
IL "GIANI TONIC" VA DI TRAVERSO A ELLY! IN TOSCANA IL BIDEN DI SESTO FIORENTINO, EUGENIO GIANI, RESISTE AL TAFAZZISMO DEL NAZARENO. ALLE REGIONALI QUELLA SUPERCAZZOLARA DELLA SCHLEIN AVREBBE CAMBIATO, IN COMBUTTA CON AVS E M5S, MA IL GOVERNATORE USCENTE, DETTO "IL TARTINA", PER VIA DELLA SUA CAPACITA’ DI PRESENZIARE ANCHE A 4 CENE IN UNA SERA, È TRA I PRIMI PER POPOLARITÀ IN TUTTA ITALIA – “QUALCUNO NEL MIO PARTITO HA TENTATO DI FARMI LE SCARPE? A ME NON RISULTA” - DA VECCHIA VOLPE, IL GOVERNATORE HA FATTO APPROVARE LA LEGGE REGIONALE SUL FINE VITA A CUI SCHLEIN & CO. TENEVANO MOLTO. ALTRO GUIZZO È STATO LO STOP AI RAPPORTI ISTITUZIONALI CON ISRAELE E…
Claudio Bozza per corriere.it - Estratti
Anni 66, di cui 35 vissuti sul palco della politica. Riformista e sviluppista spinto. Dna socialista (lombardiano) e già fedelissimo di Renzi. Il biglietto da visita di Eugenio Giani, visto così, non dovrebbe fare impazzire il Pd a trazione Schlein. E in effetti non lo fa, tanto che dal Nazareno, nell’ottica del campo largo con Avs e M5S, hanno a lungo fantasticato di sostituirlo per il secondo mandato «con uno dei nostri, tanto qui si vince sicuro». Soltanto che il governatore della Toscana è un «sangiovese in purezza» da Prima Repubblica: difficile da rimuovere, politicamente e fisicamente.
Perché, nonostante le criticità su sanità, trasporti e industria, «I’ Giani» ha capito per tempo l’antifona e si è messo a lavorare per incrementare la sua popolarità.
La stretta di mano (fisica) di sindaci e cittadini è la Bibbia del gianismo, con il governatore che ha pattugliato tutti i 273 Comuni della Regione: «Ora sta finendo il secondo giro, poi passerà alle frazioni», è la battuta nel suo staff. Il «sindaco della Toscana», insomma. E da lunedì, quando ha visto la classifica de Il Sole 24 sui governatori, sorride compiaciuto: è quarto a livello nazionale e con il 10 per cento di popolarità in più rispetto all’inizio del mandato.
Mentre nell’ultimo sondaggio uscito è circa 15 punti sopra Alessandro Tomasi (FdI), sindaco di Pistoia e suo sfidante alle Regionali del 12 ottobre. «Ma come ci è riuscito?», si chiedono i suoi detrattori, alcuni dei quali lo chiamano «I’ tartina» per via della mitica ubiquità del presidente, che si narra riesca a partecipare fino a quattro cene in una sera.
Il mix vincente sta nell’aver declinato un arnese da Prima Repubblica, talvolta con giacche démodé, anche in chiave social. E così il Giani che inaugura un impianto d’atletica (e si cimenta nel salto in alto) o saluta il nuovo anno (e si tuffa in Arno) è diventato anche un meme cliccatissimo dai più giovani su Instagram, con il profilo «È quasi magia Giany», mutuato da un vecchio cartone giapponese che narrava la vita di un giovane iperattivo.
Nonostante tutto, il Pd non ha ancora ufficializzato la sua ricandidatura, ma sembra solo questione di ore. «Io sto continuando a lavorare, non mostro certo segni d’insofferenza», dice al Corriere. Anche perché, da vecchia volpe, il governatore ha fatto approvare quella legge regionale sul fine vita a cui Schlein & co. tenevano molto. Come? Lui avrebbe anche fatto a meno, in quanto tema scivoloso, ma quando il Consiglio regionale è arrivato a un passo dall’approvazione Giani è stato abile a intestarsi una vittoria politica pesante, tanto che il governo Meloni ha subito impugnato la legge.
Altro guizzo è stato lo stop ai rapporti istituzionali con Israele, con il presidente toscano che ha la Palestina nel cuore: «Nel 1981, da coordinatore dei giovani socialisti, incontrai Arafat a Beirut: ricordo come fosse ora i suoi occhi color ghiaccio e la dedizione per il suo popolo». Ma dica la verità: lo sa che più d’uno nel suo partito ha tentato di farle le scarpe, fino all’ultimo minuto? «A me non risulta — risponde con un mezzo sorriso —. Io ho sempre lavorato sulle cose concrete: asili nido gratis, infrastrutture, impianti sportivi, disabilità…». Poi declina a suo modo una citazione di Schlein impossibile da non annotare: «Sono arrivato a realizzare le cose senza che mi abbiano visto arrivare…». Il riferimento è al tunnel dell’Alta velocità di 7 chilometri che si sta scavando sotto il cuore di Firenze e al potenziamento dell’aeroporto cittadino, due opere contro cui il M5S a trazione grillina e pure Avs si sono scatenati per anni.
Oggi il passista Giani, che dal 1990 abita con la moglie Angela e due figli in una casa in edilizia convenzionata a Sesto Fiorentino, forse ha un unico rimpianto: non essere riuscito a fare il sindaco di Firenze, città che ama visceralmente. Una delle foto a cui è più affezionato lo ritrae, da giovane assessore, davanti al cratere della bomba dei Georgofili: «La mafia ci colpì al cuore. Ma ha perso: Firenze si rialza sempre».
eugenio giani ciclista
eugenio giani
giani tonic
eugenio giani al palio di siena indica le mucche
eugenio giani al piazzale michelangelo
sergio mattarella con eugenio giani
eugenio giani con vasco rossi
eugenio giani inaugura cose