ECCO CHI INCASSA DALLE RIFORME (PER ORA, DALLE PROMESSE) DEL ROTTAM’ATTORE - MEDIOBANCA SPULCIA LA RENZINOMICS: “VANTAGGI PER SOCIETÀ EDITORIALI E BANCHE. MA LE COPERTURE ANCORA NON CI SONO” - I CONSIGLI DI GUGLIELMI

1. ECCO LE AZIENDE CHE BRINDERANNO DI PIÙ PER LE RIFORME DI RENZI
Michele Pierri per www.formiche.net

Ecco le aziende che brinderanno di più per le riforme di Renzi In un report di Mediobanca Securities si stimano gli impatti sulle aziende quotate in Borsa per effetto del piano economico di Renzi su Irpef e Irap. In particolare le società editoriali... La Renzinomics avrà un forte beneficio sull'andamento azionario di alcune aziende italiane, in particolare nel settore dell'editoria e dei servizi finanziari e bancari.È quanto sottolineato da un report di Mediobanca Securities, guidata da Antonio Guglielmi.

LE PREMESSE NECESSARIE
Il gruppo di analisti londinesi di Piazzetta Cuccia crede nell'effetto virtuoso che alcune misure annunciate nel programma economico del premier possono avere sull'economia della Penisola. Le quattro leve che, secondo Mediobanca Securities (MBS), faranno bene agli stock italiani sono il taglio Irap (imprese) e Irpef (lavoratori), l'accordo con la Svizzera sui capitali evasi illegalmente e il pagamenti dei debiti della PA alle aziende. Un piano tuttavia non destinato automaticamente al successo, ma anzi, tendenzialmente in salita, almeno nel breve termine.

I NODI DA AFFRONTARE
Lo studio di MBS sottolinea infatti come la strada intrapresa da Matteo Renzi sia quella giusta, ma anche che molto del suo successo dipenderà dalla capacita di Palazzo Chigi di negoziare con Bruxelles un alleggerimento dell'austerity.

Nel report si considerano positivamente le riforme economiche proposte dal presidente del Consiglio, ma forse troppo ambiziose, almeno nel 2014, a causa della scarsa copertura finanziaria. I numeri snocciolati da MBS dicono che nell'anno in corso - muovendosi nella cornice degli accordi comunitari del rispetto del 3% nel rapporto deficit/Pil - all'appello mancheranno 2 miliardi di euro (8 i miliardi previsti in entrata, a fronte dei 10 di spesa promessi). Lo scenario cambierebbe invece nel 2015, quando le somme rivenienti dovrebbero superare di circa di 2,5 miliardi gli impegni del governo.

Questo, secondo Mediobanca Securities, suggerisce che gli investitori dovrebbero essere costruttivi e fiduciosi nel medio termine ma a patto che Renzi sappia vincere la partita in sede comunitaria. Infatti per far quadrare i numeri 2015 è necessario per il governo incassare tre risorse tutte da negoziare con l'Europa. Proprio per questo, si evince dal report, solo Bruxelles può dare una mano immediata al presidente del Consiglio, consentendogli di rispettare quanto detto e dare così l'accelerata che serve alla politica italiana. Queste le premesse perché alcune aziende possano brindare per le ricadute positive del piano economico messo a punto da Renzi e dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan.

CHI BENEFICERÀ DELLE RIFORME
In questo contesto difficile, MBS individua ventidue titoli "top winner" dalla politica economica perseguita dal governo in termini di impatto delle misure sull'Eps delle società.
"I tagli di Irap e Irpef suggeriscono che L'Espresso e Rcs", con un +14% di effetto sull'Eps, sarebbero i maggiori beneficiari "insieme a Mondadori (+7,5%) e Cairo Communication (+5%)". Le banche dovrebbero trarre vantaggio dalla riduzione dell'Irap e degli arretrati della PA con un +11% dell'Eps per Ubi Banca, un +8% per Banca Popolare d'Emilia Romagna e oltre il 5% di beneficio per Intesa Sanpaolo, Credem e Unicredit, spiega Mediobanca Securities.

L'IMPATTO POTENZIALE
"Il risparmio gestito - aggiunge il report - è meno esposto a questi temi, ma molto al rientro dei capitali: più di 2 miliardi di flussi indicano un impatto potenziale sull'Eps a media singola cifra per Banca Generali e Azimut Holding. I rimanenti titoli tra i nostri top 20 winner sono azioni esposte a tagli delle tasse (Saras, Erg, Gtech, Mediaset), a un incremento della domanda (Autogrill, Piaggio, Atlantia, Marr) e agli arretrati della Pubblica Amministrazione (Finmeccanica, Astaldi e Biancamano)", conclude MBS.


