1. INGIUSTIZIA ALL’ITALIANA, IL CARCERE DEGLI INNOCENTI. VA IN EDICOLA “IL TEMPO” DIRETTO DA GIANMARCO CHIOCCI E SCODELLA SUBITO I DATI ESPLOSIVI SULLE PERSONE ARRESTATE INGIUSTAMENTE: SCAMBI DI PERSONA, INTERCETTAZIONI SBAGLIATE, ERRORI INVESTIGATIVI: 50MILA POVERI CRISTI SBATTUTI IN CELLA, E SOLO LA META’ RISARCITI DALLO STATO 2. SU 400 CAUSE, SOLO 4 PM CONDANNATI. I NOMI DELLE VITTIME, LE STORIE PIU’ AGGHIACCIANTI 3. “IO, FIGLIA DI ENZO TORTORA, DENUNCIO: IERI COME OGGI, I CASI TORTORA NON HANNO VOCE. IERI COME OGGI STIAMO ANCORA A DIBATTERE DI RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, A FIRMARE DI NUOVO REFERENDUM PER I QUALI GLI ITALIANI SI ERANO GIA’ ESPRESSI, E POI COME SPESSO ACCADE, I NOSTRI POLITICI HANNO FATTO DIVENTARE CARTA STRACCIA. IL PROBLEMA NON E’ LA MAGISTRATURA, MA ALCUNI MAGISTRATI CHE POSSO SBAGLIARE COME TUTTI. NON CHIEDO CHE VADA LIMITATA LA LORO LIBERTA’, MA I MAGISTRATI CHE SBAGLIANO NON DOVREBBERO ESSERE PROMOSSI. BASTEREBBE UN PO’ DI BUON SENSO E COERENZA, E INVECE NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI, NON TI CHIEDONO NEANCHE SCUSA”

1. INGIUSTIZIA ALL'ITALIANA, IL CARCERE DEGLI INNOCENTI
Maurizio Gallo per il Tempo


Mettete da parte per un attimo il «fattore B». Dimenticate i guai di Silvio e concentratevi sul problema vero della giustizia, che riguarda tutti noi, cittadini del Belpaese e potenziali vittime di un «errore» che può trascinarci in un'aula di tribunale e poi dietro le sbarre di una cella. Prima del processo e senza aver fatto quello di cui siamo accusati.

Ecco i numeri della vergogna, rimasti segreti per vent'anni e di cui siamo entrati in possesso insieme con il sito www.errorigiudiziari.com, il primo archivio italiano sull'ingiusta detenzione. Dal 1989, con l'entrata in vigore del nuovo codice di procedura penale, a oggi, circa 25 mila italiani (e non) sono stati incarcerati ingiustamente. Per rimborsarli lo Stato ha pagato 550 milioni di euro. Se a questi aggiungiamo altri 30 per errori giudiziari, arriviamo a quasi 600 milioni. Cento abbondanti in più di quanto stanziato giorni fa dal Governo con il «decreto del Fare» per rendere più sicuri i 43mila plessi scolastici italiani e costruirne di nuovi.

Non solo. Bisogna aggiungere le persone alle quali la richiesta di riparazione è stata negata, a volte per un cavillo. Eurispes e Unione Camere Penali parlano di una media di 2500 domande all'anno di risarcimento per ingiusta detenzione e sottolineano che appena un terzo (800) sono state accolte. Quindi possiamo stimare che da 25.000 casi si arrivi a circa 50.000. Immaginate lo stadio Olimpico: gli innocenti finiti dietro le sbarre ne riempirebbero oltre la metà.

Ma non è un fenomeno degli ultimi 22 anni. Accadeva anche prima e non c'era la legge sulla riparazione di ingiuste carcerazioni (galera preventiva) ed errori giudiziari (sentenza sbagliata). Per il Censis durante la storia repubblicana quattro milioni di persone sono state coinvolte in inchieste e sono risultate innocenti. E i giudici raramente hanno pagato. Dall'entrata in vigore della legge Vassalli (1988), che regolamenta la loro responsabilità civile, le cause contro le toghe sono state 406.

