SALUTO A ROMANO! DOPO D’ALEMA E LETTA, RENZI HA ROTTAMATO ANCHE PRODI: NON LO HA CHIAMATO PER IL VIAGGIO IN CINA O PER IL TOUR AFRICANO - PITTIBIMBO VUOLE FAR CAPIRE, ANCHE IN EUROPA, CHE COMANDA SOLO LUI

Fabio Martini per ‘La Stampa

renzi biciclettarenzi bicicletta

 

Se un anno fa avesse seguito il consiglio di Massimo D’Alema («Non candidarti segretario del Pd, diventa europarlamentare...»), oggi pomeriggio Matteo Renzi sarebbe stato uno dei 751 euro-peones chiamati nel Parlamento di Strasburgo ad ascoltare il presidente del Consiglio italiano nel discorso di avvio di semestre.

 

x prodi bicix prodi bici

E invece quel discorso lo pronuncerà lui, Matteo Renzi, che un anno fa non ha seguito il consiglio di D’Alema e che poi ha continuato a fare di testa sua, perché - come sta dimostrando in queste ore nella vicenda delle nomine europee - è sua intenzione tracciare una linea indelebile tra la propria generazione e quella che l’ha preceduto. Quella di Massimo D’Alema, Romano Prodi, Pier Luigi Bersani, Enrico Letta. Dai quali, con tanti gesti espliciti e non, sta progressivamente aumentando le distanze.

Intanto oggi pomeriggio, alle 15, davanti all’Europarlamento, Matteo Renzi pronuncerà il discorso più importante della sua vita politica, lui stesso se ne rende conto, tanto è vero che per la prima volta, ha preparato un testo scritto, dopo aver compulsato libri, computer, ritagli e avere “costruito”, evento raro, un discorso. Come sempre senza ghost-writer. Renzi, che sarà accompagnato da Federica Mogherini, Graziano Delrio e Sandro Gozi, fino a ieri sera ha tenuto le carte coperte sul discorso, che di sicuro conterrà una forte sottolineatura del ruolo del Parlamento rispetto al Consiglio.

MASSIMO D'ALEMA IN BARCAMASSIMO D'ALEMA IN BARCAenrico letta x enrico letta x


Finito il discorso, la prevista conferenza stampa con Martin Schulz è stata annullata: a Strasburgo si sussurra che tra i due non ci sia una buona chimica. In Europa Renzi sta vivendo una luna di miele, ben raccontata dal titolo del “Figaro” che definisce il premier italiano «le coqueluce», il «cocco d’Europa» e lui intende assecondare questa deriva con un discorso “alto”, che dia il senso di un cambio di verso, di una rottura col passato.


La stessa che nelle ultime settimane Renzi sta approfondendo in Italia con la generazione che l’ha preceduto. Anche con microfratture, non percepibili dall’opinione pubblica. A cominciare da un personaggio che in Europa dice ancora molto: Romano Prodi. Un mese fa, quando si trattava di preparare il viaggio in Cina, Paese nel quale il Professore è una autorità riconosciuta, non risulta che Renzi si sia appositamente incontrato o abbia chiesto consigli importanti a Prodi.

Pierluigi Bersani Pierluigi Bersani

 

E la stessa nonchalance, Renzi la sta mantenendo anche nella preparazione del viaggio in Africa, altra area nella quale Prodi ha acquisito prestigio dopo la missione svolta per conto dell’Onu. Naturalmente tra i due c’è un rapporto cordiale, ma l’emancipazione di Renzi dai “seniores” della sinistra italiana diventa ancora più evidente proprio dal confronto tra la prima squadra di Prodi e quella dell’attuale governo.

 

Nel 1996 il cinquantasettenne Professore scelse di affidare i ministeri più importanti a personalità che per lui erano seniores, due ex premier (Ciampi e Dini), il più sperimentato degli ex comunisti (Napolitano), il suo ex professore (Andreatta). A fine febbraio, Renzi invece ha scelto per quei ruoli personaggi dal profilo opposto: giovani, con curriculum meno pesanti, in alcuni casi leggeri.

RENZI MOGHERINI FOTO LAPRESSE RENZI MOGHERINI FOTO LAPRESSE


Sostiene il professor Arturo Parisi, che “studia” e ha consigliato Renzi nella prima ora, ma che poteva essere richiamato alla Difesa e non lo è stato: «Rottamazione sembrava una parola come tante e invece per Renzi è una parola grande come una montagna: con una serie di gesti, comprese le nomine europee, lui intende affermare che la vecchia generazione è fuori e con lui, che è il più “vecchio”, ne inizia una nuova. In questo modo ogni tanto perde per strada personaggi con competenze e alla fin fine conta solo lui? Vero, ma bisogna mettersi nei suoi panni, di uno che ogni volta avrebbe dovuto pensare: se prendo questa iniziativa, cosa penserà il senior in Consiglio dei ministri? Vada sicuro e tranquillo».

matteo renzi e angela merkel matteo renzi e angela merkel


Ecco perché Matteo Renzi non ha mai preso in considerazione di mettere in pista come Alto Rappresentante per la politica estera personalità come Massimo D’Alema ed Enrico Letta, più blasonati di Federica Mogherini, ed esattamente due settimane fa ha iniziato a sondare Angela Merkel su quella candidatura così temeraria. 

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO