti. È un esperto del settore assai serio e circondato da profonda stima».

E per quanto riguarda la mostra delle Arti visive? Il prossimo appuntamento è per il 2013. Cosa prevede?
«Non posso far nomi, ma mi auguro di riuscire a riportare alla guida di quel settore un italiano. È una mia speranza».

Chissà in quanti penseranno a Vittorio Sgarbi...
«Guardi, conosco Sgarbi ma non lo sento da molto tempo. Soprattutto non ci siamo consultati su tutta questa vicenda».

Un italiano? Ma chi sarà? Un critico?
«Non posso certo parlare adesso. Ma spero di riportare un nostro connazionale alla guida della Mostra di Arti visive».

Lei parte con un forte handicap, l'ostilità del sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, vicepresidente di diritto del Consiglio di amministrazione della Biennale. Non è poco.
«Stimo Orsoni e farò di tutto per fargli cambiare idea sul mio conto. Dovremo collaborare, convivere alla Biennale... E poi io sono legatissimo a Venezia, ci ho vissuto per anni, ho presieduto il premio Comisso. Sono fiero di poter offrire il mio contributo a una città che amo sinceramente».

Dicono che lei berlusconizzerà la Biennale.
«Sgombriamo subito il terreno dagli equivoci. Mai parlato di Biennale con Berlusconi, Galan mi ha detto che si tratta di una sua personale idea. Sono ottimo amico di Berlusconi da anni, abbiamo di fatto creato insieme un mercato della pubblicità che ha aiutato molte medie imprese ad affermarsi ma da molto tempo ha impegni diversi. Resta una grande amicizia. E poi come potrei "berlusconizzare" la Biennale? E cosa mai vorrebbe dire? Comunque, non è certo nel mio carattere».

C'è chi ricorda la sua testimonianza favorevole a Berlusconi al processo All Iberian, raccontata nel libro ‘L'arbitro è il venduto' di Giulio Gargia, dedicato a lei...
«Quel libro ha venduto pochissimo, credo non interessasse nessuno. In quanto al merito, i miei rapporti con Berlusconi sono limpidi e non ci sono equivoci da chiarire».

La sua scarsa esperienza in arte, cinema, architettura sarà un ostacolo nel suo nuovo incarico?
«A dire la verità, non sono proprio uno venuto dalla campagna... a casa ho un Mirò, tre Tancredi, tre Schifano. Ma è una battuta. Non essere interno a certe logiche forse può aiutarmi a vedere la Biennale da un'ottica diversa, per esempio, da quella dell'ottimo Baratta. Però ho una lunga esperienza imprenditoriale, razionalità, capacità di aggregazione e di gestione, sono un ottimista. L'Auditel non nasce dal nulla e non è stata una passeggiata... E penso anche che i miei contatti con il mondo imprenditoriale potranno anche aiutarmi a sensibilizzare i privati verso la Biennale. L'economia, oggi, è quella che è. Le risorse scarseggiano però i consumi culturali crescono. Materia su cui riflettere».

L'ultima mostra d'arte visitata?
«Non in Italia. Van Gogh in Olanda. Visita recentissima».

 

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