Solo 4 concluse con una condanna, meno di una su 100. Le vittime sono sconosciuti e vip, uomini politici e tutori dell'ordine, medici e impiegati, liberi professionisti e, naturalmente, anche magistrati. Vi racconteremo le loro storie, le sofferenze patite, dalla perdita del lavoro a quella dell'immagine, nel caso di personaggi pubblici. Dopo, a poco servono le smentite e le rettifiche. E perfino i risarcimenti. Perché non è solo una questione di denaro. Quello che resta delle loro esistenze, famiglie, rapporti di amicizia e professionali sono macerie, rovine sulle quali è difficile, a volte impossibile, ricostruire. Vite bruciate. Per uno sbaglio.
(1-Continua)

2. "IO, FIGLIA DI ENZO TORTORA, DENUNCIO: IERI COME OGGI, I CASI TORTORA NON HANNO VOCE"
di Gaia Tortora su Il Tempo


Quante volte mi è stato chiesto un ricordo, un commento, una intervista sulla vicenda di mio padre? Molte. Com'è normale che sia in questi casi. Le stesse volte in cui ho accettato e poi mi sono ritrovata davanti al computer e a tanti ricordi e parole e immagini nella testa. Questa volta però, mentre da «Il Tempo» mi spiegavano come sarebbe uscita l'inchiesta del giornale, la mia mente è tornata a poche settimane fa. Ad un libro. Alla storia di un uomo.

Lui si chiama Giuseppe Gulotta. Il suo libro Alkamar - la mia vita in carcere da innocente. È la storia di un uomo che per 36 anni è stato considerato un assassino. È stato costretto a firmare una confessione con le botte e le torture. Oggi ha 55 anni. Ha passato in cella gran parte della sua vita. È un uomo innocente finito in un meccanismo che può stritolare chiunque. Ho letto d'un fiato la sua storia, che pure conoscevo. Ma non così nei dettagli. Mi sembrava in alcune pagine di rivivere l'incubo. Quel senso di impotenza che ti soffoca. Anche in quel caso tutto è cambiato in una notte. Esattamente come per mio padre. E per noi.

Dalle 4 del mattino del 17 giugno 1983 l'esistenza di mio padre viene stroncata. Giorgio Bocca lo ha definito «il più grande caso di macelleria giudiziaria della storia italiana». Dall'arresto di quella notte alla morte di nostro padre passarono 5 anni. In mezzo, una condanna a 10 anni di carcere, poi la piena assoluzione e infine il cancro ai polmoni che lo ha portato via. Potrei dire molte cose in queste righe che mi è stato chiesto di scrivere. Molte e forse troppe ne ho già dette. Allora, come spesso mi capita quando mi chiedono qualcosa su mio padre, chiudo gli occhi e cerco di riascoltare le sue raccomandazioni. «Date voce a chi voce non ha».

Ecco oggi i casi Tortora ci sono ancora. Sono molti e non li conosciamo. Mio padre era un uomo famoso. E nel bene e nel male questo ha avuto un peso. I riflettori si sono inevitabilmente accesi. Cosi riprendo tra le mani il libro di Giuseppe Gulotta e quelle parole a pag 127: «Gli anni 80 sono anni caldi per chi amministra la giustizia. Un referendum promosso dai radicali chiede una legge sulla responsabilità civile dei magistrati. Troppi errori, dicono i promotori citando il caso Tortora.

Ma Giuseppe Gulotta non è Enzo Tortora, nessuno si occupa del suo caso, non c'è una campagna innocentista né un garantista, fra i tanti che si definiscono tali, che parli di lui». È terribilmente vero. Ieri come oggi. I casi Tortora non hanno voce. Ieri come oggi siamo ancora qui a dibattere di riforma della giustizia. A firmare di nuovo referendum per i quali gli italiani si erano già espressi e che poi come spesso accade i nostri politici hanno fatto diventare carta straccia. Mentre infuria la battaglia sulla magistratura i processi vanno avanti. Lentamente. Le persone aspettano.

La sete di giustizia in questo Paese è diventata arsura. In molti risvolti delle nostre vite. Il problema non è la magistratura italiana, ma alcuni uomini che ne fanno parte. E che possono sbagliare come tutti. Ma che avendo per le mani la vita di un essere umano dovrebbero avere maggior scrupolo proprio come un chirurgo con il bisturi o un giornalista con la penna. Sulle responsabilità dei magistrati è stato vinto un referendum nel 1987. Non chiedo che vada limitata la loro libertà. Ma i magistrati che sbagliano almeno non dovrebbero essere promossi. Basterebbe un po' di buonsenso e di coerenza. Invece, nella maggior parte dei casi, non ti chiedono neanche scusa.

 

 

Carcere PoggiorealeGIAN MARCO CHIOCCIcarcere di marassi jpegcarcereCARCERESan VittoreEnzo Tortora con le figlie Silvia a sinistra e Gaia Gaia Tortora al tg La7craxi tortora baudoenzo tortora tvenzo tortora manette lapenzo tortora

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…