1. INSTANT POLL! CAMERA: CENTROSINISTRA, 36%; CENTRODESTRA, 30%; MONTI, 9%: GRILLO, 20% 2. SENATO: CENTROSINISTRA, 37%; CENTRODESTrA: 31%; LISTA MONTI, 8%: GRILLO 18 3. LOMBARDIA INCERTA: IL PD AMBROSOLI POTREBBE VINCERE ALLE REGIONALE GRAZIE AL VOTO DISGIUNTO MA IL CENTRODESTRA POTREBBE BATTERE IL CENTROSINISTRA AL SENATO 4. CENTRODESTRA IN TESTA SIA FRIULI CHE IN VENETO; IN SICILIA, INVECE, VOTO INCERTO 5. WATERLOO PER MONTI: NON ENTREBBERO ALLA CAMERA CASINI E FINI; AL SENATO, REGIONE PER REGIONE, INCASSERÀ UNA MANCIATA DI SEGGI CHE NON BASTANO A BERSANI 6. MISTERO BORSA! COME MAI PIAZZA AFFARI, ANZICHE’ SPROFONDARE PER I GIUDIZI ALLARMANTI DEI MERCATI INTERNAZIONALI, RIMBALZA ADDIRITTURA DI BEN TRE PUNTI?

1- BORSA: MILANO BALZA CON INSTANT, FTSE +3,04%
(ANSA) - Piazza Affari balza in avanti con gli instant poll. L'indice Ftse Mib sale del 3,04% a 16.772 punti. Lo spread Btp-Bund si riduce da 269 fino a 261 punti base con i primi instant poll.

2- BORSA:MILANO CORRE IN ATTESA ESITO VOTO E SU ASTA CTZ(+2,4%)
(ANSA) - Prosegue la corsa di Piazza Affari, prima in Europa insieme a Francoforte, con il Ftse Mib in crescita del 2,41% a 16.623 punti, alla pari con l'indice tedesco Dax (+2,47%). Nelle sale operative commentano il balzo con l'esito dell'asta di Ctz per 2,82 miliardi di euro e scommettono su un esito stabile del voto nazionale. Tra i titoli in luce Bpm (+5%), Intesa (+3,5%), Mediobanca (+3,54%) e Unicredit (+3,2%).

 

 

 

2- PENISOLA DEI FAMOSI

Anche nelle stanze del Quirinale le luci resteranno accese fino a tarda notte per seguire l'esito delle elezioni.

L'ultima a spegnersi sarà probabilmente la lampada liberty sul comodino di Giorgio Napolitano che troverà la moglie Clio sprofondata nel sonno per la fatica delle ultime ore. La signora con un occhio avrà seguito la televisione, ma con le mani avrà preparato le valige per il viaggio che inizia domani in Germania.

Qui Napolitano si fermerà tre giorni rispettando l'invito che gli era stato rivolto il 15 giugno dell'anno scorso dal presidente federale Joachim Gauck, una visita di commiato che cade nel momento di maggiore fibrillazione. A fugare qualsiasi sospetto c'è il comunicato del Quirinale dove si legge che lo spirito di questo incontro alla vigilia della conclusione del settennato è identico a quello che ha portato Napolitano prima a Parigi poi a Washington.

Durante la tre giorni tedesca che inizia domani pomeriggio a Monaco, il presidente incontrerà altre personalità politiche e terrà una lectio magistralis all'università Humboldt di Berlino fondata nel 1810 dallo statista liberale, un'autentica fucina dalla quale sono usciti 29 premi Nobel e personalità come Bismarck e Carletto Marx.

L'incontro più importante sarà sicuramente con la massaia di Berlino, Angela Merkel, che chiederà a Napolitano di interpretare i risultati italiani e di fare la sua previsione per il nuovo governo.

Da parte sua il presidente, prima di fornire la sua lettura, spiegherà alla Cancelliera il percorso terribilmente stretto che deve portare alla formazione del nuovo governo. La prima seduta del Parlamento per eleggere i presidenti della Camera e Senato si terrà tra il 15 e il 16 marzo e se non ci saranno intoppi, cinque giorni dopo al Quirinale inizieranno le consultazioni per formare la nuova compagine ministeriale.

Bisognerà correre perché il 16 aprile i nuovi eletti in seduta comune saranno chiamati a scegliere il nuovo Presidente della Repubblica il cui mandato scade improrogabilmente il 15 maggio. Alla Merkel la tempistica interessa poco perché la lady tedesca vorrà conoscere il nome del suo referente a Palazzo Chigi. E qui per Napolitano cominceranno i dolori perché se sono vere le previsioni che i corazzieri si stanno scambiando in queste ore con pizzini quirinalizi, c'è il rischio che dalle urne esca uno scenario dove l'instabilità e il caos fanno la parte del leone.

Per quello che vale i corazzieri inchiodano la lista Monti intorno a un 8-9%, salutano con grande entusiasmo il ritorno in Guatemala di Ingroia, e attribuiscono al commediante di Genova almeno il 19% dei voti.