2. OCCHIO RENZI A NON SPARARE TROPPO IN ALTO. I CONSIGLI DI GUGLIELMI (MEDIOBANCA SECURITIES)
Michele Arnese e Michele Pierri per www.formiche.net

Occhio Renzi a non sparare troppo in alto. I consigli di Guglielmi (Mediobanca Securities) Il piano economico del governo vivisezionato da Mediobanca Securities: punti di forza, incognite su coperture, miliardi che mancano all'appello e speranze per un ammorbidimento del rigore teutonico... Numeri, analisi e scenari (non troppo ottimistici) La strada intrapresa da Matteo Renzi è quella giusta, ma molto del suo successo dipenderà dalla capacita di Palazzo Chigi di negoziare con Bruxelles un alleggerimento dell'austerity.È quanto sottolineato da un report di Mediobanca Securities, guidata da Antonio Guglielmi.

I PROBLEMI DA AFFRONTARE
Il gruppo di analisti londinesi di Piazzetta Cuccia considera positive le riforme economiche proposte dal presidente del Consiglio, ma forse troppo ambiziose, almeno nel 2014, a causa della scarsa copertura finanziaria. In particolare - spiega Mediobanca Securities (MBS) - sarà difficile far rientrare nei numeri l'annunciato taglio dell'Irpef a maggio, che dovrebbe portare nelle buste paga di una larga platea di lavoratori dipendenti una media di 80 euro. Una misura fondamentale per la riuscita della Renzinomics, basata inizialmente soprattutto su una robusta riduzione delle tasse per rilanciare la domanda interna.

COME FINANZIARE LE MISURE
Ma oltre all'Irpef, il piano economico del premier vorrebbe affrontare anche il problema della competitività delle imprese, principalmente attraverso tre misure: una sforbiciata del 10% dell'Irap per le aziende, volta alla riduzione del cuneo fiscale; circa il 10% di riduzione dei costi dell'energia per le Pmi; e la riforma del mercato del lavoro. A queste va affiancata un'altra misura cardine dello stimolo della crescita, l'annunciato saldo dei debiti della PA alle imprese (da coprire con la garanzia statale e il ruolo di Cdp).

Obiettivi ambiziosi che necessitano di risorse certe. Per MBS, le principali cartucce che Renzi proverà a sparare per trovare tutto il denaro necessario saranno in primo luogo l'attuazione della spending review del super-commissario Carlo Cottarelli, ma anche un accordo con la Svizzera sui capitali evasi illegalmente e maggiore tassazione sulle attività finanziarie.

DENARO INSUFFICIENTE?
Tutto ciò - rileva il gruppo di analisti guidati da Guglielmi - potrebbe comunque non bastare. I numeri snocciolati da MBS dicono che nel 2014 - muovendosi nella cornice degli accordi comunitari del rispetto del 3% nel rapporto deficit/Pil - all'appello mancheranno 2 miliardi di euro (8 i miliardi previsti in entrata, a fronte dei 10 di spesa promessi). Lo scenario cambierebbe invece nel 2015, quando le somme rivenienti dovrebbero superare di circa di 2,5 miliardi gli impegni del governo.

Questo, secondo Mediobanca Securities, suggerisce che gli investitori dovrebbero essere costruttivi e fiduciosi nel medio termine ma a patto che Renzi sappia vincere la partita in Europa. Infatti per far quadrare i numeri 2015 è necessario per il governo incassare tre risorse tutte da negoziare con l'Europa: 2,4 miliardi dalla riduzione dello spread, 6 miliardi dal 3% di deficit e 6 miliardi di Iva dai crediti della pubblica amministrazione da portare in factoring alle banche previa garanzia statale e intervento della CDP.

Quest'ultimo punto è tutto da verificare dicono gli analisti di MBS perché potrebbe portare a maggiore debito pubblico. I primi due invece sono in contrasto con i requisiti europei del Fiscal Compact e con il pareggio di bilancio previsto in Costituzione. In assenza di queste concessioni, la Renzinomics potrebbe essere a corto di fiato tra 7 e 13 miliardi nel 2015. Inoltre parte delle risorse della spending review dovranno essere destinate proprio alla riduzione del deficit e non a finanziare tagli di tasse.

LA MANO TESA DELL'EUROPA
Proprio per questo, si evince dal report, solo Bruxelles può dare una mano immediata al presidente del Consiglio, consentendogli di rispettare quanto detto e dare così l'accelerata che serve alla politica italiana. Se Renzi tiene alle elezioni europee, spiega MBS, e se l'Europa si spaventa a sufficienza del montare della protesta anti euro (testimoniata anche dal risultato delle recenti elezioni locali francesi) allora il premier e segretario del Pd potrebbe avere il coltello dalla parte del manico per avanzare pretese sul fronte di un possibile sforamento del deficit, del pareggio di bilancio e del Fiscal Compact.

 

 

RENZI E PADOAN PADOAN FIDUCIA AL GOVERNO RENZI IN SENATO FOTO LAPRESSE MATTEO RENZI IN CONFERENZA STAMPA A PALAZZO CHIGI FOTO LAPRESSE MATTEO RENZI IN CONFERENZA STAMPA A PALAZZO CHIGI FOTO LAPRESSE renzi selfie a londra con albertina marzotto RENZI E CAMERON A LONDRA antonio guglielmiLA SEDE DI MEDIOBANCA

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....