1- IN QUALE STATO? NELL’AUTUNNO CHE FA CADERE LE ULTIME FOGLIE (DI FICA) MONTECITORIO SALVA MILANESE TEMENDO DI PIÙ LE ELEZIONI ANTICIPATE CHE LE EREZIONI DEL BANANA 2- DA QUANDO È TORNATO A PALAZZO CHIGI, O MEGLIO AL CASINO GRAZIOLI, I VOTI DI FIDUCIA HANNO SUPERATO IL NUMERO RECORD DI QUARANTA, CHE GARANTISCONO AL CAVALIER PATONZA UNA MAGGIORANZA PARLAMENTARE. MA NON UNA MAGGIORANZA POLITICA, CHE ORMAI È NELLE MANI DI BOSSI. DIVENTATO L’UNICO CONDOM AD USO DEL GRANDE SCOPATORE (A TASSAMETRO) PER EVITARE LE DOGLIE DI UNA CRISI DI GOVERNO 3- OCCORREVANO BEN DIECI ANNI PER la CONFINDUSTRIA DI EMMA MARCEGAGLIA PER PRENDERE ATTO CHE DAL PATTO (CON GLI ITALIANI) SI E’ PASSATI ALLA PATTA (APERTA)? 3- e IL VATICANO TORNA AI TEMPI ALLA CHIESA DEL SILENZIO FORSE CONVINTA CHE LE “PUTTANE SVOLGONO LO STESSO LAVORO DEI PRETI, MA CON MOLTO PIU’ SCRUPOLO” 4- DI SICURO AVEVA VISTO GIUSTO FA LEO LONGANESI NELL’ANNUNCIARE PROFETICO MEZZO SECOLO FA: “GLI ITALIANI NON VOGLIONO UN DITTATORE: ATTENDONO UN IMPRESARIO”

"Più la società è stanca,
più ammira nella prostituzione
la caduta dei suoi stessi ideali"
(Ennio Flaiano)

Tina A. Commotrix per Dagospia

Dunque, siamo un paese di merda (Berlusconi dixit) E se oggi scivoliamo sull'unico prodotto che il governo riesce a produrre (in maleodorante quantità) fino ad esportarlo all'estero, non possiamo lamentarci se Standard&Poor's ci declassa. E se l'Europa ci osserva con la puzza sotto il naso.

La finanza globale sarà pure un Gran Bordello, ma quanto a praticare il puttanesimo (pubblico&privato) siamo davvero i primi della classe. Del resto non facciamo che adeguarci a quanto sosteneva la mitica Marlene Dietrich: "Una nazione senza bordelli è come una casa senza bagni". Da noi i lupanari e le latrine ormai abbondano dappertutto. Anche (e soprattutto) nei palazzi del potere (imputridito).

Tutta colpa della metamorfosi (presunta) subita dal Cavaliere Pompetta. Le tre A+ nel rating dell'Amore a pagamento, insomma, il Grande Scopatore (a tassametro), se le merita davvero tutte. Lui, considerato ormai l'erede del legislatore greco Solone che istituì ad Atene le case di piacere. Dove, racconta l'Alfonso Signorini dell'epoca (Filemone), "ciascuno trova una ragazza volenterosa e pronta/nuda di sta davanti e tutto puoi vedere...". Tant'è.

Così, dieci anni dopo il Patto con l'Italia esibito in tv, ora il premier di un paese rimasto in mutande può mostrare soltanto una cosa: la patta (aperta). Tanto da spaventare anche quell'anima candida di Emma Marcecaglia. La presidentessa di Confindustria che ci ha messo un bel po' ad annusare il grande fumo che avvolgeva l'arrosto, annunciato in tv dal cuoco infoiato di Arcore. Ricordate il menù offerto dall'unto del signore al tavolo del notaro catodico, Bruno Vespa? In quel contenitore "Porta a Porta" che è diventato l'incubatore del "bordello del pensiero".

Dalla riforma fiscale (abbattimento mancato e aumento, invece, della pressione contributiva per tutti) alle grandi opere, con un piano decennale per 358 miliardi di euro (ne sono state realizzate appena il 21%). Per dieci anni, come tante cortigiane dell'harem liberal-berlusconiano, le grandi firme della stampa in menopausa (non senza lodevoli eccezioni) si sono mostrate indifferenti allo sviluppo delle infrastrutture. O hanno finto un'indisposizione (alla critica) di fronte al degrado economico e morale del Paese.

Già, l'autunno fa cadere le ultime foglie (di fica) e svela il comportamento ricattatorio (e vendicativo) delle "puttane" reclutate dal presidente del Consiglio. E ci fa conoscere meglio (e in peggio), stando al satiro Karl Kraus, pure "il comportamento dei borghesi" (da casino). Lor signori che le l'hanno ospitate e foraggiate, anche con prebende pubbliche (appalti e tangenti). Per stare con Totò "la donna si dà spesso, quindi ha qualcosa da pretendere".