Se questi risultati oggi e domani troveranno conferma e se il distacco tra il centrosinistra e il centrodestra alla Camera girerà intorno a un forbice di 4-5 punti, a Napolitano non restera' che mettere mano nella tasca sinistra della giacca dove la signora Clio ha infilato un corno napoletano di pregevole fattura. Sarà quindi molto interessante vedere la reazione della Cancelliera che secondo un corsivo malizioso pubblicato su "l'Unità" di oggi dovrebbe "dare una lettura utile (a lei) del voto" e di conseguenza decidere insieme al nostro Presidente la composizione del nuovo governo.

Che si arrivi a tanto non è affatto scontato anche se le due visite del presidente a Washington e a Berlino hanno dato esca a suggestioni malevole. Resta il fatto che con risultati simili a quelli previsti dai corazzieri nei loro pizzini e con un'agenda serrata che impone di avere comunque un Parlamento attivo entro e non oltre il 16 aprile, Napolitano non potrà fare orecchie da mercante alle parole della Merkel. Quest'ultima nei giorni scorsi è intervenuta con il suo peso (considerevole sotto tutti i punti di vista) per smentire la stupidata di Mario Monti circa un veto di Berlino nei confronti del figlio del meccanico Bersani.

Ormai il filo che legava il Professore agli ambienti tedeschi si è spezzato, e anche se oggi il "Wall Stree Journal" scrive, in un soprassalto di simpatia, che l'Italia ha bisogno di Monti per le riforme, è probabile che la cancelliera consideri l'uomo del rigore una parentesi.

Di fronte a un risultato caotico e deludente per Bersani, e alle perplessità tedesche nei confronti del bocconiano vittima della sua supponenza, nulla impedisce che durante l'incontro di Berlino si cominci a parlare di un terzo personaggio che con la sua intelligenza e capacità di mediazione potrebbe tessere la tela per un Governo politico di emergenza dentro il quale confluiscono le truppe del Pd, il battaglione "borghese" di Monti, e i neoeletti che ,dopo i risultati di questa sera ,si accorgeranno una volta per tutte che la parabola del Cavaliere impunito è arrivata al capolinea.

In questa prospettiva il personaggio in questione potrebbe diventare Giuliano Amato, il 75enne torinese che per due volte è stato a Palazzo Chigi e per due volte ha guidato il ministero del Tesoro. Per l'acume e la statura fisica Eugenio Scalfari l'ha definito molti anni fa il "Dottor Sottile", ma di questo professore di origini torinesi e di matrice socialista che ha preso un "vero" master nel '62 alla Columbia University dove insegna tuttora, si ricorda soprattutto la capacità di gestire il governo con forte determinazione.

Se lo ricordano bene i boiardi delle Partecipazioni Statali quando nel luglio del '92 cancellò con un tratto di penna il ministero, e lo ricordano ancor meglio gli italiani per il decreto legge da 30mila miliardi sul prelievo forzoso del 6 per mille dai conti correnti bancari, un colpo al cuore e alle tasche che precedette la manovra "lacrime e sangue" da 93mila miliardi dell'autunno '92.

Cinque anni fa Amato ha annunciato il suo abbandono della politica ed è entrato nel novero dei cosiddetti padri della patria che potrebbero correre per il Quirinale. La corsa diventa impossibile nel momento in cui nelle Camere entrano le falangi urlanti dei grillini che non voterebbero mai per l'uomo vicino da sempre alle sorti di MontePaschi e accusato a metà dicembre dell'anno scorso dal "Giornale" di Berlusconi di avere una pensione da 37.000 euro. In realtà il professore con una nota pubblicata a gennaio il professore ha spiegato che è sbagliato additarlo "come ingordo cumulatore di prebende" perché la sua pensione è di circa 11mila euro "ampiamente al di sotto del tetto massimo indicato dal governo Monti per le retribuzioni dei manager pubblici".

C'è comunque un aspetto interessante che lo lega al mondo della finanza internazionale ,sia a quella angloamericana che a quella tedesca. Nel 2010 è stato consulente per l'Italia di Deutsche Bank e oggi la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa ,che a febbraio lo ha eletto presidente, ha un rapporto molto stretto con la Fondazione Robert Bosch, un'istituzione di Stoccarda creata dalla multinazionale della meccanica ed è una delle fondazioni più importanti in Germania.

Queste referenze e questi legami non bastano certamente a immaginare che la massaia di Berlino si impegnerà a mettere nell'orecchio di Napolitano la pulce Amato,ma la politica è imprevedibile, i tempi sono stretti, e il caos che comincerà oggi alle 15, aggiungono il suo nome per dare ai mercati e ai poteri forti italiani e stranieri un'altra illusione.

 

SILVIO BERLUSCONI jpegBEPPE GRILLO DURANTE UN COMIZIOMARIO MONTI CON IL SIMBOLO PIERFERDINANDO CASINI E GIANFRANCO FINI PIERFERDINANDO CASINI GIANFRANCO FINI BEPPE GRILLO VOTAVENDOLA CON EDI RENZI MONTI PANNELLA INGROIA CASINI BERSANI BERLU

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