LA ‘SINISTRA’ RIFORMA DELLA GIUSTIZIA (SEVERINO AL LAVORO) - CULATELLO BERSANI, DOPO ESSERSI STRACCIATO LE VESTI PER LA LEGGE BAVAGLIO DI ALFANO, ADESSO VEDE LE BRUTTE E CAMBIA IDEA: “DISCIPLINIAMO LE INTERCETTAZIONI: BISOGNA IMPEDIRE IL COINVOLGIMENTO DI PERSONE CHE NON C'ENTRANO CON LE INDAGINI” - TUTTO QUESTO PUBBLICATO SUL ‘’MESSAGGERO’’ DI CALTAGIRONE, CHE A CAUSA DELLE INTERCETTAZIONI SU BNL SI E’ BECCATO UNA CONDANNA...

Marco Travaglio per "l'Espresso"

Davvero commoventi i maneggi del "Messaggero", edito da Francesco Gaetano Caltagirone, per maritare Pdl, Pd e Udc sull'altare dell'ennesima "riforma della giustizia". Quasi un'intervista al giorno: prima Casini (genero di Caltagirone), poi Alfano, Violante, Bersani e infine la ministra della Giustizia Paola Severino (ex avvocato di Caltagirone). Denominatore comune: le solite intercettazioni. Il fatto che Caltagirone, proprio grazie alle intercettazioni dell'estate 2005 sulla scalata Unipol-Bnl appoggiata da lui e dal vertice Ds, sia stato condannato in primo grado insieme a Giovanni Consorte, è puramente casuale.

L'intervista più stupefacente è quella di Bersani, che solo un anno fa era sulle barricate contro la "legge bavaglio" di Alfano, e oggi cinguetta a distanza con Alfano sulle intercettazioni perché "c'è una situazione nuova: il voto comune in Parlamento sulla mozione sulla giustizia". Come se in Parlamento il gruppo maggioritario non fosse sempre il Pdl. Domanda: "Lei è disposto a disciplinare le intercettazioni?".

Risposta di Bersani: "Certo. Facciamo una cosa civile, senza pregiudizi, che non strozzi l'informazione, che metta a monte la liceità di quel che può essere pubblicato salvaguardando il diritto alla privacy, impedendo il coinvolgimento di persone che non c'entrano con le indagini". Esempio: la telefonata fra il capitano De Falco e il comandante Schettino nella notte del naufragio. Il primo non è indagato, il secondo sì: che si fa, si pubblicano solo le frasi di Schettino e quelle di De Falco no?

Si dirà: ma De Falco fa una splendida figura. Appunto: se uno si comporta bene, non ha nulla da temere dalla pubblicazione delle sue parole. E la privacy è già tutelata dalla rigorosissima legge del 1996: già oggi chi la viola (pubblicando notizie private prive di interesse pubblico) è punito dal Codice penale. Bersani cita fantomatici "paesi più avanzati" in cui "un uso così vasto delle intercettazioni non sarebbe possibile".

Quali paesi? Gli Usa o la Gran Bretagna, che intercettano molto più che in Italia, per giunta a opera di servizi segreti, polizie ed enti pubblici, senza il controllo della magistratura che in Italia è obbligatorio? Lo sa Bersani che nel 2007 il Parlamento dispose un'indagine conoscitiva sul fenomeno delle intercettazioni e concluse col voto di tutti i partiti, compreso il suo, che "le garanzie assicurate dal nostro sistema legale al cittadino non hanno l'eguale presso alcun'altra democrazia occidentale"?

Il segretario promette anche "norme che riducano drasticamente la corruzione". Proposito lodevole, per un leader che fino a un anno fa aveva come capo della sua segreteria Filippo Penati. Ma quelle norme sono già scritte nella convenzione anticorruzione del Consiglio d'Europa siglata a Strasburgo da tutti gli Stati membri nel 1999, sotto il governo D'Alema: purtroppo né quel governo (Bersani era ministro dei Trasporti), né quello di Amato (Bersani ancora ai Trasporti), né il Prodi-2 (Bersani allo Sviluppo economico), né naturalmente quelli di Berlusconi ratificarono il trattato.

"Per 15 anni", tuona Bersani, "sui giornali abbiamo mangiato pane e giustizia e poi alla resa dei conti è il settore dove meno ci sono state riforme. Basta... È intollerabile che in 20 anni l'arretrato della giustizia penale si sia raddoppiato e non si sia messa mano alla giustizia". Ma l'arretrato aumenta proprio perché di "riforme" se ne son fatte troppe (oltre 100 dal '94 a oggi): solo che erano sbagliate. Quelle ad Berlusconem sono note.

Ma il centrosinistra, nei 9 anni (su 18) in cui ha governato, ha depenalizzato di fatto l'abuso d'ufficio e i reati fiscali; ha rallentato vieppiù i tempi dei processi, con l'incompatibilità fra gip e gup (così i carichi di lavoro sono raddoppiati) e con un quarto grado di giudizio tra le indagini e l'udienza preliminare (il "deposito degli atti"); e, dulcis in fundo, ha varato l'ordinamento giudiziario Mastella, che ha svuotato le Procure del Sud, ha annientato i pool antimafia e ora sta smembrando pure quelli specializzati in reati finanziari e sicurezza sul lavoro. Ce n'è abbastanza per tremare, alla promessa di una nuova "riforma della giustizia". Anzi, alla minaccia.

 

MARCO TRAVAGLIO BERSANI paola severinoANGELINO ALFANO E PIERLUIGI BERSANI

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