Stiamo parlando di una compagine ministeriale, di una maggioranza parlamentare e di una classe dirigente pubblica (e privata) che sin dai tempi di Bettino Craxi (gli anni Novanta del Far West televisivo) continua a fare i conti con il Fattore B. E la sua etica politico-imprenditoriale. Certo, anche i politici hanno una loro morale, sosteneva perfido Woody Allen: "Tutta loro, che è una tacca più sotto di quella di un maniaco sessuale".

Ma rispetto al passato (che non passa), ai tempi di prima della rivoluzione (all'italiana), almeno c'erano cinque ministri democristiani che si dimettevano, magari sbagliando, dal loro incarico nel gabinetto Andreotti. Così da non "regalare" al Signore delle Antenne che fu (in garofanato nel Caf) altri privilegi ai danni della comunità.

Anche il vecchio frequentatore di case chiuse Indro Montanelli, dopo essersi turato a lungo il naso, alla fine metteva all'indice il Gran Bugiardo. Dopo "Addio Wanda", storia di una maitresse, arrivò finalmente a scrivere il suo rifacimento, "Addio Silvio".

Di sicuro aveva visto giusto fa Leo Longanesi nell'annunciare profetico oltre mezzo secolo fa: "Gli italiani non vogliono un dittatore: attendono un impresario". Che si è appalesato, gaudente, all'alba (tragica) degli anni Novanta. Lui, il Silvio auto-annunciatosi come il nuovo Alcide De Gasperi della cosiddetta seconda Repubblica.

Già, l'autunno fa cadere le ultime foglie (di fica) e non c'è uno straccio di parlamentare del centro destra (cattolico o laico) che (ri)alzi la testa per esprimere il proprio dissenso di fronte alla cacca di accuse che sommerge Berlusconi. A far sentire la propria voce davanti alla deriva istituzionale, politica e finanziaria in cui è precipitato il Bel Paese (a rischio default). Il che porta a pensare che la "prostituzione" (delle coscienze) sembri essere peggiore di quella praticata dalle troie.

Negli anni Settanta sull'annoso tema la scrittrice femminista Kate Millet aveva rivelato: "Non è il sesso, in realtà, che porta la prostituta a vendersi: è la sua degradazione. E l'acquirente, cioè il cliente della prostituta, non sta comprando la sua sessualità, ma il potere".

Già l'autunno fa cadere l'ultima foglia (di fica) e il Vaticano sembra tornato ai tempi della Chiesa del silenzio, tace. Neppure una parola, un corsivetto sull'Osservatore Romano diretto dal furbetto della virgola sacra Giovanni Maria Vian, sulla Sodoma politica che appesta il paese. Forse perché nella città di San Pietro pensano che, in fin dei conti, "le puttane svolgono lo stesso lavoro dei preti e magari con maggiore scrupolo". No, per monsignor Fisichella le sbardellate non sono, a differenza di quanto sosteneva Tertulliano, "la porta dell'inferno". Il puttanesimo praticato da Berlusconi non è peccato per le porpore d'oltre Tevere.

Già, l'autunno fa cadere l'ultima foglia (di fica) e il governo incassa l'ultima fiducia-marchetta (no all'arresto di Marco Milanese) di cui alla fine sarà beneficiario soltanto il tenutario del bordello Italia (Berlusconi).

Da quando è tornato a palazzo Chigi, o meglio al Casino Grazioli, i voti di fiducia hanno superato il numero record di quaranta, che garantiscono al Cavalier Pompetta una maggioranza parlamentare. Ma non una maggioranza politica, che ormai è nelle mani di Umberto Bossi. Diventato l'unico Condom ad uso del premier per evitare le doglie di una crisi di governo. Storie di bassa Lega, insomma. E con un parlamento che teme di più le elezioni (anticipate) delle erezioni (pubbliche) del Cavalier Pompetta.

 

marcegaglia-berlusconiBerlusconi nel con Marcello DellUtri Vespa e Berlusconi che firma il Contratto con gli italiani CRAXI E BERLUSCONI AL MARE Berlusconi MontanelliBerlusconi al funerale di Craxi sullo sfondo Giuliano Cicconi Salvatore Lo Giudice Maria Vittoria PillitteriGIOVANNI MARIA VIAN BEGAN ENTRA A PALAZZO GRAZIOLIBEGAN ENTRA A PALAZZO GRAZIOLIBEGAN ENTRA A PALAZZO GRAZIOLICALDEROLI IL TROTA UMBERTO BOSSI FABIO RIZZI TREMONTI

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